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La Gazzetta del Mezzogiorno Rassegna Stampa
14.10.2018 Nicola Pende, fanatico sostenitore della 'purezza della razza'
analisi di Josè Mottole

Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 14 ottobre 2018
Pagina: 6
Autore: Josè Mottole
Titolo: «Lo scienziato Pende teorizzò l'idea della purezza della razza»

Riprendiamo dalla GAZZETTA del MEZZOGIORNO/Bari di oggi, 14/10/2018, a pag.6 con il titolo "Lo scienziato Pende teorizzò l'idea della purezza della razza" l'analisi di Josè Mottole

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                                                                                             Nicola Pende

Dall'awocato Jose Mottola, cultore di storia, presidente del centro culturale «Giuseppe Albanese» di Noci e autore di diverse pubblicazioni, riceviamo: Ho letto sulla «Gazzetta» di qualche giorno fa un articolo secondo cui Nicola Pende, celebre endocrinologo originario di Noicattaro, non firmò il Manifesto della Razza del 14 luglio 1938, come risulterebbe da documenti scoperti recentemente e attestanti che Pende contestò «i concetti antiscientifici del Manifesto» poiché ispirati «non più al nostro tipo romano-italico, da me difeso con tutte le forze, ma al tipo nordico-germanico»: in realtà si tratta di brani dell'opuscolo scritto da Pende «La difesa del prof. Nicola Pende a proposito del di lui esonero dalla cattedra universitaria», Roma, 1944, opuscolo da decenni nel Fondo Pende della Biblioteca Comunale di Noicattaro.
Pende, dunque, contrappose alla dottrina della razza di tipo biologistico ovvero «ariano-nordico», alla base del Manifesto, una sua dottrina romano-italica di tipo nazional-culturale, sicché concentrare l'attenzione sul Manifesto della razza (che Pende effettivamente non firmò) quando si parla delle leggi razziali del 1938 è come guardare al dito anziché alla luna.
Pende coniò un celebre slogan «Italici con italici, dunque: al che bisogna aggiungere la necessità di evitare matrimoni con individui di stirpe semitica», precisò Pende sulla rivista «Cremona» (anno X, numero 10, ottobre 1938) nel saggio «Concetti e prassi della razza nella mentalità fascista»; egli rivendicò poi la paternità della «eugenica matrimoniale», oggetto di «vostra approvazione sancita nelle disposizioni recenti del Gran Consiglio» nella sua lettera al Duce del 18 ottobre 1938, con allusione alla Dichiarazione della Razza del Gran Consiglio del Fascismo del 7 ottobre. In quella lettera Pende invitava il Duce a far tacere Telesio Interludi e altri razzisti «ariano-nordici», arrivando a dire che essi con i loro attacchi alla sua dottrina fanno «più male al Regime» di «mille Ebrei uniti insieme».
A ragion veduta Pende rivendicò la paternità del pilastro centrale del Regio decreto legge del 17 novembre 1938, i cui primi tre articoli vietavano i matrimoni di italiani con stranieri e di italiani con non ariani, sicché egli può essere considerato uno dei padri delle leggi razziali del 1938, con le quali il Manifesto della razza del 14 luglio 1938 non c'entra per le ragioni dottrinarie suddette. Del resto, Pende espose organicamente la sua dottrina della razza in molte pubblicazioni dal titolo eloquente, tra cui, oltre al citato saggio su «Cremona»: «Per la creazione in Italia di istituti di biologia e psicologia della razza», in Difesa sociale, 1923, 4; «Psicologia individuale e psicologia di razza», in Rivista di psicologia, anno XXVI, n.1, gennaio-marzo 1930; «Biologia delle razze ed unità spirituale mediterranea», conferenza tenuta dal senatore Nicola Pende a Nizza (Francia) i15/1/1934; «Difesa della razza e politica coloniale», in Gazzetta del Popolo, 7 giugno 1936; «La cartella biotipologica ortogenetica individuale quale fondamento della medicina preventiva e della bonifica della stirpe», in L. Silla (a cura di), Atti della Sips, XXVI riunione, Venezia, 12-18 settembre 1937, Roma, Sips, 1938, vol. 1; «Noi e gli altri nella difesa della razza», in Vita universitaria, anno III, n.1, 5 ottobre 1938; «La terra, la donna e la razza», in Gerarchia, anno 18, numero 10, ottobre 1938.

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