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La Stampa Rassegna Stampa
30.05.2018 Corea del Nord-Usa: si avvicina il summit
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Stampa
Data: 30 maggio 2018
Pagina: 16
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Il braccio destro di Kim a New York. Si avvicina il summit con Trump»
Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 30/05/2018, a pag. 16, con il titolo "Il braccio destro di Kim a New York. Si avvicina il summit con Trump" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

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Donald Trump, il dittatore coreano Kim Jong-un

 

 

Il negoziato per resuscitare il vertice fra Trump e Kim accelera, entrando nella fase decisiva, con l’arrivo a New York del braccio destro del leader nordcoreano Kim Yong-chol. Nel frattempo la Casa Bianca – che ha confermato l’arrivo dell’ex capo dell’intelligence nordcoreano – ha annunciato che il 7 giugno il capo della Casa Bianca riceverà il premier giapponese Abe, proprio per discutere le prospettive «dell’atteso summit».

Le squadre dei mediatori
Al momento tre squadre lavorano ai dettagli del vertice, che dovrebbe tenersi come previsto in origine il 12 giugno a Singapore. La prima è quella guidata dall’ambasciatore americano nelle Filippine Sung Kim, che per anni aveva gestito il dossier nucleare con Pyongyang. Lui è stato coinvolto per l’esperienza e la vicinanza geografica, e ha gestito i primi colloqui politici avvenuti a Panmunjom, nella zona demilitarizzata.
La seconda squadra è guidata dal vice capo di gabinetto della Casa Bianca Joe Hagin, che si trova già a Singapore, dove sta discutendo con la controparte nordcoreana Kim Chang-son i dettagli logistici.

L’ex capo dell’intelligence
La terza è quella guidata da Kim Yong-chol, che è andato prima a Pechino, e poi è partito per New York, dove vedrà il segretario di Stato Pompeo. Questo è il passo più importante, perché dimostra che il lavoro delle prime due squadre ha prodotto abbastanza risultati per arrivare ad una stretta finale. Kim Yong-chol è un ex militare che ha diretto i servizi segreti di Pyongyang, prima di diventare vice presidente del Partito dei lavoratori.
Sul tema dei rapporti con gli Usa è il braccio destro di Kim Jong un, al punto che era seduto al suo fianco durante l’ultimo colloquio col presidente sudcoreano Moon. Ha un passato controverso, perché è accusato di aver ordinato l’attacco ad una nave sudcoreana, e poi quello digitale contro la Sony. È sotto sanzioni americane, e probabilmente per questo motivo non è andato a Washington ma a New York, dove il suo paese ha l’ambasciata all’Onu e quindi può ottenere visti.
Pompeo lo raggiungerà a Manhattan, ma non è escluso che alla fine Kim Yong-chol veda lo stesso Trump.

L’incontro con Abe
La Casa Bianca nel frattempo ha annunciato che il 7 giugno, subito prima del G7 in Canada, il presidente vedrà Abe. Anche questo è un segnale importante, perché Trump aveva promesso di avere con lui un bilaterale, se fosse andato avanti l’appuntamento di Singapore.
Il negoziato dunque è entrato nei dettagli, dove però si nasconde spesso il diavolo. Gli Usa vogliono la denuclearizzazione immediata e completa, mentre molti analisti sospettano che Kim punti al riconoscimento dello status di potenza nucleare responsabile. La via di mezzo sarebbe un accordo per il disarmo progressivo, in cambio di aiuti economici, ma resta da chiarire se la presenza militare americana nella penisola resterà invariata.
La Cina, che Trump sospettava di aver boicottato il vertice, si è assicurata la protezione dei suoi interessi, vedendo Kim Yong-chol prima che partisse per New York. Fonti Usa dicono che il consigliere per la Sicurezza nazionale Bolton, inizialmente contrario al vertice, ora sta suggerendo al presidente di farlo. Come risultato non si aspetta l’accordo complessivo finale, ma l’avvio di un processo che sarebbe comunque un successo.

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direttore@lastampa.it

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