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La Stampa Rassegna Stampa
12.07.2012 Ritrovata a 20Km da Tel Aviv una giara antica piena di monete d'oro
cronaca di Aldo Baquis

Testata: La Stampa
Data: 12 luglio 2012
Pagina: 15
Autore: Aldo Baquis
Titolo: «Giara di monete d’oro nella fortezza di Arsuf»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 12/07/2012, a pag. 15, l'articolo di Aldo Baquis dal titolo "Giara di monete d’oro nella fortezza di Arsuf".


La giara ritrovata ad Arsuf

Ottocento anni dopo una battaglia disperata fra le forze mammalucche e quelle cristiane, nei resti della fortezza di Arsuf – sulla sponda del Mediterraneo, 20 chilometri a Nord di Tel Aviv – archeologi israeliani hanno riportato alla luce una piccola giara che conteneva oltre cento monete d’oro appartenute alle forze crociate. «Uno dei reperti più preziosi mai rinvenuti in Israele», spiegano gli esperti.

Da anni quello strategico sperone roccioso è setacciato dagli studiosi. Le grandi quantità di frecce e di pietre da catapulta recuperate sul terreno raccontano delle ripetute battaglie condotte fra musulmani e cristiani per assicurarsi il controllo della città di Arsuf. Fino all’ultimo assedio, imposto nel marzo 1265 dal sultano mammalucco Baybars per cinque settimane. Gli abitanti della città erano protetti da 300 Cavalieri Ospedalieri, i Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, una forza considerata di prim’ordine che sarebbe poi diventata l’Ordine dei Cavalieri di Malta.

La piccola giara spezzata e colma di sabbia scoperta adesso sotto una pavimentazione della fortezza racconta, a modo suo, gli ultimi momenti concitati degli assediati, quando ormai si stagliava la vittoria musulmana. «Chi la interrò – ha spiegato il professor Oren Tal, dell’Università di Tel Aviv – aveva fretta ma agì con freddezza: dissimulando il tesoro della città fra cocci di nessuna importanza sperava che i mammalucchi non l’avrebbero notato e che successivamente lui avrebbe potuto ricuperarlo».

Ma le forze del sultano Baybars non fecero prigionieri. Arsuf fu sopraffatta e poi rasa al suolo per privare i crociati di una località importante per i loro traffici marini. Per otto secoli, fra i cocci dell’epoca, sono rimaste così interrate 100 monete d’oro, per un peso di 400 grammi, alcune delle quali coniate in Egitto oltre due secoli prima.

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