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La Stampa Rassegna Stampa
21.04.2016 Freddo saudita: Obama a Riad ma Salman non lo accoglie
Commento di Giordano Stabile

Testata: La Stampa
Data: 21 aprile 2016
Pagina: 11
Autore: Giordano Stabile
Titolo: «Obama a Riad ma Salman non lo accoglie»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 21/04/2016, a pag. 11, con il titolo "Obama a Riad ma Salman non lo accoglie", il commento di Giordano Stabile.

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Giordano Stabile

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Il re saudita Salman con Barack Obama

Ad attendere Barack Obama ai piedi della scaletta mentre scendeva dall’Air Force One all’aeroporto di Riad non c’era re Salman ma il governatore della capitale saudita Faisel bin Bandar. Il sovrano era ad accogliere i leader dei Paesi del Consiglio per la cooperazione nel Golfo, in vista del summit regionale. Un piccolo sgarbo che riassume lo stato dei rapporti fra America e Arabia Saudita. Vista da oltre l’Atlantico la visita è stata segnata dalle polemiche sulle «28 pagine» del rapporto del Congresso sull’11 settembre, che accuserebbero funzionari e diplomatici sauditi di complicità con Al-Qaeda. Al di là della minaccia da parte del ministro degli Esteri Adel al-Jubeir di ritirare 750 miliardi di investimenti dagli Stati Uniti, una boutade, per Riad la questione è chiusa. Analisti ed ex ambasciatori hanno ripetuto che Osama bin Laden aveva scelto apposta kamikaze sauditi per spezzare il rapporto fra la casa dei Saud e l’America, e così indebolirla e rovesciarla. Omar Mohammed, analista del centro Darasat, cita invece Philip Zelikow, executive director della Commissione sull’11 settembre, e il suo giudizio sulle «28 pagine»: materiale «grezzo».

Riad viaggia già oltre l’alleanza lunga 70 anni con gli Usa, nonostante le frasi di circostanza. La priorità del presidente americano è tenere sotto controllo le tensioni fra Iran e Arabia, evitare altre guerre per procura che alla fine favoriscono i gruppi islamisti, e distruggere l’Isis. La «dottrina Salman» vede un Medio Oriente senza, o con meno, America. Vuole forgiare una forza di difesa sunnita formidabile, tesa a dissuadere «l’espansionismo» di Teheran. Ha speso 150 miliardi di dollari in armi e ha in programma di investirne altri 100 nei prossimi 5 anni. Ha creato una coalizione con 34 Paesi. Vuole una moneta unica e una zona di libero scambio nel Golfo. Dopo l’assestamento e le rivalità fra il ministro della Difesa Mohammed bin Salman e quello degli Esteri Al-Jubeir, re Salman «ha preso le redini del Medio Oriente», come puntualizza l’analista Nawaf Obaib. L’accordo con l’Egitto per riappropriarsi delle isole strategiche nel Mar Rosso, con il tacito assenso di Israele, è la prova di una politica da leader regionale, senza tutele di superpotenze.

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