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Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 17/01/2014, a pag. 11, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Gaza rischia di esplodere" e la sua intervista a Laura Boldrini dal titolo " Boldrini: 'È un’emergenza L’unica strada è lo sviluppo' ". La posizione di Laura Boldrini è fortemente sbilanciata contro Israele, questo è evidente sia dalla cronaca, sia dall'intervista di Maurizio Molinari. " Gaza rischia di esplodere"
«La Striscia rischia di esplodere perché le tensioni interne sono a livello di guardia»: ad affermarlo è Robert Turner, direttore delle operazioni a Gaza dell’Unrwa, l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi che assiste 1,1 milioni su 1,7 milioni di abitanti. L’occasione è l’incontro nella scuola femminile del Beach Camp con il presidente della Camera, Laura Boldrini. Davanti ad un tavolo con dolci e tazzine di caffè, in una delle aule della scuola costruita nel 1995 con fondi italiani, il canadese Turner descrive con cura la dinamica dell’escalation in atto. «La decisione dell’Egitto di chiudere in giugno i tunnel che lo collegavano alla Striscia ha fatto venir meno 1 milione di litri di carburante e 7.500 tonnellate di materiale di costruzione al giorno» esordisce, spiegando che ciò «ha causato un’impennata della disoccupazione anche perché chi lavorava ai tunnel ha perso il lavoro». L’azzeramento del «tunnel trade» - il commercio via tunnel sotterranei - ha inoltre privato Hamas delle imposte sui beni «importati» con la conseguenza che, aggiunge Turner, «in novembre metà degli stipendi pubblici non sono stati pagati» e molti insegnanti sono stati licenziati. Di conseguenza «l’amministrazione locale mostra segni di indebolimento» e Hamas, che controlla Gaza dal successo militare contro Al Fatah nel 2007, è segnata da «preoccupazioni». " Boldrini: “È un’emergenza L’unica strada è lo sviluppo” "
Tel Aviv è una culla delle più moderne start up ma a poche decine di km di distanza c’è la povertà estesa di Gaza»: così Laura Boldrini, presidente della Camera, riassume ciò che più l’ha colpita durante il viaggio in Israele e nei Territori palestinesi. Perché è venuta in Medio Oriente? «Per ricambiare la visita a Roma di Yuli Edelstein, presidente della Knesset, e sancire l’impegno alla collaborazione. È una visita istituzionale e dunque servono rapporti con la società civile: a Tel Aviv ho visto il Centro Peres, a Gaza ho incontrato i cooperanti. Non potevo non andare anche a Gaza e Ramallah». Cosa ha visto nella Striscia di Gaza? «A breve distanza dalla prima nazione per start up, ci sono a Gaza più di un milione di persone che ricevono aiuti alimentari, è un’emergenza. Gaza è chiusa, con procedure lunghe per uscire, i tunnel con l’Egitto sigillati: una situazione critica». Come superarla? «La strada per la pace è lo sviluppo, cioè lasciare alle persone la possibilità di lavorare, svolgere attività, muoversi ed avere un futuro. Quando non c’è risentimento è più facile riconoscere l’altro, cedere qualcosa. Se invece la vita è un percorso ad ostacoli tutto è più difficile e si carica di rancore. Come ho detto al Tempio italiano a Gerusalemme e a Gaza bisogna ascoltare le ragioni dell’altro, avere umiltà, mettersi nei panni del prossimo, gestire meglio i propri sentimenti, lavorare per lo sviluppo comune, saper fare passi indietro. Mettendoci nei panni di un immigrato africano affogato a Lampedusa, dei palestinesi isolati a Gaza o di una famiglia israeliana con un figlio ammazzato in un attentato capiremmo di più». «Perché l’Italia fa parte dell’Ue, che si è data delle linee guida. Per arrivare ad avere un’unica politica estera è importante parlare con una sola voce». Uno dei cooperanti che ha incontrato, Massimo Annibale Rossi, ha chiesto di dialogare con Hamas sui temi umanitari. Cosa ne pensa? «Mi ha chiesto cosa fare per aiutare Gaza, gli ho risposto che il lavoro delle Ong deve continuare raccontando ciò che avviene. La mia parte la faccio anche venendo qui, parlando con l’informazione e dando voce alle storie sui social media. Nel mio sito ho le storie del Centro Peres e ci saranno quelle di Gaza». Scriverà al ministro degli Esteri Bonino sulla visita? «Bonino non ha bisogno dei miei consigli ma le scriverò per valutare se l’Italia può fare qualcosa di più per sostenere lo sviluppo di tanti giovani palestinesi che hanno idee ma non mezzi. L’Italia è per il dialogo. Sono venuta qui per fare la mia parte». Poche ore prima del suo arrivo a Gaza, Ashkelon è stata bersagliata da razzi della Striscia. Che valutazione ne dà? «Il lancio di razzi da Gaza è una violenza inaccettabile. Ciò detto non aiutano neanche le dichiarazioni del ministro della Difesa israeliana che hanno sorpreso tutti, a cui è seguita la reazione di Kerry. Quando ci si avvicina a momenti importanti di un negoziato possono esserci fibrillazioni». Cosa l’ha colpita di più in Israele? «Ha una società civile vibrante, con organizzazioni che parlano apertamente anche sulla pace. È una democrazia robusta con tante contraddizioni. Dai miei incontri posso dire che non siamo d’accordo su Iran e flussi migratori ma in comune abbiamo le posizioni su ambiente, hi-tech, donne in politica e questioni di genere». Per inviare la propria opinione alola Stampa, cliccare sull'e-mail sottostante lettere@lastampa.it |
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