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La Stampa Rassegna Stampa
16.06.2018 'Quel pugno ricorda i regimi, non parteciperò al Gay Pride'
Cronaca di Miriam Massone

Testata: La Stampa
Data: 16 giugno 2018
Pagina: 51
Autore: Miriam Massone
Titolo: «'Quel pugno ricorda i regimi, non parteciperò al Gay Pride'»

Quando un movimento per l'affermazione dei diritti umani e civili confonde le idee fondanti per cui è nato, e invita a partecipare a una manifestazione pubblica all'insegna di un manifesto- che qui riproduciamo - che esalta quale invito un pugno chiuso, simbolo da sempre dei regimi comunisti, allora c'è quancosa che non va. Non può essere una scelta dettata dall'ignoranza, gli atti criminali da attribuirsi al comunismo sono troppo recenti per essere solo più un vago ricordo. Come il movimento per i diritti delle donne si è ridotto a lottare all'insegna del 'metoo' , dimenticando la terribile sudditanza nella quale si trovano le donne in mezzo mondo, in modo speciale in quello islamico, cosi quelli che militavano nelle associazioni Lgbt, sfileranno oggi a Torino all'insegna del pugno chiuso.  Qualcuno si dissocia, come riporta la STAMPA a pag. 51, in una cronaca di Miriam Massone dal titolo " Quel pugno chiuso ricora i regimi, non parteciperò al Gay Pride"

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Miriam Massone

Nel giorno dell’orgoglio Lgbt, con quel claim #NessunDorma che esorta a «rimanere vigili sul tema dei diritti», ci pensa Angelo Pezzana a (ri)svegliare la polemica. Il fondatore del «Fuori!», primo movimento gay italiano, non ha digerito il controverso simbolo scelto per il Piemonte Pride, un pugno chiuso, provocatorio e colorato, «simbolo di una lotta contro le sopraffazioni di cui siamo ancora vittime ogni giorno» ha spiegato Alessandro Battaglia, del coordinamento Pride. Ma pur sempre un pugno, che a Pezzana «ricorda i regimi comunisti, dall’Urss a Cuba, dove gli omosessuali erano perseguiti, uccisi: proporlo oggi significa dimenticare le istanze libertarie e riformatrici del movimento Lgbt». Ecco perché lui oggi non sarà alla sfilata arcobaleno, in partenza alla 16 da via San Donato, angolo piazza Statuto. Il corteo, al quale hanno aderito 25 associazioni, proseguirà verso piazza Vittorio, lungo le vie del centro: vietata la vendita e il consumo di bibite in contenitori di vetro o metallo dalle 12 alle 24. Non ci saranno nemmeno le organizzazioni di matrice cattolica o comunque religiose invitate in nome di una «santa alleanza tra tutti quelli che da anni lavorano per aiutare gli ultimi». Voleva essere una sorta di preghiera laica e collettiva rivolta soprattutto ai migranti. Ma non sono arrivate adesioni. Presente invece la sindaca Chiara Appendino. La sua scelta di registrare all’anagrafe i bimbi di due mamme «ha avuto una valenza politica importantissima - sostengono Battaglia e Maria Grazia Sangalli e Marilena Grassadonia, rispettivamente presidenti di Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno -: la sindaca ci ha detto poi della costituzione di un tavolo tecnico, all’interno della Commissione Pari opportunità di Anci. Iniziativa portata avanti dall’assessore Giusta, insieme ad altri assessori di importanti città, per approfondire le questioni legate alle registrazioni e alle trascrizioni dei certificati di nascita» . In ogni caso ai politici il Pride ha chiesto quest’anno un passo indietro: non reggeranno loro lo striscione d’apertura. Un modo per dare più visibilità agli attivisti.

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