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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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La Repubblica delle donne Rassegna Stampa
19.11.2007 Il terrorismo, una via di emancipazione ?
un reportage sulle donne di Hezbollah, che disinforma e giustifica l'ingiustificabile

Testata: La Repubblica delle donne
Data: 19 novembre 2007
Pagina: 111
Autore: Elisa Pierandrei
Titolo: «Militanti di (Nasr)allah»

Il supplemento "D" del quotidiano La Repubblica ha pubblicato sabato 17 novembre un servizio (curato a Elisa Pierandrei) con l'intento di segnalare casi di donna islamiche di successo: l'"esponente di spicco" della formazione libanese Hezbollah, Rima Fakhry e la giornalista della tv Al Manar, Zeinab al Saffar.

Il servizio, oltre a fornire interessanti informazioni sulla complessa articolazione di quel movimento, contiene alcune considerazioni che fanno scorrere un brivido per la schiena.

Ecco alcuni stralci:

"(...) La primavera rosa di Hezbollah è iniziata nell'ultimo biennio, quando i suoi vertici hanno iniziato a riconoscere un ruolo politico e non solo sociale alle madri, sorelle e mogli dei kamikaze che, nel recentissimo passato, tanto avevano fatto per promuovere l'deologia o per mettere in piedi programmi di assistenza.(...)"

"(...) Senza le donne chiuderebbero anche le associazioni che si propongono di raccogliere i fondi per i cosiddetti "martiri" e le loro famiglie, i kamikaze diremmo noi. (...)"

L'autrice si preoccupa di evidenziare la novità della promozione sociale e politica delle donne islamiche ma evita cinicamente di condannare la tristemente nota "ideologia" di morte basata sull'uso dei kamikaze.

Addirittura non spende una parola di biasimo per la attività di raccolta di fondi per il sostegno alle famiglie dei kamikaze. Questa attività dimostra chiaramente come il fenomeno non nasca dalla disperazione del singolo, bensì sia l'obiettivo di una efficiente organizzazione che sfrutta i più deboli. I "martiri" sono carne da macello oppressa da una ideologia fanatica basata sull'odio e allettata con i benefici economici destinati ai parenti superstiti.

Le donne che si prestano a mettere in pratica questa orribile politica dovrebbero essere condannate come complici di crimini, il loro è un "successo" del quale la lotta per l'emancipazione della donna non ha affatto bisogno!

Altre citazioni:

Al centro delle preoccupazioni della esponente islamica c'è "(..) piuttosto la pace in Libano che in questo contesto di aggressione globale significa fiera resistenza per difendere la sovranità nazionale(...)".

Un'altra donna islamica di "successo", la giornalista Zeinab al Saffar sostiene che: "(...) Hezbollah è un movimento di resistenza che cambierà le nostre vite, che ha protetto e difeso il Libano e la sua popolazione contro l'aggressione Israeliana(...)"

Per fare vera informazione sarebbe opportuno accompagnare queste affermazioni con alcune considerazioni fondamentali quali:

- la incrollabile fede nella distruzionedello Stato di Israele professata a tutti i livelli di quella organizzazione;

- l'assenza di territori libanesi occupati da potenze straniere (a meno che i pochi ettari delle fattorie di Sheba'a, che l'Onu considera siriane e non libanesi, possano essere considerati causa di conflitto);

- il fatto che tutti gli interventi israeliani in Libano siano  stati sempre rivolti a snidare gruppi terroristici

- durante i conflitti il movimento islamico non ha esitato a farsi cinicamente scudo della popolazione civile per trarre il massimo profitto mediatico dal dramma le povere vittime civili, altro che "difesa della popolazione dall'aggressione" !

 Però, alla fine, la verità messa a freno, un po' riesce a emergere, quando si ricorda che: "A onor del vero, un'Associazione Donne Martiri di Hezbollah esiste, ma è solo commemorativa, non ha funzione di lotta. Il suo scopo è tenere vivo il ricordo delle due militanti uccise a Ghoubeiry dalle forze di sicurezza libanesi durante una manifestazione di protesta".

A questio punto l'autrice avrebbe dovuto sollevare queste domande: perchè le "forze di sicurezza libanesi" sparano sui militanti di quel movimento? e il fatto che sia eterodiretto da un regime teocratico straniero (l'Iran) e costituisca uno Stato nello Stato del Libano può essere il vero pericolo della sua integrità nazionale?

Purtroppo le lettrici di D non saranno stimolate da questi dubbi.

Per inviare una e-mail alla redazione della Repubblica delle Donne cliccare sul link sottostante

 


rubrica.lettere@repubblica.it

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