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La Stampa Rassegna Stampa
03.09.2017 I kurdi avanzano a Raqqa, Isis assediato
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 03 settembre 2017
Pagina: 15
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «I kurdi avanzano a Raqqa, Isis assediato»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 03/09/2017, a pag.15 con il titolo "I kurdi avanzano a Raqqa, Isis assediato" il commento di Giordano Stabile

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Giordano Stabile            soldati kurdi a Raqqa

 Un «colpo di falce». Con un blitz lanciato alla vigilia dell’Eid al-Adha, la più importante festa musulmana, i guerriglieri curdi hanno tagliato in due le difese dell’Isis nella città vecchia di Raqqa, isolato la parte meridionale e ripreso tutto il centro storico dopo duri combattimenti casa per casa. Gli islamisti sono stati così sloggiati dai quartieri che portano ancora il nome del califfo Harun al-Rashid, che fece della città sull’Eufrate la capitale del suo impero alla fine del IX secolo dopo Cristo. Sta per finire il dominio dell’autoproclamato califfo Abu Bakr al-Baghdadi. I suoi uomini hanno governato Raqqa in un crescendo di violenze e orrori per quasi quattro anni. Gli ufficiali curdi sono convinti di poter finire il lavoro «entro due mesi». Il portavoce delle Syrian democratic forces, Talal Sello, ha precisato che ora le forze curde sono ai margini del centro moderno della città, dove si trova «la base principale degli islamisti». La perdita della città vecchia è un duro colpo all’Isis ma l’annuncio della liberazione serve anche a sollevare il morale delle truppe curde. I guerriglieri hanno perso nella battaglia uno dei loro comandanti più apprezzati e capaci, Adnan Abu Amjad, e hanno pagato un prezzo pesante, con decine di caduti, compresi molti ufficiali con grande esperienza e difficili da sostituire.
Al-Baghdadi ancora vivo
Anche se Raqqa è grande un solo quarto di Mosul, i guerriglieri devono affrontare difficoltà impreviste. L’Isis si è preparato con una tattica diversa. Ha lasciato in città meno combattenti e meno civili, fra i 20 e i 30 mila, ha ammassato riserve di cibo sufficienti e riempito i tunnel sotto la città con carburante, armi, munizioni, officine per fabbricare razzi e droni. E con i droni, armati di telecamere e proiettili di mortaio, è riuscito a individuare e uccidere molti ufficiali e comandanti. A difendere gli ultimi quartieri non sono poi jihadisti stranieri ma gli uomini delle tribù dominanti sotto il regno dell’Isis, soprattutto gli Al-Shawir del «governatore» Abu Loqman, che difendono case e famiglie, temono vendette, e cercheranno di resistere all’inverosimile. La maggior parte dei foreign fighter si è ritirata all’inizio di maggio, dopo un sopralluogo dello stesso Al-Baghdadi, sfuggito però al raid russo che sembrava averlo ucciso, come ha confermato ieri il generale Stephen Townsend, comandante della coalizione anti-Isis.
Verso Sirte
Il califfo è ora braccato in un zona remota al confine fra Siria e Iraq, dove tiene un profilo bassissimo. Ma non smette di tramare. I foreign fighter risparmiati a Raqqa serviranno per cercare di colpire ancora in Europa, mentre le cellule in Libia si sono già riattivate e due giorni fa si sono riaffacciate anche sulla costa, quando una colonna di veicoli armati ha occupato il villaggio di El-Tesseyn, fra Sirte e Ras Lanuf, pregato in una moschea e festeggiato l’Eid al-Adha. La colonna si sarebbe poi ritirata verso l’interno ma il blitz segnala come gli islamisti si muovono con sempre maggiore libertà e aggressività nel retroterra di Sirte, dalla costa fino all’oasi di Jufra. La scorsa settimana hanno rivendicato l’attacco a un checkpoint in cui nove militari delle forze di Khalifa Haftar, e due civili, sono stati uccisi e decapitati.

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