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La Stampa Rassegna Stampa
20.02.2018 Labour inglese: prima con Hitler, poi venduto all'Unione Sovietica
Cronaca di Vittorio Sabadin

Testata: La Stampa
Data: 20 febbraio 2018
Pagina: 16
Autore: Vittorio Sabadin
Titolo: «A Corbyn 10.000 sterline per le soffiate ai sovietici»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 20/02/2018, a pag. 16, con il titolo "A Corbyn 10.000 sterline per le soffiate ai sovietici", il commento di Vittorio Sabadin.

Il partito laburista inglese si conferma sempre più chiaramente antidemocratico. L'attuale segretario Jeremy Corbyn, che vanta l'amicizia di movimenti terroristi come Hamas e Hezbollah, era una spia al soldo dell'Unione Sovietica, così come l'ex sindaco di Londra Ken Livingstone, entrambi odiatori di Israele. Come negli anni '30 il labour era disposto a cedere a Hitler qualunque cosa, quello del Dopoguerra è stato una quinta colonna dell'Urss. Quello di oggi è una squallida replica.

Ecco l'articolo:

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Vittorio Sabadin

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Corbyn con Keffiah a una manifestazione

I 15 esponenti del partito laburista britannico che alla fine degli anni 80 hanno passato informazioni all’ex spia cecoslovacca Jan Sarkocy erano pagati da 1.000 a 10.000 sterline a incontro. A ricevere i soldi, ha detto Sarkocy al «Daily Telegraph», erano anche l’attuale leader del partito, Jeremy Corbyn, e l’ex sindaco di Londra Ken Livingstone, noto come “Ken il rosso”. Entrambi smentiscono, ma il racconto dell’ex spia, che agiva in stretto contatto con i servizi sovietici, aggiunge ogni giorno nuovi particolari imbarazzanti per il partito.

I pagamenti avvenivano in contanti a scadenze irregolari e il denaro veniva consegnato nel quartiere di Camden, forse al sempre affollato Lock Market. Sarkocy non effettuava personalmente la consegna dei soldi, ma ha rivelato che «i laburisti ne chiedevano sempre di più». L’ex spia della Statni Bezpecnost, il servizio segreto di Praga, ha ironizzato sui servizi segreti inglesi, «che pagavano invece i collaboratori reclutati oltrecortina con bonifici bancari mensili, rendendo così molto facile individuarli».

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Jeremy Corbyn durante una manifestazione di odio contro Israele

Sarkocy ha precisato che il vice di Corbyn John McDonnell non ha mai ricevuto compensi, ma ha confermato gli incontri che avrebbe avuto in numerose occasioni con esponenti del Kgb: il suo contatto era un agente che si faceva chiamare P Tibor. Le domande da porre ai loquaci parlamentari erano decise a Praga e a Mosca. A Corbyn si chiedevano informazioni sugli agenti britannici del MI5 e MI6, e sull’arsenale atomico americano. A conferma della familiarità che avrebbe raggiunto con gli esponenti laburisti, l’ex spia ha rivelato che quando nel 1989 Margaret Thatcher lo espulse dalla Gran Bretagna gli fu organizzato al ministero degli Esteri un party d’addio, al quale parteciparono sia Corbyn che Livingstone.

Secondo Sarkocy, Corbyn era «comunista dentro», una passione politica ereditata dai genitori. In generale, ha aggiunto, «i laburisti erano pericolosi per la Gran Bretagna, perché erano instabili e ciarlieri». Corbyn continua a negare ogni coinvolgimento e i suoi collaboratori dicono che le accuse «diventano ogni giorno più assurde». L’atmosfera politica intanto si scalda. Il ministro della Difesa Tobias Ellwood auspica «che si indaghi sulla lealtà di Corbyn alla Gran Bretagna». Migliaia di persone hanno firmato una petizione online che chiede di dire la verità e all’interno del partito laburista gli oppositori si preparano all’attacco finale.

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direttore@lastampa.it

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