martedi` 30 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
27.08.2017 Neo nazi, suprematisti, razzisti,antisemiti, omofobi in crescita
Analisi di Monica Perosino,Francesco Grignetti,Francesco Semprini

Testata: La Stampa
Data: 27 agosto 2017
Pagina: 6
Autore: Monica Perosino-Francesco Grignetti-Francesco Semprini
Titolo: «Addestrati e armati»

Sulla crescita dei movimenti razzisti, neo nazi, suprematisti bianchi. antisemiti, omofobi in Europa e Usa, la STAMPA pubblica oggi, 27/08/2017, due pagine 6/7, con le analisi di Monica Perosino, Francesco Grignetti e Francesco Semprini.
Non è un fenomeno recente, piuttosto è stato sottovalutato perchè appariva marginale. Oggi non lo è più, bene ha fatto la Stampa a evidenziarlo nella sua interezza, mentre gran parte degli altri giornaloni se ne accordono ora quando alla guida Usa c'è Trump, come se neo nazi, suprematisti, antisemiti, omofobi non fossero esistiti sotto le presidenze democratiche.
Un fenomeno da perseguire con la massima forza, così come dovrebbe essere eliminato il terrorismo islamico, che l'Occidente non ancora bene inquadrato in tutta la sua pericolosità.

Monica Perosino: " Addestrati e armati, i gruppi neonazisti spaventano l'Europa "

Immagine correlataImmagine correlata
Monica Perosino                       Germania ultra destra

Smantellati campi paramilitari in Germania e in Russia I miliziani dell’ultradestra istruiti dai separatisti ucraini Monica Perosino La preoccupazione degli analisti e delle intelligence europee all’indomani dello scoppio del conflitto in Ucraina, nell’aprile 2014, è diventata un dato di fatto in meno di due anni. Nutrita dalla crisi economica, dal terrorismo jihadista e dalla paura per i migranti, la rete neonazista occidentale ha infine fatto quel «salto di qualità» tanto temuto ed è passata all’azione armata e all’addestramento militare organizzato. Il mosaico è stato ricomposto grazie a un verdetto di un tribunale di Göteborg, Svezia: lo scorso 22 luglio sono stati condannati per tentato omicidio e crimini d’odio due uomini, esecutori materiali di un attacco a un centro per richiedenti asilo. Avevano usato bombe artigianali ed erano esponenti dello Svenska motståndsrörelsen, il Movimento di resistenza svedese, fondato negli Anni 90 da alcuni appartenenti al gruppo terrorista Resistenza ariana bianca. Le tracce di Dna prelevate a Göteborg hanno inchiodato i due nazisti anche per un attentato a un centro ricreativo abitualmente frequentato da sindacalisti e per un assalto ad un altro centro per immigrati. Ma la vera sorpresa è arrivata durante la lettura del verdetto: i due condannati non avevano agito di impulso e senza «preparazione», ma erano entrambi stati in Russia, dove avevano partecipato a un campo di addestramento condotto da militari che avevano combattuto tra le file dei separatisti russi in Ucraina. Copione simile per il gruppo neonazista ungherese Maggyar Arcvonal, movimento paramilitare negazionista che propaga l’odio contro ebrei e omosessuali, a cui sei mesi fa è stato sequestrato un arsenale di bombe artigianali e fucili d’assalto, oltre al consueto armamentario di svastiche e simboli nazisti. Anche in questo caso le armi porterebbero dritto a un gruppo di mercenari filorussi. E se è vero che due indizi sono una coincidenza, ma tre fanno una prova, lo smantellamento del campo paramilitare in Turingia, Germania, il 22 giugno scorso, ha convinto le forze di sicurezza europee che il salto di qualità è ormai un fatto compiuto. Nel blitz - che ha portato all’arresto di 13 persone di diverse nazionalità - sono state sequestrate armi a breve e medio raggio, munizioni e pistole. La polizia tedesca ha spiegato che «è stata sgominata un’organizzazione criminale sospettata di istituire campi di addestramento paramilitare» nelle foreste della regione. «Le persone arrestate sono membri di un movimento estremista attivo a livello internazionale». La rete scoperta nelle foreste della Turingia sarebbe collegata al gruppo Europäische Aktion, fondato nel 2008 da uno svizzero noto per le sue teorie negazioniste. Secondo la Fondazione Amedeu-Antonio di Berlino, nel 2016 in Germania sono stati registrati 23 mila reati di stampo neonazista. Per i servizi di sicurezza i neonazisti possono contare su circa 22 mila militanti, 7 mila dei quali appartengono a piccoli gruppi e cellule clandestine. I servizi segreti tengono attualmente sotto osservazione 25 «lupi solitari», considerati come potenzialmente pericolosi e sospettati di voler organizzare attentati terroristici. Oltre alla Germania, tra i Paesi in cui il neonazismo ha trovato terreno fertile ci sono soprattutto la Scandinavia e gli ex sovietici: «Il fenomeno del salto militare, con i campi di addestramento in Russia, sta crescendo - spiega Øyvind Strømmen, analista di Oslo, esperto di movimenti di estrema destra -. Sembra di assistere allo stesso processo che si osservò durante la guerra nei Balcani. Negli Anni 90 era lì che si addestravano i miliziani dell’ultradestra, oggi c’è l’Ucraina. Teatri perfetti per far crescere in sicurezza e preparazione i neonazisti scandinavi, molti dei quali sono andati a combattere anche in Siria, accanto a curdi». Il potenziale di violenza, secondo Øyvind Strømmen è enorme: «I numeri sono ancora bassi, ma i miliziani addestrati in Ucraina tornano nei rispettivi Paesi con un esperienza militare e una fiducia nelle azioni armate estremamente solide». Le ultime operazioni di polizia mostrano due dati preoccupanti: l’organizzazione sistematica di una rete paramilitare e il legame diretto con le milizie filorusse. Il motivo per cui Mosca dovrebbe sostenere forze neonaziste, per gli analisti potrebbe essere un sistema per radicalizzare la politica di alcuni Paesi puntando sui movimenti paramilitari più vicini alle posizioni euroasiatiche, in opposizione all’asse euro-atlantico. Secondo un rapporto del think tank ungherese Political Capital, ad esempio, il sostegno di Mosca all’ormai partito ufficiale Jobbik non è in dubbio come non lo è il sostegno al Fronte Nazionale Ungherese 1989, il cui campo di addestramento era finanziato da Putin. Si tratterebbe solo di un esempio della «radicalizzazione sostenuta dal Cremlino fra i movimenti estremisti in Ungheria, Slovacchia, Repubblica Ceca e Polonia». La nascita di questi «foreign fighter» di estrema destra «coincide con la crisi in Ucraina - spiega Marco Di Liddo, analista del Centro Studi internazionali di Roma -. Il conflitto, a causa del suo carico simbolico, ha portato a una polarizzazione tra pro europeisti e anti europeisti, e tra pro russi e anti russi, ed ha mobilitato tutti quei gruppi che hanno nella loro agenda questi poli ideologici. Foreign fighter europei con retoriche identiche ma opposte si sono schierati nei combattimenti, divisi tra filorussi e anti russi». Qui l’ideologia politica centra poco: «Putin con il comunismo e la cultura di sinistra non ha niente a che fare, è un “rossobruno” con pilastri del nazionalismo. Per questo è diventato un faro per tutti i movimenti di destra, anche quelli istituzionalizzati come Jobbik e Front National». Di Liddo ricorda la contemporaneità di più fattori: crisi economica, emergenza profughi, crisi ucraina. «Per ora il vero pericolo è che la retorica estremista sta contagiando i partiti istituzionalizzati. E il vero problema è l’effetto domino di violenza che contagia più parti della società»

