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La Stampa Rassegna Stampa
04.03.2018 Polonia: Shoah, prima denuncia a un giornale argentino
Le responsabilità dei polacchi nei confronti degli ebrei

Testata: La Stampa
Data: 04 marzo 2018
Pagina: 12
Autore: La redazione della Stampa
Titolo: «Polonia, legge sull'Olocausto, scatta la prima denuncia»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 04/03/2018, a pag.12, un redazionale dal   titolo "Polonia, legge sull'Olocausto, scatta la prima denuncia"

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VARSAVIA- Dopo l'entrata in vigore della controversa legge polacca sull'Olocausto è già scattata una prima denuncia. Una fondazione polacca di antidiffamazione (Rdi), vicina al governo conservatore del partito Diritto e giustizia, ha denunciato un giornale online argentino. II giornale, Pagina 12, lo scorso 18 dicembre aveva pubblicato un articolo sul pogrom di Jedwabne del luglio 1941, avvenuto con la partecipazione della popolazione polacca del luogo. A corredo dell'articolo aveva inserito - probabilmente per errore - una foto del 1950 di alcuni soldati polacchi che nel dopoguerra si erano dati alla clandestinità per lottare contro il potere comunista di allora, e che non avevano preso parte a tragici eventi di Jedwabne. La formazione politica che governa attualmente la Polonia esalta le virtù dei soldati che scelsero la clandestinità, (i comunisti li chiamavano «i maledetti»). E ritiene che siano stati gli eroi, da difendere contro le accuse di antisemitismo.
La denuncia al giornale argentino è il primo caso dell'uso della legge sull'Olocausto da parte delle autorità polacche. Anche se, in precedenza, avevano affermato che la controversa normativa non sarebbe stata operativa prima della verifica da parte della Corte costituzionale, richiesta dal capo dello Stato dopo la firma del 6 febbraio scorso. L'articolo del giornale risale a dicembre, un mese prima che la legge fosse votata dal parlamento e tre mesi prima che entrasse in vigore. Ci sarebbe quindi un primo intoppo, visto che difficilmente la legge può essere retroattiva. Nella denuncia Rdi accusa il giornale e il giornalista Federico Pavlovsky di «un'azione intesa a danneggiare la nazione polacca e la buona reputazione dei soldati polacchi» e quindi perseguibile in base allo specifico paragrafo della legge che afferma che «chiunque rivendichi, pubblicamente e contrariamente ai fatti, che la Nazione polacca è responsabile o corresponsabile dei crimini nazisti commessi dal Terzo Reich sarà passibile di un'ammenda o di una reclusione fino a tre anni». Gruppi ebraici, sopravvissuti all'Olocausto e funzionari israeliani temono che il suo vero scopo sia reprimere la ricerca sui polacchi che hanno ucciso ebrei durante la Seconda guerra mondiale. La legge e il conseguente contraccolpo hanno scatenato un'ondata di antisemitismo in Polonia e hanno danneggiato le relazioni diplomatiche con Israele e Stati Uniti.

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