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La Stampa Rassegna Stampa
18.09.2009 Obama archivia lo scudo anti missili di Bush
Quale sarà la prossima trovata? Cronaca di Maurizio Molinari

Testata: La Stampa
Data: 18 settembre 2009
Pagina: 11
Autore: Maurizio Molinari
Titolo: «Obama ritira lo scudo di Bush»

Riportiamo dalla STAMPA di oggi, 18/09/2009, a pag. 11, l'articolo di Maurizio Molinari dal titolo " Obama ritira lo scudo di Bush ".

 Maurizio Molinari

Barack Obama ridisegna il progetto di scudo antimissile in Europa con un passo teso a migliorare i rapporti con Mosca. E’ il presidente ad annunciare la svolta parlando dalla Diplomatic Reception Room della Casa Bianca al termine della revisione del sistema ideato dal predecessore George W. Bush. Il cambiamento è radicale: se Bush voleva difendere l’Europa da missili intercontinentali lanciati dall’Iran e progettava basi radar e intercettori in Polonia e Repubblica Ceca, Obama afferma che la principale minaccia da Teheran viene da razzi «a breve e media gittata» e dunque sono da impiegare sensori e sistemi antimissile basati su navi molto più a Sud, forse nel Mediterraneo nei pressi della Turchia. «Abbiamo aggiornato le nostre informazioni di intelligence sull’Iran e puntiamo ad ottimizzare i miglioramenti della nostra tecnologia» spiega il presidente, assicurando che la nuova architettura di sicurezza in Europa sarà «più veloce da dispiegare e meno costosa».
Si tratta di un piano in quattro fasi, come dice poco dopo il ministro della Difesa Robert Gates, con la prima da realizzarsi entro il 2011 con il dispiegamento delle navi antimissile Aegis e gli intercettori SM-3 con i relativi radar, per poi procedere a scaglioni fino al 2020 quando la tecnologia dovrebbe consentire di erigere difese anche contro i missili intercontinentali. In concreto significa posizionare a ridosso del Medio Oriente in funzione anti-Iran lo stesso scudo che le forze armate Usa hanno creato attorno alla Corea del Nord per proteggere Corea del Sud e Giappone. Obama tiene a sottolineare che non è una marcia indietro ma un miglioramento perché il nuovo scudo «può funzionare da subito per proteggere alleati e partner, rispetta l’equilibrio costi-benefici e fa fronte alle minacce reali dell’Iran».
Le implicazioni politiche sono consistenti perché Obama va incontro al Cremlino su due tavoli: non dispiega in Europa Orientale sistemi antibalistici in grado di intercettare i missili intercontinentali russi e ridimensiona la pericolosità del programma balistico di Teheran lasciando intendere che era valida la proposta di Vladimir Putin a Bush nel 2007 di schierare intercettori e radar in Azerbajgian e nella Russia del Sud. Non a caso Obama sottolinea con favore «l’intenzione russa di cooperare con le sue capacità missilistiche ai comuni interessi strategici».
Sono passi destinati a trasformarsi in altrettante carte, migliorando i rapporti con la Russia alla vigilia dell’arrivo a New York di Dmitry Medvedev, con il quale si discuterà delle nuove sanzioni Onu contro il nucleare dell’Iran e di uno scudo congiunto russo-americano. Ciò che Obama infatti ha in mente è un accordo con Medvedev per creare una cornice di sicurezza attorno a Teheran: «Bush aveva ragione a dire che il programma missilistico di Teheran pone una significativa minaccia ed è per questo che voglio realizzare una difesa balistica dai pericoli del XXI secolo».
A pagare il prezzo della svolta di Obama sono i rapporti bilaterali con i governi di Praga e Varsavia, che si erano esposti molto per accogliere radar e intercettori, ma Gates tenta di rassicurarli «non escluDendo che in futuro queste basi si faranno». L’opposizione repubblicana reagisce con una levata di scudi. Per Matt Romney, ex candidato alla Casa Bianca, «Obama indebolisce la sicurezza nazionale» mentre per Eric Cantor, deputato della Virginia, «stiamo abbandonando i nostri alleati in Polonia e nella Repubblica Ceca, esponendo l’America alle minacce dell’Iran e facendo contenta Mosca». «Obama è un presidente pericoloso e miope» accusa il senatore dell’Arizona John Kyl e l’ex sfidante presidenziale John McCain parla di «indebolimento della nostra leadership nell’Europa dell’Est a vantaggio di Mosca» con un linguaggio che punta alle grandi comunità di immigrati dell’Est nelle pianure del Mid-West. L’accusa di cedimenti al Cremlino sulla sicurezza nazionale mette in difficoltà l’amministrazione ed a rispondere è Gates, affermando che «le passate obiezioni russe al sistema di Bush erano errate».
Ma è in tarda serata che arriva il siluro più insidioso per Obama. L’Ap rivela i contenuti dell’ultimo rapporto top secret dell’Agenzia atomica Onu (Aiea) sull’Iran che sembra smentire la tesi della Casa Bianca sui ritardi balistici: «Teheran è in grado di confezionare una bomba nucleare e sta sviluppando un sistema missilistico capace di trasportare una testata atomica».

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