Francesco Grignetti: " Da Forza Nuova a casa Pound tra nazionalismo e omofobia "

Immagine correlata.
Francesco Grignetti

Immagine correlataImmagine correlata

Rieccoli, quelli di Forza Nuova. Stavolta si sono scatenati contro il parroco del Pistoiese, cavalcando i temi classici dell’ultradestra: il «mondialismo» che comprime l’indipendenza nazionale, l’immigrazione che mina l’identità, l’euro che uccide la sovranità monetaria. E però Forza Nuova, movimento creato a immagine e somiglianza del suo leader Roberto Fiore, che fu un protagonista della destra extraparlamentare e violenta a Roma già negli Anni Settanta, ci mette di suo il culto della famiglia, la paura del decremento demografico, l’indissolubilità del matrimonio, l’ostilità per i gay. E’ fortissima l’impronta cattolico-tradizionalista. Non per nulla il leader ha undici figli. Con Forza Nuova siamo lontanissimi dall’universo Casapound, che pure non scherza su queste tematiche, ma in chiave di rottura, movimentista, scanzonato, totalmente laico e distante da un approccio confessionale. Forza Nuova è più un partitino con le sue liturgie, il segretario, le sedi. Anche Forza Nuova, però, specie a Roma, da qualche tempo sta accentuando il «movimentismo». Dipende da un leader in ascesa, Giuliano Castellino. C’erano lui e i suoi, forniti di tirapugni, in piazza Colonna nel febbraio scorso, quando una manifestazione di taxisti degenerò in tafferugli davanti alla sede del governo. C’era sempre Castellino, a marzo, che cercava visibilità tra le tante manifestazioni di protesta contro l’anniversario dei Trattati di Roma che istituirono la Comunità europea: «Combattenti romani - scriveva - siamo un fiume in piena. Vi invito al massimo sforzo». Ecco, a maggio, in via Nomentana, di nuovo Castellino era in prima fila nell’occupazione provocatoria della sede dell’Oim, l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, scambiando una austera agenzia delle Nazioni Unite per una Ong qualsiasi. Oltretutto, a dispetto di quel che crede Forza Nuova, l’Oim è impegnata a far rientrare in patria i migranti, non a farli arrivare in Italia. A giugno, Forza Nuova protestava alla sua maniera, con petardi e tentativi di sfondamento, contro la legge sullo «ius soli». I suoi militanti quel giorno tentarono di raggiungere il Senato e furono dispersi con i getti degli idranti (le stesse autobotti della polizia viste in azione l’altro giorno a piazza Indipendenza, ironia della sorte). «Ormai è guerra. In questo momento - fu il commento sui social - un manipolo di guerrieri sono schierati qui in piazza. La legge sullo Ius Soli non passerà, o sarà battaglia in tutta Italia». Tanta veemenza garantisce visibilità, ma pochi consensi. «Mentre nei capoluoghi di provincia - scriveva Roberto Fiore dopo le ultime Amministrative - si conferma un trend non soddisfacente per i nostri candidati sindaco, che ottengono attorno allo 0,4%, nei centri di media grandezza i risultati sono più rilevanti». A Roma, in effetti Forza Nuova sosteneva la candidatura di Alfredo Iorio, storico responsabile della sezione di via Ottaviano del Movimento Sociale, che si è fermato allo 0,21%, quando l’aborrita Casapound ha incassato l’1,14%. E la competizione tra l’ultradestra continua.

Francesco Semprini: " Svastiche, rituali e alleanze sul web. Si espande l'America suprematista "

 Immagine correlataImmagine correlatadirettore@lastampa.it


Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT