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La Stampa Rassegna Stampa
02.07.2008 I cattivi israeliani rubano l'acqua ai palestinesi
e ci lavano i carri armati: quando la demonizzazione passa attraverso le immagini

Testata: La Stampa
Data: 02 luglio 2008
Pagina: 1
Autore: la redazione
Titolo: «Cisgiordania sull'orlo della crisi idrica Israele smentisce»

Un articolo pubblicato sul sito web de La STAMPA. L'articolo presenta inizialmente come una notizia, e non come una tesi controversa, le accuse dell'associazione israeliana B'tselem, contestate da Mekorot, società israeliana di gestione dell'acqua. Le tesi di quest'ultima sono però riportate, alla fine. E' però l'immagine scelta per illustrare l'articolo a darne il taglio e a fissare nella mente dei lettori l'idea che gli israeliani militaristi e aggressivi "sprechino" l'acqua per lavare i carri armati mentre la sottraggono ai palestinesi.

Per altro, la divisa da pompiere ben  visibile nell'immagine  fa pensare che non fosse nemmeno utilizzata dell'acqua, ma piuttosto la schiuma con la quale vengono spenti gli incendi. La foto, in ogni caso, non ha assolutamente nulla a che vedere con il tema dell'articolo. Serve solo a diffamare Israele.

Ecco il testo:


Cisgiordania sull'orlo della crisi idrica
Israele smentisce

 
Foto d'archivio
Siccità e gestione israeliana della rete di distribuzione hanno portato
il sistema al collasso.
La denuncia di un'organizzazione
israeliana per la difesa dei diritti umani.
RAMALLAH
Nei prossimi mesi in Cisgiordania potrebbe scoppiare una grave emergenza idrica: è la denuncia che arriva oggi dall’organizzazione israeliana per la difesa dei diritti umani B’Tselem. Un rapporto del gruppo diffuso oggi e ripreso da ’Ynet’, l’edizione online del quotidiano israeliano ’Yedioth Ahronoth’, punta il dito non solo contro le scarse precipitazioni, ma soprattutto contro la gestione delle risorse idriche attuata da Israele. Stando al documento, infatti, il consumo medio di acqua da parte degli israeliani è tre volte e mezzo superiore a quello dei palestinesi, che per di più ricevono molta meno acqua.

Secondo l’organizzazione, Israele ha il pieno controllo delle risorse idriche e impedisce ai palestinesi di prelevare acqua senza il suo consenso. Israele, sempre secondo B’Tselem, destina ai palestinesi solo il 20 per cento delle risorse idriche di montagna e impedisce all’Anp di sviluppare risorse idriche alternative. L’organizzazione ricorda poi che il problema è aggravato dal fenomeno della siccità.

Secondo l’Autorità palestinese per le risorse idriche, solo quest’anno mancheranno dai 40 ai 70 milioni di metri cubi di acqua per far fronte alle necessità dei palestinesi. L’Autorità, inoltre, avrebbe chiesto aiuto a Israele per far fronte all’emergenza. B’Tselem sottolinea poi come l’acqua manchi ai palestinesi nonostante il consumo medio individuale sia di circa 66 litri al giorno, i due terzi del consumo minimo fissato dall’Organizzazione mondiale per la sanità. E in alcune zone della parte settentrionale della Cisgiordania, il consumo d’acqua scende a un terzo di tale quota.

Stando al rapporto di B’Tselem, 227mila palestinesi di 220 villaggi e cittadine non sono collegati a infrastrutture idriche e il 75 per cento di questi palestinesi vive nella zona settentrionale della Cisgiordania. Altre 190mila persone, inoltre, vivono in villaggi o cittadine in cui le infrastrutture sono ridotte al minimo. Secondo l’organizzazione, poi, anche le cittadine che sono collegate alle reti idriche non ricevono l’acqua in modo costante durante il giorno. Nelle zone remote l’acqua può non arrivare anche per diversi giorni consecutivi.

Stando a B’Tselem, infine, i villaggi della Cisgiordania che sono collegati all’azienda nazionale israeliana per l’acqua, la Mekorot, sono vittime di una politica discriminatoria dal momento che l’azienda limita la fornitura di acqua ai palestinesi per far fronte alle necessità degli insediamenti.

La replica della società governativa di gestione dell'acqua
Da parte sua la società governativa israeliana per l’erogazione dell’acqua, Mekorot, respinge le accuse mosse nei suoi confronti oggi dal gruppo umanitario Betzelem. La Mekorot afferma di aver fornito nel 2007 alla Cisgiordania e alla valle del Giordano circa 50 milioni di metri cubici di acqua, «il 30 per cento in più di quanto stabilito con gli accordi di Oslo» fra Israele e Olp.

Nel 2008, aggiunge la Mekorot, le quote per la Cisgiordania non sono calate nonostante in Israele gli agricoltori abbiano dovuto subire una riduzione dovuta a quattro consecutivi di scarsa piovosità. L’80 per cento dell’acqua fornita alla Cisgiordania proviene dalla rete idrica nazionale di Israele, precisa la Mekorot.

Ad accrescere i problemi, aggiunge la società, ci sono i furti di acqua da parte di palestinesi che nelle zone agricole di Betlemme e di Hebron - secondo la Mekorot - raggiungono il 50 per cento delle quantità inoltrate.

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