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Il Manifesto Rassegna Stampa
01.09.2019 Michele Giorgio si è distratto: nell'insieme non contiene menzogne
Riferisce persino la posizione di Israele su Unifil

Testata: Il Manifesto
Data: 01 settembre 2019
Pagina: 7
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Israele provoca ma l'Unifil è rinnovata»
Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 01/09/2019, a pag.7, con il titolo "Israele provoca ma l'Unifil è rinnovata" la cronaca di MIchele Giorgio

a destra:
"Anni di pace al confine con il Libano" affermazione ambigua che non tiene conto del pericolo rappresentato da Hezbollah

Michele Giorgio in 'prima pagina' di IC? Che succede? Qualcosa di strano, sicuramente, non da parte nostra, perchè il pezzo lo merita, per due motivi:
1. è l'unico quotidiano che riporta oggi la notizia che riguarda la riconferma della politica anti-Israele dell'Unifil
2. riporta la risposta di Israele, senza capovolgerne il significato. Usa le virgolette senza secondi fini,  è la prima volta che i lettori del "quotidiano comunista" vengono informati - incredibile, correttamente!- sulla posizione di Israele

L'unica spiegazion è
un probabile 'colpo di sole' che ha dissotterrato qualche capacità professionale del nostro, cioè raccontare i fatti per come avvengono. Ne prendiamo atto con soddisfazione, senza alcuna illusione che il miracolo potrà ripetersi

Risultati immagini per michele giorgio il manifesto
Michele Giorgio


https://www.youtube.com/watch?v=uTSGIe5QM20
La vertà nascosta, ecco un breve video, neanche due minuti, sull'attacco di militanti hezbollah contro i soldati Unifil. Ci sarà un giornale italiano che darà la notizia?

Ecco l'articolo:

I comandi militari israeliani mandano l'artiglieria pesante al confine nord con il Libano e sospendono i giorni di riposo per i soldati dei reparti combattenti. Mala guerra con Hezbollah non pare vicina nonostante la tensione provocata dal blitz con droni che Israele ha effettuato una settimana fa alla periferia sud di Beirut e la rappresaglia minacciata dal movimento sciita. Lo scontro per ora resta sul tavolo diplomatico e politico. E l'ultimo round è stato giovedì al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, chiamato a rinnovare la missione Unifil, il contingente di interposizione e peacekeeping dispiegato sul versante libanese del confine tra il Paese dei cedri e Israele, sotto il comando del generale italiano Stefano Del Col. La risoluzione presentata dalla Francia è stata approvata all'unanimità e consentirà ai 10 mila caschi blu di continuare il loro lavoro. Ma sull'Unifil non cessano le pressioni di Stati uniti e Israele. Secondo Donald Trump e Benyamin Netanyahu l'Unifil non può svolgere il suo mandato a causa di «forti restrizioni» imposte da Hezbollah, alleato di Siria e Iran. L'ambasciatore israeliano all'Onu, Danny Danon, sostiene che la presenza del movimento sciita nel sud del Libano avrebbe «lo scopo di danneggiare lo Stato ebraico e mettere in pericolo l'intera regione» e ha avvertito che Israele «non accetterà una tale realtà». Su pressione di Washington la risoluzione appena approvata all'Onu include una «valutazione» della missione Unifil-che il Segretario generale Antonio Guterres dovrà presentare entro il l giugno 2020-volta a verificare il pieno accesso dei soldati dell'Onu alla «linea blu» che segna il confine internazionale tra Libano e Israele. Per il governo Netanyahu il mandato dell'Unifil deve essere esteso e prevedere azioni concrete che blocchino quello che descrive come «il traffico di armi a favore di Hezbollah». Intanto ieri un razzo muori nante lanciato dall'esercito israeliano durante una esercitazione lungo la «linea blu» ha provocato l'incendio di una struttura dell'Unifil, senza fare feriti.

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redazione@ilmanifesto.it

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