giovedi` 25 aprile 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






La Stampa Rassegna Stampa
11.12.2011 Gingrich: I palestinesi ? Un popolo inventato
La cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 11 dicembre 2011
Pagina: 18
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Gingrich: I palestinesi ? Un popolo inventato»

Su Newt Gingrich, abbiamo pubblicato ieri il commento di Piera Prister http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=42556 che esprime le nostre valutazioni sul candidato repubblicano alla nomination.
Sulla STAMPA di oggi, 11/12/2011, a pag.18, con il titolo "Gingrich: I palestinesi ? Un popolo inventato" Maurizio Molinari descrive con accuratezza l'intervista di Gingrich durante la quale si è espresso sul conflitto israelo-palestinese con una affermazione che ha destato scandalo.
Diciamolo con franchezza, se questa frase l'avesse pronunciata qualcun altro, sarebbe molto probabilmente passata inosservata. Il fatto che l'abbia detta uno come Gingrich ha sollevato un vespaio. E' la solita storia del doppio standard, lo stesso concetto assume significato opposto a seconda di chi lo esprime. Gingrich è 'per definizione' il 'cattivo', dicesse anche buona sera verrebbe criticato ugualmente. A noi non sembra il candidato ideale per sconfiggere Obama, anzi, ma cerchiamo di giudicarlo per ciò che dice e non per l'immagine volgare e grossolana che spesso dà di sè. Questa volta ha detto una verità sacrosanta, persino espressa in termini eleganti, come si evince dal pezzo di Molinari. Dovrebbe essere condivisa da chiunque conosca la storia del Medio Oriente.
Ecco l'articolo:

I palestinesi non esistono e il processo di pace in Medio Oriente è un’illusione»: il candidato repubblicano Newt Gingrich sceglie un’intervista con il «Jewish Channel» per esporre una posizione sul conflitto israelo-palestinese che fa sobbalzare i democratici e si attira accuse di «razzismo» da Ramallah. La tesi che Gingrich consegna al canale specializzato in temi d’interesse ebraico è la seguente: «Dobbiamo ricordarci che non è mai esistito uno Stato di Palestina perché all’origine la Palestina era parte dell’Impero Ottomano. Credo anche che i palestinesi siano stati inventati perché in effetti erano parte della grande comunità araba».

Una ricostruzione che va alle origini dell’immigrazione ebraica spinta dal sionismo, che alla fine dell’Ottocento si insediò nell’area compresa fra la Galilea e il Negev, dominata dai turchi e abitata anche da arabi. «I palestinesi hanno avuto la possibilità di andare in molti posti ma per ragioni politiche non l’hanno fatto, preferendo sostenere una guerra contro Israele iniziata dagli Anni 40. È davvero tragico», aggiunge l’ex presidente della Camera dei Rappresentanti, lodando il «tosto realismo» del premier israeliano Benjamin Netanyahu e criticando le «illusioni sul processo di pace» di un’Amministrazione Obama colpevole di ignorare che «l’Autorità palestinese e Hamas esprimono l’enorme desiderio di distruggere Israele».

Le prime reazioni arrivano dai democratici veterani del processo di pace. Martin Indyk, ex-ambasciatore in Israele spesso ascoltato dalla Casa Bianca, ribatte: «Se Gingrich vuole apparire filo-israeliano sta facendo un gravissimo errore perché oltre la metà degli israeliani, incluso Netanyahu, sono a favore della soluzione dei due Stati».

Carl Levin, senatore del Michigan molto vicino al presidente Obama, rincara la dose: «Si tratta di un cinico tentativo di attirare l’attenzione dell’elettorato con argomenti distruttivi e laceranti che non lo aiuteranno nella corsa alla Casa Bianca perché non offre soluzioni ma getta solo benzina per darle fuoco».

Da Ramallah parla Saeb Erakat, negoziatore palestinese, secondo il quale si tratta di «frasi razziste». Il primo ministro Salam Fayyad parla di «affermazioni volgari e ridicole», mentre Hanan Ashrawi, veterana dell’Olp, ricorda che «anche il premier israeliano Golda Meir nel 1969 disse qualcosa di simile e riproporre tali affermazioni dimostra l’atmosfera isterica nella quale si svolgono le elezioni americane». Replica il portavoce di Gingrich, R.C. Hammond: «Gingrich si riferiva al fatto che questo conflitto è frutto di decenni di storia. Noi sosteniamo una pace negoziata fra Israele e palestinesi che includerà necessariamente i confini di uno Stato palestinese, ma per comprendere meglio cosa viene proposto e negoziato dobbiamo conoscere una Storia lunga e complessa, ed è proprio questo che Gingrich tentava di fare nell’intervista televisiva».

L’affondo sui palestinesi conclude una settimana durante la quale Gingrich ha promesso che se sarà eletto trasferirà l’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme e nominerà Segretario di Stato John Bolton, che fu ambasciatore all’Onu durante l’Amministrazione Bush. Una strategia per raccogliere i favori degli evangelici, da sempre vicini a Israele, che sono una parte importante della base repubblicana che voterà alle primarie in Iowa del 3 gennaio.

Per inviare alla Stampa la propria opinione, cliccare sulla e-mail sottostante


lettere@lastampa.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT