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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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L'Unione Sarda Rassegna Stampa
11.10.2004 La barbarie terrorista e la speranza della democrazia
cosa insegnano Taba e Afghanistan

Testata: L'Unione Sarda
Data: 11 ottobre 2004
Pagina: 1
Autore: Carlo Lo Re
Titolo: «Il terrore sulle elezioni»
In prima pagina su L'Unione Sarda di oggi, 11-10-04, Carlo Lo Re firma l'editoriale "Il terrore sulle elezioni", che di seguito riproduciamo:
Lo sapevamo già da
tempo, ma l’attentato
all’Hotel Hilton
di Taba ce lo ha drammaticamente
confermato.
Nell’era del terrorismo
globale nessun luogo è sicuro.
Nemmeno un classico
paradiso delle vacanze
come il Mar Rosso,
meta di turisti da tutto il
mondo, molti anche italiani,
come le povere Jessica
e Sabrina Rinaudo,
morte nel crollo dell’albergo
nel quale alloggiavano.
I resti delle nostre
due sventurate connazionali
sono stati rinvenuti
ieri ed identificati tramite
i campioni di dna
forniti dalla famiglia. Le
due ragazze erano in vacanza,
alla sacrosanta ricerca
di qualche giorno
di pace e serenità. Al pari
dei tantissimi israeliani
che vanno in Egitto
qualche settimana l’anno
per rilassarsi e fuggire
temporaneamente dal
clima di terrore che si respira
entro i confini dello
Stato ebraico. E proprio
i turisti israeliani
erano l’obiettivo dell’infame
aggressione, a voler
ribadire una sorta di condanna
senza scampo:
ovunque sarete non potrete
mai stare in pace,
non potrete mai considerarvi
al sicuro.
In maniera patetica il
governo egiziano cerca
ora di negare l’evidenza.
Secondo le autorità del
Cairo, non si tratterebbe
di un attentato di al-Qaeda,
ma di un’azione palestinese.
Come all’indomani
del massacro di
Luxor, nel 1998, Hosni
Mubarak deve necessariamente
esorcizzare lo
spettro del crollo dell’industria
vacanziera locale, unica seria fonte di
reddito per il Paese. Se
l’Egitto venisse associato
all’inferno degli usuali
scenari di guerra sarebbe
la fine per la sua disastrata
economia.
Ma l’attentato di Taba,
a nostro avviso, è da
leggersi all’interno di un
quadro più amplio di
quello mediorientale. In
poche ore gli attacchi si
sono succeduti senza tregua.
Taba e Ras Shitan
nel Sinai, ma anche Parigi,
Baghdad, Jakarta,
Kabul e altre località dell’Afghanistan
sono state
scosse da una serie di
esplosioni che evidentemente
hanno una loro logica.
Con questo tragico
week end di sangue, al-
Qaeda, per mano delle
tante sigle, anche palestinesi,
che ormai formano
un vero e proprio
network del terrore in
franchising, ha voluto dire
la sua sulle elezioni
presidenziali in Afghanistan.
Nonostante il clima
surreale in tutto il Paese,
gli attentati e le accuse di
brogli, le Nazioni Unite
hanno però avallato le
consultazioni di sabato
ed Hamid Karzai - uomo
della Casa Bianca e della
multinazionale petrolifera
Unocal, ma anche
l’unica figura pubblica
moderna e competente in
un panorama complessivo
a dir poco medievale
- è finalmente divenuto
presidente a tutti gli effetti.
L’instabilità ancora regna
sovrana in Afghanistan,
ma la conferma di
Karzai quale leader del
martoriato Paese non
può che rappresentare
un positivo passo avanti
nella difficile strada verso
la pacificazione.
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