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La Stampa Rassegna Stampa
09.06.2018 La Stampa: l'unico quotidiano che racconta oggi l'odioso ricatto di Jibril Rajoub contro Israele
Commento di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 09 giugno 2018
Pagina: 24
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «La scelta di Messi di non giocare a Gerusalemme aiuta Rajoub nella corsa a sostituire Abu Mzen»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 09/06/2018 a pag.24 la lettera di un lettore e la risposta del direttore Maurizio Molinari

Sull'argomento segnaliamo che la Stampa è l'unico quotidiano italiano ad averne dato rilievo. Assenze molto gravi, che rivelano ancora una volta la sottomissione dei nostri media nel confronti del terrorismo palestinista.

Leggere il commento di Deborah Fait, nella sua pagina di IC.

Egregio Direttore, ho sempre pensato che non ci fosse molta differenza tra compagni e camerati, e oggi che una partita di calcio è stata annullata perché non gradita ai palestinesi, che in Italia hanno molti sostenitori a sinistra, sono sempre più convinto che l'idiozia non abbia bandiera. In ogni caso la cancellazione del match Israele-Argentina è un fatto gravissimo, soprattutto per le minacce di morte ai giocatori e i festeggiamenti palestinesi. Penso che si sia trattato di un atto di terrorismo nei confronti dello sport come alle Olimpiadi di Monaco. E l'Onu che dice?

Enzo Bernasconi (Varese)

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 Jibril Rajoub

La risposta di Maurizio Molinari

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Caro Bernasconi,
la vicenda dell'annullamento della partita di calcio Israele-Argentina, prevista a Gerusalemme, ha una duplice lettura. La prima, descritta dalle cronache di questi giorni, vede la squadra di Messi cedere a pressioni e ricatti di gruppi anti-israeliani arrivati ad imbrattare di sangue la maglia del campione argentino per far comprendere a cosa sarebbe andato incontro mantenendo l'impegno preso dalla Federazione calcio argentina. Ma è la seconda lettura a consentire una comprensione più articolata di quanto avvenuto perché l'artefice della campagna per l'annullamento del match nel Teddy Stadium di Gerusalemme è stato Jibril Rajoub, presidente della Federazione calcio palestinese, già protagonista di più tentativi di indebolire, se non rompere, il legame della Fifa con Israele. Ebbene proprio Rajoub è considerato da molti a Ramallah come il più credibile e determinato concorrente alla sostituzione dell'anziano e malato Mohammed Abbas - Abu Mazen - alla presidenza dell'Autorità nazionale palestinese. Nella gara non dichiarata alla successione del leader palestinese - al governo dal 2005 - la sfida è fra veterani dell'Intifada, alti funzionari della sicurezza di Ramallah, fondamentalisti di Hamas e leader della nuova generazione. Rajoub punta a sbaragliare tutti giocando la carta del calcio - lo sport più popolare - contro il «nemico sionista»

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


direttore@lastampa.it

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