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Il Venerdì di Repubblica Rassegna Stampa
23.10.2020 Belgio: ecco finalmente il governo. E parla arabo
Cronaca di Simona Verrazzo

Testata: Il Venerdì di Repubblica
Data: 23 ottobre 2020
Pagina: 26
Autore: Simona Verrazzo
Titolo: «Il governo belga esce dal caos. E parla arabo»

Riprendiamo dal VENERDI' di REPUBBLICA di oggi, 23/10/2020, a pag.26 con il titolo "Il governo belga esce dal caos. E parla arabo", l'analisi di Simona Verrazzo.

Zakia Khattabi recalée à la Cour constitutionnelle - DH Les Sports+
Zakia Khattabi

DOPO quasi due anni di attesa il Belgio ha un nuovo governo, destinato a passare alla storia per alcuni primati dei suoi componenti, a cominciare da Petra De Sutter: verde, fiamminga, ex ginecologa, prima transgender in Europa a diventare ministro, per la precisione vicepremier. Il nuovo esecutivo è guidato dal premier liberale fiammingo Alexander De Croo, appoggiato da un'alleanza di liberali, socialisti, ambientalisti e democristiani. Così tante forze in campo da meritarsi l'appellativo di"coalizione Vivaldi", come l'opera Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi, in riferimento ai loro colori di riferimento: rosso, arancio, verde e blu. Una varietà che si riflette anche nelle storie personali dei suoi ministri, tre dei quali sono di origine araba, tutti e tre giovani e figli di immigrati. Zakia Khattabi e Meryame Kitir sono entrambe nate in Belgio da genitori provenienti dal Marocco: Khattabi (44 anni), francofona, è la coportavoce dei Verdi e le è stato affidato il ministero dell'Ambiente, mentre Kitir (40), fiamminga, è entrata nel Partito socialista dopo essere stata sindacalista nella fabbrica Ford dove lavorava come operaia e ora guida il dicastero della Cooperazione e dello sviluppo urbano.

Sammy Mahdi - Photos | Facebook
Sammy Mahdi

Dei tre, però, quello su cui si è concentrata maggiormente l'attenzione è Sammy Mahdi (32), nato in Belgio da madre fiamminga e padre iracheno. Cristiano-democratico, è segretario di Stato per l'Asilo e le migrazioni, anche in virtù della sua storia: il padre arrivò in Belgio come rifugiato politico, fuggendo dall'Iraq negli anni 70. «Ero stanco di lamentarmi» ha raccontato. «Mio padre non ha avuto le mie stesse opportunità e io sono orgoglioso di quelle che mi sono state offerte, per questo voglio fare qualcosa per il mio Paese».

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