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La Stampa Rassegna Stampa
14.05.2018 Gerusalemme: oggi apre l'Ambasciata Usa, 4 paesi europei seguono l'esempio Usa. L'Italia tace
Cronaca di Rolla Scolari

Testata: La Stampa
Data: 14 maggio 2018
Pagina: 10
Autore: Rolla Scolari
Titolo: «Gerusalemme, gli Usa aprono l'ambasciata tra le proteste»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 14/05/2018, a pag. 10, con il titolo "Gerusalemme, gli Usa aprono l'ambasciata tra le proteste", la cronaca di Rolla Scolari.

Ecco i preparativi per lo spostamento dell'Ambasciata Usa a Gerusalemme in un video segnalato da Silvia Grinfeld: https://www.youtube.com/watch?v=M71lYXUelW0

Sono quattro i Paesi europei che saranno presenti con i propri ambasciatori alla cerimonia di oggi a Gerusalemme, e che sono intenzionati a seguire il modello americano spostando a Gerusalemme le ambasciate: Repubblica Ceca, Ungheria, Romania, Austria. L'Italia tace.

NAZIONE/CARLINO/GIORNO pubblicano a pag. 9 un pezzo su Israele e l'ambasciata Usa.. E' clamoroso però l'errore della redazione, che scrive in grande evidenza sulla colonna sinistra: "Allerta a Gaza. I media di Hamas hanno avvertito gli israeliani che vivono a Gaza di lasciare le loro case". Da 12 anni neppure un israeliano vive a Gaza, completamente dominata dai terroristi di Hamas: non abbastanza per evitare la gaffe sopra citata

Ecco l'articolo di Rolla Scolari:

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Rolla Scolari

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Sorridente, con indosso un soprabito e occhiali da aviatore, Ivanka Trump è arrivata ieri in Israele. Assieme al marito e consigliere presidenziale Jared Kushner, la «first daughter» è l’invitato d’onore della cerimonia che marca oggi l’apertura dell’ambasciata Usa a Gerusalemme. Il presidente Donald Trump ha annunciato il trasferimento a dicembre, sollevando la contrarietà dei palestinesi, ma anche di gran parte della comunità internazionale, dagli alleati europei ai Paesi arabi.

Con l’arrivo della delegazione americana in Israele, di cui fanno parte anche il vice segretario di Stato John Sullivan e il segretario del Tesoro Steven Mnuchin, si aprono giorni di incertezza in Medio Oriente, in cui si mescolano le celebrazioni per il 70° anniversario della fondazione dello Stato d’Israele, con la rabbia dei palestinesi che domani celebrano il giorno della «nakba» (catastrofe in arabo) per ricordare le 700mila persone costrette tra il 1948 e il 1949 a lasciare i propri villaggi. Già ieri in occasione delle commemorazioni per la riunificazione di Gerusalemme sotto il controllo israeliano dopo la guerra del ’67 sono sorte tensioni. La polizia israeliana è intervenuta quando un gruppo di fedeli ebrei si è scontrato con musulmani, dopo aver violato le regole di accesso alla Spianata delle moschee.

Le misure di sicurezza
E mentre ieri il governo israeliano organizzava una serata di gala, l’esercito rafforzava la sua presenza nell’area attorno a Gaza. La manifestazione prevista oggi nella Striscia potrebbe attirare 100mila persone. Hamas, il movimento islamista che controlla Gaza, ha utilizzato tutti i canali per mobilitare la popolazione a partecipare ai cortei che rappresentano il culmine di sette settimane di protesta a ridosso del confine: la «marcia del ritorno» (verso le terre da cui i palestinesi sono stati allontanati nel ’48, oggi in Israele). Il governo israeliano accusa Hamas di strumentalizzare e infiltrare la protesta con le sue milizie. Da fine marzo, 42 palestinesi sono stati uccisi dall’esercito israeliano, che teme che la folla possa abbattere la barriera di separazione ed entrare in Israele.
L’ambasciata Usa sarà ospitata in una sede del consolato a Gerusalemme, nel quartiere residenziale e defilato di Arnona. Per ora, soltanto l’ambasciatore David Friedman e il suo staff si trasferiranno, la maggior parte dei servizi resterà a Tel Aviv. Il premier Benjamin Netanyahu ieri ha ringraziato Trump per aver «fatto la storia» ed esortato i diplomatici presenti a «spostare le proprie ambasciate a Gerusalemme, perché avvicina la pace». Per il consigliere per la Sicurezza nazionale americano John Bolton il trasferimento equivale a «riconoscere la realtà», e «riconoscere la realtà significa rafforzare le possibilità per la pace». Uno dei leader palestinesi, Saeb Erekat, ha chiesto invece ai diplomatici stranieri di non partecipare alle celebrazioni per l’apertura dell’ambasciata, una «flagrante violazione delle leggi internazionali».

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