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La Stampa Rassegna Stampa
31.03.2018 Erdogan contro Macron
Analisi di di Leonardo Martinelli

Testata: La Stampa
Data: 31 marzo 2018
Pagina: 14
Autore: Leonardo Martinelli
Titolo: «Erdogan contro Macron 'La Turchia non vuole mediatori'»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 31/03/2018, a pag.14, con il titolo "Erdogan contro Macron 'La Turchia non vuole mediatori', l'analisi di Lorenzo Martinelli.

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Che Macron si stia svegliando?

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Leonardo Martinelli

A che gioco sta giocando Macron in Siria ? Una cosa è certa, dopo che per settimane a livello internazionale nessuno aveva fiatato, mentre i turchi occupavano l’enclave curda di Afrin, nel Nord-Ovest del Paese, giovedì sera il Presidente francese ha rotto il silenzio: ha ricevuto all’Eliseo i rappresentanti delle Forze democratiche siriane (Fds), che comprendono arabi ma soprattutto curdi, e che gestiscono la parte Nord della Siria, occupata durante la loro offensiva contro lo Stato islamico. Macron ha promesso il suo aiuto alle Fds e, secondo alcuni partecipanti curdi all’incontro, anche l’invio di truppe sul posto. Ieri mattina l’Eliseo ha smentito questa possibilità, sebbene in maniera ambigua. E, in ogni caso, Recep Tayyip Erdogan, presidente della Turchia, era già partito in quarta. È stato, come al solito, molto duro. Macron si era offerto («con il sostegno della comunità internazionale») in qualità di intermediario tra lui e le Fds. Ma Erdogan ha risposto secco : «Non abbiamo bisogno di mediatori», sottolineando che i francesi «sono andati molto al di là dei limiti». «Voi potete sedervi a un tavolo con dei terroristi, ma la Turchia li combatte, come ha fatto ad Afrin». Spina dorsale delle Fds sono le Unità di protezione del popolo curdo (Ypg), che da Ankara sono viste come un ramo siriano del Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, considerato organizzazione terroristica dalle autorità turche. In realtà giovedì sera l’Eliseo aveva ricordato «l’impegno della Francia contro il Pkk e il suo attaccamento alla sicurezza della Turchia». Tutto questo groviglio lascia vari dubbi. Che cosa si sono detti davvero Macron e i rappresentanti delle Fds ? Questi ultimi hanno assicurato di aver incassato la promessa di un dislocamento di forze speciali francesi a Manbij, a un centinaio di km a Est di Afrin, area a maggioranza araba e che sarebbe la prossima tappa dell’offensiva turca. Ieri mattina il comunicato dell’Eliseo indicava che «la Francia non prevede operazioni militari sul posto nel Nord della Siria al di fuori della coalizione internazionale anti-Isis». La nuance è sottile, ma neanche tanto: i francesi non ci andranno per combattere un’eventuale avanzata turca ma, se necessario, per aiutare le Fds nel continuare la lotta contro lo Stato islamico. Ieri sera fonti del ministero degli Esteri francese precisavano che «per noi la priorità resta la lotta al terrorismo e all’Isis. E il ruolo dei guerriglieri curdi in questo senso è ed è stato fondamentale». Da sottolineare: anche se i francesi non hanno mai quantificato, si sa che già dispongono in Siria e in Iraq di unità speciali, che in effetti potrebbero essere trasferite al Nord. Intanto, nei pressi di Manbij sono già presenti forze degli Usa, ancora alla guida della coalizione internazionale. Sono in corso trattative fra i turchi e gli americani, che per il momento non hanno portato a niente. Ma si sa che Donald Trump non vede l’ora di richiamare i suoi soldati dalla Siria. Forse Macron, anche se in maniera contorta (è il suo stile), ha voluto dire a Erdogan che, in mancanza di altri, loro, i francesi, potrebbero essere a Manbij ad aspettarli. Accanto a quei curdi che ora, sotto tiro da parte dei turchi, hanno allentato la pressione su quello che resta dello Stato islamico. Ecco, alla fine questo è il timore maggiore per Parigi.

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