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L'Unione Sarda Rassegna Stampa
26.05.2004 La nuova arma del terrore
le immagini che ne esaltano la ferocia

Testata: L'Unione Sarda
Data: 26 maggio 2004
Pagina: 1
Autore: Carlo Lo Re
Titolo: «La vertigine delle immagini»
Da L'Unione Sarda riportiamo una riflessione di Carlo Lo Re sulle immagini che testimoniano la barbarie del terrorismo islamico e su quelle fasulle delle torture ad opera di soldati britannici pubblicate dal Daily Mirror (e da L'Espresso).
Dopo la morte del linguaggio, che da circa mezzo secolo condiziona i destini
dell’Occidente (Bergman docet), siamo ormai giunti ad una palese crisi
(irreversibile?) anche dell’immagine. Fatti e misfatti iracheni dimostrano
ogni giorno la giustezza della tesi del filosofo francese Paul Virilio.
I festeggiamenti per l’ingresso a Baghdad delle truppe Usa, la cattura di Saddam Hussein, le torture nel carcere di Abu Ghraib testimoniano come delle immagini l’uomo non si possa più fidare. Il che oggi è quasi come dire
che non può più fidarsi dei propri occhi. La Realtà, di per sé di ardua
interpretazione, diviene ancor più imperscrutabile a causa del disamore dell’uomo per la Verità. Ma, del resto, come saggiamente affermò Pilato decidendo a malincuore di mandare a morte il Cristo, quid est Veritas?
Senza svalutare di un’oncia la sacrosanta indignazione che tutti proviamo di fronte ai beceri comportamenti di alcuni soldati americani nel carcere di Abu Ghraib, non è però possibile tacere il disorientamento che si prova di fronte ad una overdose di immagini che a nostro sommesso avviso non aiuta più di tanto la comprensione. Molte delle foto pubblicate dal Daily Mirror, ad esempio,
sono risultate essere palesemente fasulle, scattate a gente messa in posa. Ed un retroscena semicomico svela l’arcano. Tempo prima che scoppiasse lo scandalo
delle torture in Iraq, dei militari inglesi avevano contattato il quotidiano narrando la storia delle nefandezze commesse da alcuni soldati contro i prigionieri iracheni. I responsabili del Daily Mirror, o per scetticismo o per una oscena strategia di marketing, risposero che sarebbe stato meglio supportare la testimonianza con delle prove fotografiche, immancabilmente
giunte in redazione dopo qualche settimana. La vicenda ha indotto la proprietà del Mirror a licenziare il direttore Piers Morgan, ma è ovvio che ad essere
messa in discussione è ormai l’intera nostra civiltà dell’immagine. È un maelström infernale. Immagini abiette (dirompenti per la loro meschinità, che ci
riempie di vergogna) ed immagini del tutto false (stupide quanto dannose) che si mescolano ad immagini vertiginose, quasi sacre per la tragica violenza che testimoniano. Perché non bisogna dimenticare che mentre gli occhi di tutti
erano puntati sui turpi fatti di Abu Ghraib, in Terra Santa sei soldati
israeliani venivano trucidati e le loro misere spoglie mortali smembrate,
oscenamente vilipese e fatte oggetto di immondo mercanteggio da parte di terroristi palestinesi che di umano non recano più alcun tratto. Le immagini (giustamente pubblicate da Giuliano Ferrara su Il Foglio) dei resti di sei uomini ridotti in una indistinta poltiglia e contenuti (tutti e sei!) in una
cassetta metallica di poche decine di centimetri sono insostenibili. Moncherini,
un braccio (forse) e piccoli pezzi irriconoscibili. Quel che resta di sei nostri fratelli che almeno da morti avrebbero meritato pietà e rispetto. Le loro carni tormentate testimoniano che davvero siamo polvere e polvere ritorneremo. Ma testimoniano anche come all’interno del mondo arabo si annidi
un cancro paranazista che rischia di condurre l’umanità intera verso l’abisso.
Più o meno negli stessi istanti dello scempio di Gaza, da qualche parte in Iraq altri emissari del Male decapitavano il giovane Nick Berg - perché americano,
perché di fede ebraica - e ne mostravano bestialmente fieri la testa mozzata. Altre immagini vertiginose, figlie di una Realtà che è sempre più difficile guardare in faccia, tanto orribile talvolta appare il suo volto. Forse è proprio vero, come sosteneva Heidegger che "ormai solo un Dio ci può salvare".
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