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La Stampa Rassegna Stampa
08.04.2018 Ecco un assaggio di quel che ci aspetta: Casaleggio/DI Maio e la libertà di stampa
Non ancora come in Turchia, ma la strada è quella

Testata: La Stampa
Data: 08 aprile 2018
Pagina: 5
Autore: la direzione
Titolo: «Il movimento vieta l'ingresso al giornalista de La Stampa»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 08/04/2018 a pag.5 con il titolo "Il movimento vieta l'ingresso al giornalista de La Stampa " una dichiarazione della direzione.

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Jacopo Iacoboni        da sinistra: Di Maio, Erdogan, Casaleggio jr.

Che categoria coraggiosa quella dei giornalisti italiani, sono stati severissimi contro la Turchia di Erdogan, il tiranno che ha messo in carcere chi si permetteva di avere opinioni diverse dalla sua. Ma se capita in Italia, dove un Di Maio impedisce a un giornalista di svolgere il proprio lavoro, e non lo lascia entrare  perchè "ha criticato i 5 stelle" ecco che tutti, in coro, difendono il collega gridando "allora ce ne andiamo anche noi" ! Ah, non è andata così? Non gliene è importato niente a nessuno? Ah, però c'è stato Mentana, che ha detto di essere 'dispiaciuto' ? Ah, sì, certo c'è voluto un bel fegato, quello che dirige il TG della 7, il più filo 5stelle. Tutti sul carro dei vincitori, avanti c'è posto!

Abbiamo l’ordine di non farla entrare». Così ieri mattina lo staff di «Sum#02-Capire il futuro», evento organizzato a Ivrea dall’associazione Gianroberto Casaleggio, presieduta dal figlio Davide, ha accolto il giornalista de «La Stampa» Jacopo Iacoboni. Il rifiuto è stato motivato con «disguidi nella richiesta dell’accredito» e «posti esauriti», tesi ribadita dall’agenzia Visverbi che gestisce l’evento, ma totalmente smentita dal fatto che prima e dopo ad altri giornalisti (tra cui due de «La Stampa») privi di accredito è stato consentito tranquillamente l’accesso senza alcun problema e senza badge («Sono finiti, entrate lo stesso»). Falso anche ciò che Gianluigi Nuzzi, giornalista e direttore editoriale della convention, ha detto dal palco, parlando di «regole da rispettare» e «badge tarocco». Nuzzi aveva replicato alle critiche («Avete sbagliato») di Enrico Mentana, direttore del Tg7 e relatore dell’evento. La platea ha contestato Mentana e applaudito Nuzzi mentre proclamava: «Noi i tarocchi non li vogliamo». In realtà Iacoboni si è regolarmente presentato con tanto di tesserino professionale, cercando di sanare l’eventuale disguido burocratico e proponendo di contattare la segreteria de «La Stampa» per risolvere tutto, come testimoniato anche da esponenti del M5S tra cui il giornalista e senatore Emilio Carelli, che invano e gentilmente ha cercato a lungo una soluzione. Per cercare di seguire ugualmente l’evento e documentare tutto su «La Stampa» evitando di creare un caso, Iacoboni ha poi provato a entrare con il badge datogli da un collega. Ma è stato bloccato: non di questione di accredito si trattava, ma di veto personale. A confermarlo testualmente all’Ansa è stata la Comunicazione del M5S: l’accesso a Iacoboni è stato impedito perché il M5S non ha gradito alcuni suoi articoli. «Si tratta di una questione personale e non professionale». La direzione de «La Stampa» ritiene «inaccettabile che a un giornalista, e alla testata che rappresenta, venga impedito di fare il proprio lavoro perché si dissente da ciò che ha scritto. Chi lavora per guidare il Paese non deve temere opinioni dissenzienti, anche le più urticanti: è qui che si misura la maturità di un movimento politico». Il Comitato di redazione ha definito «imbarazzante e degno dei buttafuori delle discoteche» il comportamento del M5S. «Questi metodi da pseudo democrazia virtuale e dittatura del Grande Fratello non appartengono ai nostri valori e alla nostra cultura». «Piena solidarietà» è stata espressa dai Comitati di redazione di altri giornali, a partire da quello del Secolo XIX. Oltre a politici, giornalisti e intellettuali di ogni orientamento, condannano l’episodio Federazione nazionale della Stampa italiana, Ordine nazionale dei giornalisti, Associazione stampa Subalpina e Ordine dei giornalisti del Piemonte, che in una nota lo definiscono «un chiaro tentativo di negare il diritto di cronaca», invitando i colleghi a «reagire tutti insieme prendendo l’abitudine di abbandonare i luoghi e gli eventi in cui vengano messi in atto comportamenti discriminatori».

Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


direttore@lastampa.it

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