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La Stampa Rassegna Stampa
10.12.2017 C'è Israele nel nostro futuro tecnologico
Alain Elkann intervista Amnon Shashua, inventore intelligente e saggio

Testata: La Stampa
Data: 10 dicembre 2017
Pagina: 29
Autore: Alain Elkann
Titolo: «L'auto verrà a prenderci anche in ufficio»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 10/12/2017, a pag.29, con il titolo "L'auto verrà a prenderci anche in ufficio", l'intervista di Alain Elkann a Amnon Shashua, inventore israeliano dell'auto a guida autonoma.

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Alain Elkann                  Amnon Shashua

II professor Amnon Shashua è amministratore delegato di Mobileye, leader mondiale nei sistemi di prevenzione delle collisioni, e senior vice president di Intel Corporation, uno dei maggiori produttori di chip del mondo. Shashua è anche titolare della cattedra di informatica all'Università ebraica di Gerusalemme. Può raccontare la sua storia? «Ho conseguito il dottorato in Intelligenza Artificiale al Mit nei primi Anni 90. Quando ho scoperto una nuova formula matematica, il professore che mi seguiva mi ha detto: "Fai domanda per un brevetto". Per la prima volta mi è venuto in mente che si possono coniugare scienza e affari. Sono quindi tornato in Israele per insegnare all'università e ho fondato la mia prima azienda, CogniTens, nel campo della ricostruzione 3D da immagini multiple per applicazioni industriali. Nel 1999, poi, io e il mio socio Ziv Aviram abbiamo creato Mobileye e nel 2010 abbiamo fondato un'altra società, OrCam. Dal 1995 sono un professore e un imprenditore e ho due vite. Sono attivo nella ricerca e l'anno scorso ho pubblicato 11 studi». Perché ha venduto Mobileye a Intel? «L'abbiamo venduto nell'estate del 2017 per 15,3 miliardi di dollari, la più cospicua transazione mai avvenuta in Israele. Nel 2014 abbiamo realizzato la più grande Ipo israeliana, un'offerta pubblica iniziale, sulla Borsa di New York. La cosa eccitante di Mobileye è che stiamo lavorando al futuro dei trasporti. Come si può far si che un'auto si guidi da sola? Lavoriamo con molte aziende diverse». Che cosa fate? «Sviluppiamo hardware, chip per computer e software per rilevare l'ambiente e interpretare i segnali inviati dalle telecamere, arrivando alle conoscenze necessarie per guidare autonomamente un veicolo». Ache fase di sviluppo si trovano i veicoli a guida autonoma? «Crediamo che nel 2021 questa tecnologia sarà matura e sarà quindi possibile acquistare auto che non è necessario guidare. Intanto ci sono già sistemi di assistenza alla guida che aiutano i conducenti a ridurre gli incidenti, prevenendo le collisioni con pedoni o con altri veicoli. Sono già installati in molte auto: più di 20 milioni sono stati forniti da Mobileye». Qual è !Idea di queste auto? «Pensi a Uber: senza conducente il costo verrà ridotto del 50%. II mercato più attraente per Mobileye è quello cittadino. Posso comprare un'auto che mi porta al lavoro, torna a casa per fare altre cose per il resto della famiglia e più tardi torna a prendermi in ufficio. In futuro avremo meno macchine, meno parcheggi e cambierà la struttura delle città». Brutte notizie per le case automobilistiche? «No. Stanno producendo queste auto che generano maggiori entrate». Quanto tempo ci vorrà? «Decenni per sostituire tutte le auto, ma è una rivoluzione». È sicuro che funzionerà? «E un affare di enorme portata. Credo che le auto normali saranno prodotte ancora per molti decenni, ma le auto a guida autonoma sono una soluzione interessante». Perché sono più sicure? «Non si distraggono e non sono mai ubriache. Ma ci vorrà del tempo per renderle completamente sicure». Qualicompagnieautomobilistiche stanno lavorando a questa ricerca? «Intel, Google, Uber e tante startup: ci sono molti attori coinvolti. La mia missione con Intel è completare lo sviluppo ed essere pronti per il 2021». Ha dei concorrenti? «Certo. Bosch, Google e alcuni produttori di auto. Come ho detto prima, ci sono molti giocatori in campo. F unzionerà, ma occorre fare la cosa giusta, portare i costi al giusto livello e garantire la sicurezza. Puoi vincere la gara e arrivare primo, ma non è questo che conta. La cosa più importante è la sicurezza». Lei di che cos'altro si occupa? «Ho un'altra azienda, OrCam, che aiuta i ciechi e chi ha problemi di vista, usando l'Intelligenza Artificiale. Le cose stanno andando molto bene ed entro due anni saremo in Borsa». Che cosa insegna all'Università Ebraica? «Informatica. Israele è molto forte nell'informatica. Siamo tra i top 50 del mondo». Ora è miliardario: la sua vita è cambiata  da quando ha venduto Mobileyea Intel? «La mia vita non è cambiata. Continuo a lavorare e a insegnare ogni giorno». È nata qualche gelosia? «L'università ha molto beneficiato dalle entrate derivanti dalla vendita di Mobileye». L'Intelligenza Artificiale finirà per ridurre il nostro cervello? «L'Intelligenza artificiale inizierà a sostituire tutto ciò che è troppo ripetitivo. A mio avviso non è pericolosa». Un giorno ci sarà pace in Israele? «Parlare di pace è come parlare di quando colonizzeremo Marte. È meglio guardare a ciò che sta accadendo nella regione. C'è un vero sconquasso in atto nella civiltà araba e, finché il processo non si sarà stabilizzato, non ha senso parlare di pace. Possiamo solo parlare di stabilità». Qual è il ruolo di Israele in tutto questo? «E mantenere la stabilità, con un esercito forte, un'economia forte e una tecnologia forte. Perché, se sei debole, soccombi. In questa parte del mondo non c'è tolleranza per la debolezza». (traduzione di Carla Reschia)


direttore@lastampa.it

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