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La Stampa Rassegna Stampa
06.02.2010 Scrivere ai giornali. A volte funziona
Ecco un esempio

Testata: La Stampa
Data: 06 febbraio 2010
Pagina: 28
Autore: Tre lettori
Titolo: «La menzogna dei 500 kilometri»

Quando nell'aprile del 2001 venne creata Informazione Corretta, uno degli scopi principali che furono alla base della sua nascita, fu l'urgenza di fornire strumenti utili per poter intervenire sui media per confutare la disinformazione contro Israele. Ecco un buon risultato, che prendiamo dalla STAMPA, che ha pubblicato ieri, 05/02/2010, la lettera che segue. Alla quale è seguita la pubblicazione di tre risposte oggi, 06/02/2010, che riprendiamo di seguito

05/02/2010 - "Quel muro grande ma invisibile"
Sono stata in Palestina l’estate scorsa, e forse una delle immagini che mi è rimasta più impressa è il muro di cemento che separa i Territori Palestinesi da Israele: una barriera alta 8 metri e lunga 500 Km, di cui troppo poco si è parlato (il muro di Berlino era meno di 4 m…). Apprendo ieri sera (3 febbraio 2010) che il nostro Presidente del Consiglio in visita in Palestina, alla domanda postagli da un giornalista sulle sue impressioni nel vedere e nell’oltrepassare per la prima volta il muro, ha risposto che gli dispiace deluderlo, ma non l’ha visto… (era impegnato a preparare il discorso per l’incontro con il Presidente Abu Mazen). Mentre risponde, e ripete più volte il concetto, il suo volto sorride soddisfatto. Non l’ha visto? Le sue parole, e forse ancor più il suo sorriso, mi fanno salire le lacrime agli occhi.
Mi ritengo offesa a nome delle migliaia di palestinesi che ogni giorno stanno ore in fila per oltrepassare quel muro per andare a lavorare o a scuola, e che da quel muro sono stati privati di beni e servizi che a loro spettavano. Io e moltissimi altri come me il muro l’abbiamo visto, e ci è rimasto come un pugno nel cuore che aspetta l’indignazione del mondo.
MARIA RUZZENE VICENZA

06/02/2010 - "Muro/1: la menzogna dei 500 chilometri

Caro Direttore, la lettera uscita ieri sulla lunghezza del cosidetto «muro» che separa Israele dai territori palestinesi contiene la solita menzogna di chi è interessato più alla propaganda che alla verità. La barriera difensiva, quando sarà completata, sarà lunga circa 700 km, oggi è in funzione circa il 65%.
Essa è formata da sensori di filo metallico, che hanno la funzione di segnalare la presenza di chi intendesse oltrepassarli.
La parte in muro, una volta finita la barriera sarà del 5% del totale. Come vede nulla a che vedere con i 500 km citati dalla lettrice.
ANGELO PEZZANA

06/02/2010- Muro/2: fa barriera contro i kamikaze

Per motivi di lavoro sono stato nel corso dell’ultimo anno due volte, per un totale di due mesi, in Israele. Devo quindi contestare quanto diceva ieri una lettrice. La barriera difensiva tra Israele e i territori palestinesi (che sono andato a vedere di persona due volte) è alta otto metri per tre/quattro chilometri, è alta due/tre metri per un’altra decina di chilometri, per il resto è un reticolato con segnalatori/dissuasori contro chi dovesse tentare di oltrepassarli.
Inoltre, è una barriera difensiva: serve a evitare che chi sta dall’altra parte possa sparare verso Israele, o tentare di passare indossando cinture esplosive. Perché chi critica l’esistenza della barriera difensiva non parla mai dei kamikaze?
GILBERTO BOSCO

06/02/2010- Muro/3: da quando c’è niente più bombe

Vorrei poter dire alla lettrice Maria Ruzzene che anch’io sono contrario ai muri. Sono, però, anche contrario totalmente ai terroristi che mettevano le bombe sui pullman israeliani, e negli altri posti affollati. Vengono anche a me le lacrime agli occhi, quando penso ai bambini, ma anche alle donne e agli uomini, fatti a pezzi da tali esplosioni. Come la signora Ruzzene NON ha notato, da quando c’è il muro, episodi di questo genere non si sono più verificati.
BATTISTA CAPUTO

Morale della favola: scrivere, scrivere sempre ai giornali, a volte pubblicano, a volte no (più spesso, soprattutto quando a disinformare è un collaboratore, in Italia l'autocritica nei giornali è inesistente), ma è sempre utile far arrivare il proprio dissenso. Che, comunque, verrà tenuto in conto.

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lettere@lastampa.it

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