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La Stampa Rassegna Stampa
24.08.2017 Come si devono combattere i terroristi
In Israele e in Europa, di Rolla Scolari

Testata: La Stampa
Data: 24 agosto 2017
Pagina: 15
Autore: Rolla Scolari
Titolo: «Israele revoca la cittadinanza a chi aderisce allo Stato islamico»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 24/08/2017, a pag.15, con il titolo " Israele revoca la cittadinanza a chi aderisce allo Stato islamico " la cronaca di Rolla Scolari.

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E ci mancherebbe che non lo facesse!  Lo stesso vale per chi aderisce in qualunque forma al terrorimo, in Israele e ovunque. Se non ha ancora commesso nessun omicidio è solo perchè lo sta ancora preparando. Non bisogna dargli il tempo di urlare AllahU Akbar.

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Rolla Scolari

Il ministro dell’Interno israeliano, Arie Deri, ha detto che il suo governo è pronto a revocare la cittadinanza in absentia a venti individui partiti per i fronti dello Stato islamico. La maggior parte di loro, secondo il sito del Jerusalem Post, sarebbe arabo-israeliana. Il ministro, che da mesi spinge per la cancellazione della nazionalità a cittadini membri di organizzazioni terroristiche, fa appiglio a un emendamento della legge sulla cittadinanza entrato in vigore questo mese. Ed è infatti a inizio agosto che la notizia della revoca della cittadinanza ordinata dal tribunale di Haifa nei confronti di Alaa Raed Ahmad Zayoud, cittadino arabo-israeliano che a ottobre ha travolto con un veicolo e poi accoltellato un gruppo di soldati, ha creato controversie, che a differenza di quelle in corso in Europa sulla stessa questione si inseriscono in parte all’interno del conflitto israelo-palestinese. Dopo il verdetto del tribunale di Haifa, le associazioni per i diritti civili locali sono insorte, parlando di un «precedente pericoloso». Si tratta della prima volta, dopo anni che Israele discute misure simili nel dibattito sul conflitto con i palestinesi, che a un cittadino è revocato il passaporto. Benché finora Israele sia sembrato immune agli attentati dell’Isis che colpiscono l’Europa, a ottobre 2015 l’intelligence ha sventato per la prima volta un piano terroristico del califfato contro obiettivi militari. Il dibattito sulla revoca della nazionalità a cittadini coinvolti in azioni terroristiche divide ormai da anni Paesi europei e non soltanto, e cresce in questi mesi con il rafforzarsi della minaccia dei foreign fighter di ritorno da quei territori in medio oriente che lo Stato islamico perde progressivamente. L’Australia ha fatto un passo indietro nel 2015 sulla questione, e lo stesso è accaduto in Gran Bretagna, che meditava la cancellazione del passaporto soltanto a cittadini con doppia nazionalità, come in Francia. L’ex presidente francese François Hollande, che per farlo avrebbe dovuto emendare la Costituzione, ha trovato uno sbarramento. Dopo i due attentati del 2016, il ministro dell’Interno tedesco Thomas de Maizière, nell’annunciare un pacchetto di nuove misure di sicurezza nazionali, aveva incluso la possibilità di revoca di cittadinanza e deportazione. Anche in Tunisia, che oggi non sa come affrontare la possibilità del rientro di centinaia di jihadisti – ne sarebbero partiti 3000 dal Paese – le polemiche sulla proposta di rendere apolidi i connazionali partiti spacca la politica e l’opinione pubblica. In Olanda, invece, a febbraio il Senato ha approvato una legge per cancellare la nazionalità a cittadini in possesso di doppio passaporto.

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direttore@lastampa.it

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