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La Stampa Rassegna Stampa
23.05.2018 L'ossessione dei quotidiani italiani di intervistare Steve Bannon, che non conta più niente in Usa
Lo fa oggi Francesco Bei

Testata: La Stampa
Data: 23 maggio 2018
Pagina: 7
Autore: Francesco Bei
Titolo: «'L’Ue sarà costretta a trattare con l’Italia anti-sistema'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/05/2018, a pag. 7 con il titolo 'L’Ue sarà costretta a trattare con l’Italia anti-sistema', l'intervista di Francesco Bei a Steve Bannon.

Steve Bannon, dopo essere stato licenziato da Donald Trump nell'agosto 2017 non conta più nulla. Non si capisce dunque l'ossessione dei quotidiani italiani di dargli spazio. Quello di Bannon è un pieno endorsement all'asse Salvini-Di Maio, il peggio che la politica italiana possa esprimere.

Ecco l'intervista:

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Steve Bannon

Steve Bannon, ex stratega della Casa Bianca, ora libero battitore e ideologo del movimento “antisistema”, è stato il primo a prevedere quello che poi è effettivamente avvenuto: la saldatura tra le due forze “populiste” italiane per un governo che ribaltasse il paradigma liberale europeo.
A due mesi da quell’intervista a La Stampa, Bannon torna a osservare con curiosità e ammirazione l’esperimento in corso in Italia, tanto da aver deciso di fare tappa domenica nel nostro Paese.

Come lei si era augurato fin dall’inizio, Lega e Movimento Cinque Stelle hanno trovato un accordo per formare il nuovo governo. C’è il nome del presidente del Consiglio, il contratto di programma e anche l’indicazione dei principali ministri. Come giudica questa intesa?
«Penso che quello tra M5S e Lega sia un patto intelligente, sono certo che farà gli interessi del popolo italiano. Dimostra inoltre la maturità e la saggezza politica di leader come Di Maio e Salvini, capaci di mettere da parte le ambizioni personali per il bene del loro Paese».

Immagine correlata
Matteo Salvini, Luigi Di Maio

Cosa significa per l’Italia essere guidata dal primo governo europeo composto dalle forze “anti-sistema”?
«L’Italia, con il suo “governo di unità”, diventerà la capofila in Europa del movimento populista anti-establishment. Per la prima volta, Bruxelles sarà costretta a trattare con un governo anti-sistema in un paese fondatore dell’Unione. Un governo che può godere del sostegno travolgente del suo popolo».
Come vede i rapporti di forze e le dinamiche interne tra M5s e Lega nel nuovo governo?
«I due partiti, come ho detto prima, hanno dimostrato pazienza e saggezza nel mettere da parte le legittime ambizioni personali dei loro leader e questo dimostra al mondo che il loro rapporto funziona. Se Di Maio e Salvini governeranno con il pragmatismo che hanno dimostrato finora, con il tempo l’Italia ne avrà grandi benefici».
Hanno individuato una figura terza come Giuseppe Conte. Un professore, un tecnico, anche se ora lo definiscono un “politico”. Questo non contraddice tutti gli slogan di Lega e M5S contro i presidenti del Consiglio “non eletti dal popolo”?
«Il popolo ha eletto i partiti. Questi stessi partiti stanno ora lavorando per raggiungere un compromesso positivo che pochi credevano si potesse davvero trovare. Io dico che questo non solo potrebbe ma dovrebbe accadere: saranno poi i cittadini, alle prossime elezioni, a decidere se premiare oppure no il lavoro che sarà stato fatto».
Secondo lei il governo M5s-Lega su quali temi si dovrebbe concentrare?
«La priorità dovrebbe essere l’immediata restituzione al popolo italiano della sovranità sul proprio Paese con la soluzione dell’emergenza immigrazione. Da questa riconquista di sovranità dovrebbe quindi discendere un serio progetto per liberare il gigantesco potenziale imprenditoriale degli italiani, il loro talento nella creazione del lavoro e nella crescita».
Ma quale sarà l’impatto di questo governo sull’Unione europea?
«Il “governo di unità”, come mi piace chiamarlo, avrà un impatto enorme su Bruxelles. Insieme alla vittoria schiacciante di Victor Orban in Ungheria, il messaggio è chiaro: i cittadini rivogliono indietro i loro Paesi e li rivogliono ora».
Commissari Ue, leader europei e media internazionali stanno già esprimendo scetticismo e critiche: pensa che l’Italia si ritroverà isolata?
«L’Italia, mi creda, non sarà isolata, anzi si è appena messa all’avanguardia del cambiamento in Europa. Inoltre, se anche volesse, l’Unione europea non si può permettere di isolare uno dei suoi membri fondatori, specialmente con le implicazioni che questo avrebbe sulla questione dei confini».
Come pensa che l’amministrazione americana possa reagire alla formazione di questo governo? Non crede che ci possano essere tensioni tra Washington e Roma, visti i rapporti stretti fra la Russia e la Lega di Salvini?
«Sono un privato cittadino ed esprimo solo la mia personale opinione, ma credo che l’amministrazione degli Stati Uniti e il popolo americano supportino tutto ciò che ritengono sia nei migliori interessi dell’Italia e dei suoi cittadini».

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare:011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


direttore@lastampa.it

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