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La Stampa Rassegna Stampa
23.03.2013 Riccardo Pacifici, un ebreo dalla schiena diritta
Parole chiare sul capo 5 stelle

Testata: La Stampa
Data: 23 marzo 2013
Pagina: 9
Autore: Francesca Paci
Titolo: «Ebrei contro il M5S,Grillo: basta insulti- 3 domande a Menachem Gantz, corrispondente di Yediot Ahronot»

I giornali oggi, 23/03/2013, dedicano quasi tutti molto spazio alle dichiarazioni fatte da Riccardo Pacifici al quotidiano israeliano HAARETZ - definito dal sito web dell'Ucei "prestigioso". Qualcuno buca la notizia, ma la maggior parte riferisce evidenziando gli aspetti delle sue dichiarazioni che paiono più utili alla linea politica del quotidiano che le ospita.
Riprendiamo dalla STAMPA la cronaca di Francesca Paci, insieme alla intervista a Menachem Gantz, corripondente dall'Italia di Yediot Ahronot, il quotidiano più venduto in Israele. Fu Gantz a intervistare Grillo un anno fa, intervista che IC pubblicò subito in italiano, e che fece conoscere le opinioni gravemente antisemite e anti-Israele del capataz di 5 stelle.


Che nei confronti del trionfatore delle ultime elezioni si stia diffondendo un'aura di timoroso rispetto, rientra nel carattere italiano di salire prontamente sul carro dei vincitori, persino da parte di chi avrebbe il dovere di prenderne le distanze.
Riccardo Pacifici, presidente della Comunità Ebraica di Roma, appartiene alla schiera degli ebrei coraggiosi, dalla schiena rigorosamente diritta, più abituato a dire apertamente il proprio pensiero, che non  ad eseguire ordini ricevuti dalla segreteria di qualche partito, tanto per essere chiari diciamo anche quale, il PD.
IC ha dedicato molte pagine a Grillo, mentre era di rigore il silenzio sulle sue posizioni e quelle dei parlamentari entrati in Camera e Senato.
Invitiamo i nostri lettori a rileggerle, è sufficiente andare sulla home page di IC e s scrivere 'grillo' nella finestra in alto a sinistra 'cerca nel sito'.

La Stampa-Francesca Paci: "Ebrei contro il M5S- Grillo: basta insulti"

A voler leggere il Movimento 5Stelle con gli occhiali della vecchia politica il no alla Tav sarebbe di sinistra ma la freddezza sul tema dello «ius solis», il diritto alla cittadinanza degli stranieri che nascono in Italia, fa pensare piuttosto alla destra. E su Israele, croce e delizia dei progressisti italiani? Che posizione ha Beppe Grillo nei confronti degli ebrei? La domanda, calda da mesi, torna a scottare dopo la polemica tra l’ex comico genovese e il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, «reo» di aver lasciato intendere al quotidiano israeliano Haaretz che i neofiti del Parlamento flirterebbero con posizioni antisemite di mussoliniana memoria.

«La frase “Grillo è ancora più pericoloso dei fascisti” non è stata pronunciata in alcuna intervista, non l’ho mai dichiarato e non lo penso» replica Pacifici dopo essere stato chiamato direttamente in causa dal blog del guru M5S che ieri l’ha invitato a smentire «insulti e falsità», a «informarsi correttamente» su «tutte le iniziative dei quattro Comuni amministrati dal M5S per il Giorno della Memoria» e a leggere sei anni di post «contro il fascismo, a favore della Resistenza e della Costituzione e in memoria del popolo ebraico».

Si tratta dunque dell’ennesima prova della vocazione giornalistica (in questo caso non made in Italy) a seminare zizzania? Pacifici ridimensiona. In un lungo articolo intitolato «L’aliyah (il ritorno degli ebrei in Israele, ndr) è una polizza di assicurazione» gli veniva attribuita la preoccupazione per l’aumento del fondamentalismo islamico in Italia, la crisi economica, la nascita di un partito radicale come il M5S e un’incertezza politica tale da suggerire agli ebrei suoi connazionali di fare i bagagli. Di fronte alla reazione di Grillo e al suo invito a un incontro «per la conoscenza reciproca» però, il leader comunitario romano aggiusta il tiro:«Dico solo che dobbiamo essere vigili di fronte ai molteplici commenti postati sul suo blog che richiamano la cultura dell’estrema destra e dell’estrema sinistra e che spesso sono ostili nei confronti degli ebrei e di Israele».

La storia non è nuova. Già nel 2007 una polemica rilanciata dal quotidiano Il Tempo accusava Beppe Grillo di ambiguità riguardo all’antisemitismo, citando alcuni suoi commenti particolarmente caustici sull’ipersensibilità americana all’Olocausto e sull’appena conclusa guerra israeliana in Libano. Lo scorso novembre, ormai in campagna elettorale, un ennesimo botta e risposta al vetriolo questa volta con Gad Lerner che nel blog di Grillo veniva definito «verme ebreo» (in quel caso il commento fu cancellato rapidamente e i due fecero pace via Twitter). Ancora tre mesi fa, a urne quasi aperte, la denuncia del sito Romaebraica.it: «Arriva l’endorsement in favore del movimento di Beppe Grillo da parte di Maurizio Blondet, direttore del sito Internet Effedieffe, forse il più importante Web site italiano di ispirazione antisemitica». Infine la cronaca degli ultimi giorni, l’allarme delle comunità ebraiche statunitensi riportato da La Stampa, la nostalgia del Ventennio attribuita alla portavoce M5S Roberta Lombardi, il confronto con Pacifici stemperato oggi anche dal capogruppo grillino al senato Vito Crimi.

I 5Stelle hanno un problema con gli ebrei? Grillo per il momento pare averne uno certo con i musulmani della comunità tunisina che l’hanno denunciato alla Procura di Roma per la tirata su Berlusconi in fuga sulle spiagge tunisine piene di Ruby» giudicata razzista e maschilista.

La Stampa-" 3 domande a Menachem Gantz, corrispondente di Yediot Ahronot"


Menachem Gantz

Lei che ha intervistato Grillo, pensa che gli ebrei italiani debbano tenere alta la guardia?

«Ci sono elementi preoccupanti nelle posizioni di Grillo e di alcuni suoi sostenitori che giocano sottilmente su posizioni difendibili davanti a giudici e tribunali ma pericolose per il messaggio inviato alle masse. È bene vigilare per l’Italia prima ancora che per gli ebrei».

Grillo ha invitato Pacifici a un incontro di «reciproca conoscenza». È una buona idea?

«Il dialogo è sempre utile perché disinnesca odio e pregiudizi. Ma certe posizioni, come la condanna dell’antisemitismo, andrebbero chiarite prima di un incontro. Se sul suo blog e nei suoi spettacoli Grillo lascia intendere che Israele potrebbe essere la causa di una terza guerra mondiale e non coglie neppure l’occasione di un’intervista con un quotidiano israeliano per smentire, allora Pacifici farebbe bene a chiedere rassicurazioni in anticipo».

Dal punto di vista israeliano, il M5S assomiglia più a un partito di destra o di sinistra?

«Israele era assente dalla campagna e dal programma elettorale di Grillo. Chi ha votato per lui non l’ha fatto pensando a Israele ma perché disperato, stufo della corruzione e alla ricerca di una vendetta politica. Sulla proposta alternativa e sul metodo per cambiare il sistema, il M5S mi sembra confuso così come lo è riguardo alla posizione su Israele».

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