venerdi 26 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
23.09.2014 La vittoria demografica: oltre 6 milioni di ebrei in Israele
Commento di Elena Loewenthal

Testata: La Stampa
Data: 23 settembre 2014
Pagina: 1
Autore: Elena Loewenthal
Titolo: «E ora 6 milioni sono gli ebrei in Israele»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 23/09/2014, a pagg. 1 e 27, con il titolo "E ora 6 milioni sono gli ebrei in Israele", il commento di Elena Loewenthal.


Elena Loewenthal


Yad VaShem, il memoriale della Shoah a Gerusalemme


'Benvenuti in Israele'

«Vittoria del sionismo», titolava ieri a tutta pagina «Israel HaYom», il quotidiano a distribuzione gratuita più diffuso del paese. Non si tratta di campo di battaglia, non si tratta di lotta per l'indipendenza, non si tratta nemmeno di occupazione. Non è una vittoria conquistata con le armi ma raggranellata un numero dopo l'altro nelle sale parto, con tenacia e pazienza e voglia di esistere. «Storia» in ebraico si dice mi dor ledor: di generazione in generazione. Mai facile, ma meno che mai nel secolo appena passato.
Eppure oggi vivono in Israele più di sei milioni di ebrei: così dice il censimento annuale i cui dati vengono pubblicati alla vigilia del Capodanno ebraico, ogni anno. Israele conta quasi nove milioni di abitanti, cioè di cittadini dello Stato d'Israele (esclusi ovviamente i territori occupati). II che testimonia un trend di cresciuta per noi europei davvero inconsueto: quasi centottantamila nascite nel corso dell'anno (con un gap di cinquemila fiocchi rosa in meno di quelli celesti), ventiquattromila nuovi immigrati, quest'anno giunti soprattutto dalla Francia. Centoquarantamila matrimoni e trentaduemila divorzi. Cifre modeste, forse. Proporzionate a un paese grande, cioè piccolo, grosso modo quanto la Lombardia, anche se la sovraesposizone mediatica sembra dilatarne confini e misure.
Ma al di là di queste cifre, ce n'è una che non si può non definire storica, e ci vuole un attimo prima di capirlo perché bisogna chiamare in causa la memoria, fare una terribile equazione mentale ed emotiva. Perché sei milioni di persone - qui vive e allora morte - non è un numero qualunque. Sei milioni è il numero dei morti sterminati nella Shoah: nel fumo dei forni crematori, nei ghetti, nelle fosse comuni, nelle fucilazioni di massa, nei giochi dei nazisti che usavano i neonati ebrei per il tiro al piattello, negli angoli dei ghetti, nei treni merci che attraversavano l'Europa pieni di vite e vuoti di morte. E ora, a settant'anni di distanza dal buco nero della Shoah, in Israele vivono sei milioni e centoquattromila ebrei. Il sorpasso è d'un soffio o poco più. Ma è la prima volta che succede nella storia di questo piccolo paese, nella storia del movimento politico e spirituale che l'ha creato - il sionismo -.
Ed è una vittoria che mette i brividi, tanto da meritarsi il titolo di giornale a tutta pagina, anche se il censimento è una consuetudine annuale in Israele, quasi a segnare una millenaria continuità bíblica. Nel testo sacro, infatti, gli israeliti vengono ripetutamente contati. Prima da se stessi, poi dai romani, come capita nei Vangeli al tempo della nascita di Gesù.
Ma soltanto in questa contemporaneità che ha significato per l'ebraismo il capovolgimento di un destino bimillenario in due direzioni opposte - quella di morte nella Shoah e quella di vita nella rinascita dello Stato ebraico - il fatto di contarsi ha assunto un significato cruciale. Dopo la Shoah si è contato il silenzio di sei milioni di persone che non rispondevano più perché erano diventate fumo. II censimento israeliano di quest'anno è a suo modo un tiqqun olam, come si direbbe in ebraico: una riparazione del mondo. Oggi almeno i numeri in terra d'Israele hanno rimediato a quella terribile assenza che ancora ci accompagna tutti, a settant'anni di distanza.

Per inviare la propria opinione alla Stampa, telefonare 011/65681, oppure cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT