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La Stampa Rassegna Stampa
19.09.2014 Decapitare passanti a caso: ecco la civiltà che vuole imporci l'Isis
Analisi di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 19 settembre 2014
Pagina: 12
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Da Al Qaeda al Califfo, i 'bersagli facili' per portare il terrore a casa del nemico»

Riprendiamo dalla STAMPA di oggi, 19/09/2014, a pag. 12, con il titolo "Da Al Qaeda al Califfo, i 'bersagli facili' per portare il terrore a casa del nemico", l'analisi di Maurizio Molinari.


Maurizio Molinari


L'attentato alla maratona di Boston del 15 aprile 2013

II piano di decapitare dei passanti scelti a caso nelle strade di una città occidentale segna la trasformazione dei «soft target» jihadisti, nasce dal manuale di Al Qaeda sulla «Malvagità calcolata» e spinge l'anti-terrorismo a modificare i piani di difesa delle retrovie civili adottando tecniche più aggressive.
I nuovi «soft target» Quando nel settembre 2013 un commando di Shabaab somali attacca il Westage Mall di Nairobi, causando 67 vittime, i servizi antiterrorismo Usa e britannici deducono che Al Qaeda persegue una campagna contro «soft target» - obiettivi facili - in Paesi filo-occidentali, evidenziando l'indebolimento militare che le impedisce di attaccare obiettivi più ambiziosi in America o Europa. Ma questa è la vecchia Al Qaeda, guidata da Ayman Al Zawahiri. A far intuire cosa cova nella nuova Al Qaeda, che si riconosce nell'Isis di Abu Bakr Al Baghdadi, è l'aggressione del soldato Lee Rigby a Londra, il 22 maggio 2013: i nigeriani che lo agguantano per strada, Michael Adebolajo e Michael Adebowale, entrambi convertiti all'Islam, usano il machete, infieriscono sul corpo e tentano di mozzargli la testa. A Nairobi il «soft target» è un grande magazzino perché l'Al Qaeda delle origini, che l'11 settembre 2001 abbatte le Torre Gemelle, punta ad attacchi kamikaze per causare stragi di massa, portando alle estreme conseguenze la tecnica dei blitz contro gli «obiettivi facili» inaugurata dai palestinesi di Settembre Nero con i dirottamenti aerei negli Anni Settanta. A Londra invece il «soft target» è un soldato qualsiasi, richiamandosi ai precedenti di Abu Musab Al Zarqawi, leader di Al Qaeda in Iraq nel 2005-2006 che decapitava qualsiasi nemico sottomano: civili sciiti o americani. «La decapitazione sposta il focus del terrore dalla massa all'individuo - spiega Shashank Joshi, analista del Royal United Services Institute di Londra - considerando la dissacrazione del corpo più terrorizzante di un eccidio provocato da una bomba».
Malvagità calcolata Ad aver teorizzato questa forma di violenza è Abu Bakr Naji, considerato il capo della propaganda di Al Qaeda sotto Osama Bin Laden, nel volume «Gestione della Malvagità» pubblicato nel 2004 sul magazine online «Sawt al-Jihad». II libro sostiene la necessità di «creare e gestire risentimento e violenza per moltiplicare le opportunità di reclutamento nel lungo termine» con una «strategia di attrito capace di rivelare la fondamentale incapacità delle grandi potenze di sconfiggere i jihadisti».«La malvagità può consentire ai jihadisti di conquistare sostegno popolare e far rispettare la Sharia sui territori dove nascerà il Califfato» scrive Abu Bakr Naji, con un riferimento diretto allo stesso progetto statuale oggi sostenuto da Al Baghdadi. Per la Jamestown Foundation di Washington il manuale sulla «Malvagità calcolata» ha ispirato Al Qaeda in Yemen prima di essere adottato da Isis trasformando le idee di Naji - ucciso dai droni americani nel 2008 in Pakistan - nella minaccia più bestiale che incombe sulle retrovie dell'Occidente.
Le contromisure Per le unità antiterrorismo impegnate nella difesa delle popolazioni civili, dal Nordamerica all'Europa, da Israele all'Australia, si tratta di adattare la caccia ai «lupi solitari» al «fattore malvagità». A suggerire una possibile formula è Fred Burton, vicepresidente del centro studi Stratfor, che riferendosi al Canada parla di «130 cittadini nei ranghi di Isis di cui 80 tornati a casa». Ciò significa dover rintracciare, seguire ed eventualmente arrestare i singoli portatori della brutalità trasmessa dal Califfo Ibrahim ai seguaci. Da qui la necessità di conoscere con precisione identità e origine dei volontari stranieri nei ranghi di Isis.

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