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Il Manifesto Rassegna Stampa
02.07.2019 Silwan: un quartiere arabo degradato di Gerusalemme da spostare
Il 'no' di Michele Giorgio, sostenitore di BDS

Testata: Il Manifesto
Data: 02 luglio 2019
Pagina: 13
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «II piccone americano distrugge Gerusalemme est»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 02/07/2019, a pag.13 con il titolo "II piccone americano distrugge Gerusalemme est" l'analisi di Michele Giorgio.

Continua la tradizione dei 'no' da parte degli arabi palestinesi e di chi in Occidente - come Michele Giorgio - li appoggia sorvolando sulle loro attività terroristiche. Il quartiere arabo di Silwan, pochi metri fuori dalle mura della Città vecchia di Gerusalemme, è un posto degradato e dalle condizioni igieniche e sanitarie completamente inadeguate. E' un'ottima idea quindi l'offerta della Municipalità di Gerusalemme di spostare le abitazioni qualche centinaio di metri più in là e consentire così agli scavi archeologici di progredire. Michele Giorgio preferisce invece gridare allo scandalo e accusare Israele di voler cacciare gli arabi da Gerusalemme.

C'è chi spinge per il boicottaggio in stile nazista di Israele, come Giorgio, e chi invece lo rifiuta. E' il caso, riportato da Benjamin Weinthal sul Jerusalem Post, della Chiesa protestante tedesca, che ha annullato un evento al quale avrebbero partecipato sostenitori di BDS. Il parlamento tedesco lo scorso maggio ha dichiarato BDS antisemita.

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Benjamin Weinthal

Ecco l'articolo:

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Michele Giorgio

 

Usando martelli e picconi, l'ambasciatore americano in Israele David Friedman, l'inviato della Casa bianca Jason Greenblatt, il senatore Usa Senator Lindsey Graham, l'ex sindaco di Gerusalemme Nir Bar kat e altre personalità israeliane giunte dagli Stati uniti, domenica hanno abbattuto l'ultimo «muro» oltre il quale si accede alla «Via dei Pellegrini», una scala-strada sotterranea che, secondo la tradizione, era impiegata dai pellegrini per recarsi in visita al Secondo Tempio di Gerusalemme. «Questo posto ci consente di tornare indietro nel tempo, di far rivivere la Bibbia... A chi a suo tempo ha espresso contrarietà alla decisione del presidente Trump di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele dico che questa strada può essere una risposta», ha proclamato con enfasi l'ambasciatore Friedman confermando con le sue parole il pieno appoggio dell'amministrazione Usa al movimento dei coloni ebrei, il laboratorio ideologico del governo israeliano.

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il villaggio Silwan

IL "SITO ARCHEOLOGICO" appena inaugurato è uno degli ultimi progetti della Ir David Foundation, più nota come Elad, la «società immobiliare» dei coloni impegnata nell'acquisizione — in tutti i modi—di proprietà e abitazioni arabe a Gerusalemme Est, la zona palestinese della città occupata militarmente da Israele nel 1967. E se prima la Elad godeva solo del sostegno politico del governo e di associazioni sioniste religiose locali e internazionali, oggi può contare anche su quello di Donald Trump e del suo entourage. E sui soldi di Miriam e Sheldon Adelson, miliardari con doppia cittadinanza, americana e israeliana, finanziatori della «Via dei Pellegrini» e di tanti altri progetti dei coloni. Alla Elad e agli Stati uniti non importa che si scaverà sotto le case di Silwan, quartiere palestinese ad alta penetrazione dei coloni israeliani che vi hanno costruito il cosiddetto «Parco Nazionale della Città di Davide» in onore di re Davide che avrebbe vissuto in quest'area situata a poche centinaia di metri dal Muro del Pianto. Che ciò sia vero non è dimostrato senza ombra di dubbio.

L'ARCHEOLOGIA UFFICIALE avverte che la prova inconfutabile della presenza di re Davide nell'area di Silwan non c'è. L'archeologia politica, quella dei coloni, al contrario non ha dubbi ed è impegnata a portare avanti i suoi obiettivi, incurante della storia di Gerusalemme negli ultimi duemila anni e, naturalmente, della presenza a Silwan di migliaia di abitazioni palestinesi. La «Via dei Pellegrini», 350 metri di lunghezza e sette di larghezza, sarà completata in un anno ed è inserita in un ampio piano di sviluppo «turistico» gestito sempre dalla Elad, che guiderà i visitatori stranieri in percorsi nella Gerusalemme araba sulla base della narrazione dei coloni.

I PALESTINESI DI SILWAN, aiutati da poche decine di attivisti israeliani, protestano nella totale indifferenza del resto del mondo. «Le vite di coloro che abitano a Silwan sono a rischio a causa di questi progetti di insediamento coloniale — ci dice un portavoce del Centro informazioni di Wadi Hilweh (Silwan) — Questo tunnel (Via dei Pellegrini) è parte di una rete di gallerie sotterranee che da 13 anni si scavano qui sotto. A marzo abbiamo avuto frane in diverse aree e il comune (israeliano) ha classificato cinque case come pericolanti. Ma i lavo- ridi scavo non si fermano, vanno avanti, perché sono un progetto politico e perché i coloni vogliono spingere gli abitanti ad andare via». Ai palestinesi, sottolinea il Centro informazioni di Wadi Hilweh, non è stato dato accesso a tutti i cantieri e non hanno potuto vedere le opere in corso che minacciano l'intero quartiere. Qualche anno fa una ottantina di abitazioni palestinesi di Silwan, "abusive" secondo il comune di Gerusalemme, rischiarono la demolizione. Le ruspe furono fermate dalle proteste internazionali, oggi totalmente assenti.

PROTESTA ANCHE l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina. Il suo segretario, Saeb Erekat, ha etichettato l'ambasciatore Friedman, noto sostenitore della destra ultranazionalista israeliana, come un «colono estremista». Perla Giordania, custode dei luoghi santi islamici a Gerusalemme, «i tentativi di ebraicizzare la Città Santa e modificare la realtà sul terreno nella zona occupata sono una violazione del diritto internazionale e rischiano di alimentare le tensioni».

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