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La Gazzetta del Mezzogiorno Rassegna Stampa
26.09.2015 Naor Gilon: il nemico resta l'Iran
Elisa Pinna intervista l'Ambasciatore d'Israele

Testata: La Gazzetta del Mezzogiorno
Data: 26 settembre 2015
Pagina: 6
Autore: Elisa Pinna
Titolo: «L'ambasciatore israeliano accusa: il nostro nemico resta Teheran»

Mentre Papa Francesco a New York elogia l'Accordo di Vienna che consentirà all'Iran di fabbricare quante armi nucleari vorrà, mentre Khamenei riafferma che "entro 25 anni Israele non esisterà più" - in che modo è facile immaginarlo - e tutto il mondo applaude commosso le sue affermazioni pro-pace e contro la pena di morte (in Iran lo scorso anno 289 impiccagioni !), Israele ricorda con forza al mondo il pericolo rappresentato da Teheran.
Sulla GAZZETTA del MEZZOGIORNO di oggi, 26/09/2015, a pag.6, con il titolo "L'ambasciatore israeliano accusa: il nostro nemico resta Teheran ",  Elisa Pinna intervista Naor Gilon, Ambasciatore di Israele in Italia, che chiarisce con parole chiare e definitive la vera realtà del pericolo Iran.

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Elisa Pinna      Naor Gilon

Tra Israele e l'Arabia Saudita esiste «un interesse comune» nel contrastare il pericolo costituito dall'Iran in tutta la regione mediorientale. Non si tratta di «un'alleanza» ma della possibilità di «agire insieme» ed è già «un punto importante». Lo afferma, in un'intervista all'Ansa, l'ambasciatore israeliano in Italia, Naor Gilon. Per il diplomatico israeliano ci sono pochi dubbi: l'accordo siglatolo scorso luglio a Vienna tra i paesi membri del Consiglio di Sicurezza dell'Onu (Stati Uniti in prima fila), Germania e Iran costituisce una minaccia. Per diversi motivi, spiega. Innanzitutto perché l'accordo non elimina la possibilità per il regime di Teheran di costruirsi armamenti nucleari: si limita a rallentare il processo ma lascia all'Iran tutte le capacità per ottenere in breve tempo una bomba atomica. In secondo luogo - osserva Gilon - durante il negoziato, si è parlato solo di nucleare, senza affrontare la politica espansionista e destabilizzante degli ayatollah in Siria, Iraq, Yemen, Bahrein, e l'aggressività iraniana nei confronti di Israele, attraverso gli alleati di Hamas a Gaza e di Hezbollah in Libano.
«Anche dopo la firma dell'accordo - osserva l'ambasciatore - le massime autorità iraniane continuano a minacciare gli Stati Uniti e Israele. Solo due giorni fa, il capo dell'esercito iraniano ha annunciato che entro 25 anni lo Stato israeliano sarà distrutto». Per di più, con la fine dell'embargo, l'Iran - ha aggiunto Gilon - rientrerà in possesso di fondi congelati e, attraverso anche i nuovi accordi commerciali, disporrà di una enorme quantità di soldi per i suoi fini militari. «Chi afferma che l'Iran è un elemento stabilizzante del Medio Oriente, non ha capito nulla della regione».
L'area è minacciata, ad avviso del diplomatico, da due fattori: l'Isis e l'Iran. «L'Iran - sottolinea - è il più pericoloso, perché è uno stato con una struttura forte, intenzionato a dominare tutta la regione, innescando ancora più tensioni con i sunniti e una possibile corsa di tutti all'atomica». È vero che l'Isis e l'Iran sono nemici: ma in Medio Oriente - avverte l'ambasciatore, rivolto agli occidentali che sperano in un aiuto di Teheran per sconfiggere il Califfato- non vale il detto «il nemico del mio nemico è mio amico».
Il diplomatico ha escluso qualsiasi possibilità di negoziato tra Israele e Iran, fino a quando ci sarà «un regime che ha, tra i punti del suo programma, la distruzione di Israele». Quanto all'Arabia Saudita invece, «abbiamo una convergenza di interessi: vediamo l'Iran con gli stessi occhiali». «Non siamo certamente alleati - precisa - però possiamo muoverci nella stessa direzione». «Il livello al momento è quello dei contatti informali, ma la convergenza di interessi è già un buon punto di partenza».
Quanto al rapporto tra una democrazia come Israele e uno stato ultraconservatore islamico come il Regno saudita, l'ambasciatore non vi trova scandalo. «Siamo pragmatici e poi pensate alla collaborazione tra Stati Uniti e Riad».

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