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La Stampa Rassegna Stampa
25.09.2014 Tocca a un francese: le decapitazioni dell'Isis non si fermano
Cronaca di Paolo Levi

Testata: La Stampa
Data: 25 settembre 2014
Pagina: 3
Autore: Paolo Levi
Titolo: «Vendetta Isis, ucciso l'ostaggio francese»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 25/09/2014, a pag. 3, con il titolo "Vendetta Isis, ucciso l'ostaggio francese", la cronaca di Paolo Levi.

Paolo Levi
Paolo Levi


"Non sono d'accordo con te, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a..."
"Morte? Ok!"

Orrore e sgomento per la decapitazione di Hervé Gourdel, guida alpina francese di 55 anni, rapito domenica nelle montagne dell’Algeria dai fondamentalisti del gruppo jihadista Jund al Khilafa e giustiziato ieri senza pietà. «È la vendetta» per «l’aggressione crociata francese al Califfato», afferma l’ala algerina dello Stato islamico (Isis) nel video di circa cinque minuti, intitolato «Ecco il messaggio di sangue per il governo francese», che mostra l’esecuzione.
Nel filmato, simile ai video diffusi in precedenza dall’Isis per annunciare la decapitazione dei giornalisti americani, di prigionieri curdi e del cooperante britannico uccisi in Siria e in Iraq tra fine agosto e i primi di settembre, si vede l’ostaggio, sposato con due figli, pronunciare le ultime parole. Gourdel si rivolge direttamente al presidente François Hollande accusandolo di avere seguito la linea di Barack Obama, poi invia un messaggio d’amore ai familiari. È un assassinio «vile e crudele», ha reagito da New York, il leader francese, annunciando che i raid di Parigi contro le postazioni dell’Isis in Iraq andranno comunque avanti e che anzi, l’uccisione di Gourdel «contribuisce a rafforzare» la determinazione della Francia nella lotta al terrorismo.
Lunedì, Jund al Khilafa, aveva minacciato di uccidere «entro 24 ore» l’ostaggio rapito il giorno precedente nelle montagne algerine della Cabilia, se Parigi non avesse fermato i bombardamenti contro le postazioni dell’Isis. Hollande ha risposto pubblicamente che non si sarebbe piegato al «ricatto» dei terroristi e che avrebbe continuato a bombardare l’Iraq, in cooperazione con gli Usa e il governo di Baghdad. Il rapimento e la successiva decapitazione della guida alpina sono seguiti al terrificante messaggio diffuso lo scorso fine settimana in cui lo Stato islamico chiedeva di giustiziare «i miscredenti» di tutti i Paesi che sostengono i raid in Iraq e Siria, a partire dagli «sporchi e cattivi» francesi.
Residente a Nizza, Gourdel era arrivato sabato in Algeria per fare trekking. È stato «individuato» dai suoi assassini tramite il suo profilo Facebook, su cui l’appassionato alpinista riportava le tappe del suo viaggio a oltre duemila metri. Domenica, poco prima di essere sequestrato, ha parlato un’ultima volta con il figlio, dicendo che avrebbe cominciato «una camminata di un paio di giorni» e che sarebbe stato difficile contattarlo.
Esperto di montagna, con tanti viaggi tra Marocco, Nepal e Giordania, Gourdel ha creato nel 1987 un’agenzia di guide alpine a Saint-Martin-Vésubie, alle porte del parco nazionale del Mercantour, al confine con l’Italia, e organizzava stage fotografici nell’Atlante marocchino. Nel suo sito internet, dedicato ai paesaggi alpestri, Gourdel parla del suo grande amore. «Quella per l’alpinismo - racconta - è una passione che coltivo sin da giovane» e che «mi ha permesso di guadagnare da vivere lontano dagli uffici, arrampicandomi, sciando, percorrendo fiumi, parlando della montagna e trasmettendo entusiasmo e conoscenza». In questo modo vogliono ricordarlo i suoi cari, chiusi nel riserbo a Nizza. Mentre il sindaco ha listato le bandiere a lutto

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