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La Stampa Rassegna Stampa
19.07.2007 Difendono i diritti umani o le spie che tradiscono Israele ?
una lettera di Luisa Morgantini e una campagna di Amnesty International

Testata: La Stampa
Data: 19 luglio 2007
Pagina: 34
Autore: Luisa Morgantini - Lucia Annunziata
Titolo: «Dalla parte di Vanunu contro il riarmo»
Una lettera in difesa di Mordecai Vanunu, che ha messo a rischio la sicurezza del suo paese e non è certo stato imprigionato per reati d'opinione.
La scrive Luisa Morgantini a Lucia Annunziata che rispondendo rincara la dose e cita Amnesty International.
Ci si chiede che cosa Amnesty International o Luisa Morgantini  abbiano mai fatto per le infermiere bulgare  detenute in Libia con false accuse.
Piuttosto che la difesa di innocenti, pare che la nuova concezione dei "diritti umani" preveda la santificazione in vita di chi pratica lo spionaggio, purché a danno di Israele.

Ecco il testo:

Mordechai Vanunu, tecnico israeliano e obiettore di coscienza che ha denunciato il piano nucleare d'Israele pagando con 18 anni di carcere la sua coraggiosa testimonianza, rischia ancora di finire in prigione. La Corte di Giustizia di Gerusalemme lo ha condannato il 2 luglio a sei mesi di carcere per aver violato il divieto di parlare con gli stranieri, impostogli dalla Corte israeliana. Vanunu, che da 20 anni si batte per la pace e contro il nucleare, nel 1987 aveva rivelato i dettagli del riarmo atomico israeliano alla stampa britannica, denunciando che nel reattore di Dimona, deserto del Negev, Israele ha assemblato idrogeno e bombe al neutrone, producendo ogni anno 40 chili di plutonio, quanto basta per dieci bombe atomiche. Al suo rilascio nel 2004, Vanunu, «prigioniero di coscienza» per molte associazioni per i diritti umani, ha ignorato il divieto di divulgare altre informazioni sul nucleare, di avere contatti con stranieri e anche di uscire da Israele, continuando a sostenere conferenze, incontri con giornalisti, all'estero come nella West Bank, in nome del suo impegno per il disarmo. La nuova sentenza è illegale, perché si basa su una legge contraria agli standard internazionali dei diritti umani e sulla palese limitazione della libertà di espressione e di movimento.
I movimenti sociali e noi tutti dobbiamo mobilitarci, raccogliere l'appello lanciato dalla Federazione Internazionale per i Diritti Umani (FIDH) e fare pressioni sul governo israeliano affinché tale sentenza venga revocata e si garantisca l'integrità fisica e psicologica di Vanunu, in conformità alla Dichiarazione Onu (dicembre 1998) sulla tutela di tutti gli attivisti che si battono per i diritti umani. Israele deve ascoltare e non reprimere il messaggio di Vanunu e delle associazioni che dicono no al nucleare, no alla violenza, no al riarmo: la libertà di espressione è la prima tutela della democrazia e della pace.
LUISA MORGANTINI
VICE PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO

A proposito di Vanunu e di Amnesty International, vorrei segnalare ai nostri lettori un altro fronte di discussione. Amnesty ha lanciato proprio questo mese una nuova campagna internazionale «per la libertà d'espressione su Internet», «a fronte della crescente disponibilità delle aziende ad aiutare la censura e la repressione. Uno dei casi di clamorosa collaborazione fra aziende (Microsystems, Nortel Networks, Cisco Systems, Yahoo! e Google) e governi è proprio quello di Vanunu. Nel 2004 Microsoft ha messo a disposizione delle autorità israeliane informazioni sul fisico nucleare Mordechai Vanunu, senza che questi ne fosse a conoscenza o avesse fornito il proprio consenso; queste informazioni sono state usate per incriminare Vanunu per aver avuto contatti con la stampa estera.

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