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Le due visite di Abu Mazen a Roma si sono risolte la prima, quella con Matteo Renzi, in un mezzo fiasco. Nessuna conferenza stampa congiunta, nessun comunicato sottoscritto insieme. Cerimonia di accoglienza entro i limiti della buona educazione. Risultato vicino allo zero. Ecco la cronaca, uscita a pag.12 con il titolo "Abu Mazen da Francesco. L'ira dell'ambasciatore israeliano alla Santa Sede"
Venti minuti di colloquio, due abbracci e un auspicio: «Lei sia un angelo della pace». Si può riassumere così la visita del presidente dello Stato di Palestina Abu Mazen a Papa Francesco. Il suo auspicio Bergoglio lo ha formulato presentando al presidente palestinese un dono, la medaglia del Pontificato con impressa la figura dell’angelo della pace che, ha detto il Papa ad Abu Mazen, «distrugge lo spirito cattivo della guerra». Abu Mazen aveva partecipato l’8 luglio scorso con l’allora presidente israeliano Shimon Peres e il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I alla preghiera per la pace promossa nel Giardini Vaticani da Papa Francesco. La visita non è piaciuta a Israele che attraverso l’ambasciatore presso la Santa sede, Zion Evrony, ha commentato: «È increscioso che Abu Mazen usi forum internazionali per attaccare Israele e si astenga dal tornare ai negoziati che sono il giusto modo di attuare una soluzione di pace». Per inviare alla Stampa la propria opinione, telefonare: 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
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