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Il Manifesto Rassegna Stampa
20.12.2015 Sul Manifesto ottime notizie da Israele
Finalmente un Michele Giorgio che fa piacere leggere

Testata: Il Manifesto
Data: 20 dicembre 2015
Pagina: 6
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Da Berlino il sottomarino 'atomico'»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 20/12/2015, a pag.6, con il titolo "Da Berlino il sottomarino 'atomico' ", l'articolo di Michele Giorgio.

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Ecco il sottomarino

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                                                                   Michele Giorgio

Leggendo il pezzo di Michele Giorgio ci è tornata in mente una 'storiella' ambientata nella Germania nazista: due ebrei si incontrano, uno dice all'altro "leggi lo Stürmer ? sei matto ? è il giornale del partito nazista !" sì, risponde l'altro, ma  è l'unico modo per farmi credere che siamo talmente forti da essere i padroni del mondo !
E' la sensazione che abbiamo provato leggendo quanto è potente Israele nella testa di Giorgio, con i suoi armamenti atomici è in grado di sterminare tutto il mondo ! Urge una visita psichiatrica.

Ecco il pezzo:

Mentre il Congresso discute il rinnovo, sicuro, del finanziamento annuale Usa di tre miliardi di dollari a Israele, in gran parte ad uso militare, il portavoce delle Forze Armate dello Stato ebraico ha diffuso le foto del sottomarino "Rahav" ("Nettuno", in ebraico) che lascia il porto tedesco di Kiel diretto ad Haifa. Il "Rahav" è l'ultimo dei sommergibili di classe Dolphin II, di fabbricazione tedesca, ad entrare in servizio e, nel silenzio intemazionale, accrescerà ulteriormente le capacità atomiche di Israele che non ha mai fumato il Trattato di non proliferazione nucleare e continua a mantenere segreto il suo arsenale atomico costituito, per alcuni esperti internazionali, da 100 forse 200 ogive. Costruito nei cantieri Howaldtswerke-Deutsche Werft, con un costo di 2 miliardi di dollari sostenuto dalla Germania (nel quadro dei risarcimenti tedeschi per l'Olocausto), il "Rahav" non è a propulsione atomica ma, come altri due dei quattro sommergibili israeliani costruiti in Germania già in servizio, è in grado di trasportare missili con testate nucleari nei mari del Medio Oriente e nell'Oceano Indiano. Se gli Stati Uniti sono garanti della superiorità bellica di Israele verso gli altri Paesi della regione, la Germania di Angela Merkel da anni contribuisce alla costituzione di una flotta di sottomarini israeliani dotati anche di armi non convenzionali. Grazie all'aiuto di Berlino, Israele può tenere sotto il tiro dei suoi missili Popeye con una gittata di 1500 km e aratati con atomiche fino a 200 chilogrammi non solo il «nemico» Iran, la Siria, tutti gli altri Paesi arabi e parte dell'Asia centrale. Tre anni fa, la rivista Der Speiget, in un servizio di 12 pagine intitolato «L'Operazione Sansone», scrisse che i missili israeliani con testata nucleare possono essere lanciati dai sommergibili grazie a un sistema idraulico speciale di ultima generazione. «Utilizzando la tecnologia tedesca, Israele ha creato un arsenale nucleare galle ante in Medio Oriente», aggiunse il giornale. Angela Merkel ha sempre negato che i sottomarini consegnati a Israele siano in grado di trasportare testate nucleari. In realtà, spiegava Der Spiegel, il governo tedesco è consapevole della capacità nucleare dei sommergibili però accetta di guardare da un'altra parte in nome della «sicurezza di Israele». Nella visione strategica israeliana, ha scritto Ronen Bergman, analista militare per il quotidiano di Tel Aviv Yedioth Ahrono4 il "Rahav" e gli altri sottomarini garantirebbero a Israele la capacità del "secondo colpo", ossia la possibilità di rispondere con le atomiche ai nemici anche dopo aver subito un attacco nucleare. Altri esperti, non israeliani, sostengono che i sommergibili hanno il compito di affermare la superiorità militare e la potenza nucleare dello Stato ebraico nella regione, quindi di rappresentare un potere di deterrenza o, secondo un altro punto di vista, una costante minaccia non dichiarata davanti alle coste degli awersari. È perciò strategica la capacità che il "Rahav", il suo predecessore "Tanih" e il sesto sommergibile israeliano ora in costruzione in Germania, hanno di rimanere in immersione anche per 18 giorni consecutivi. Sarebbe l'Eritrea, secondo il centro ricerche strategiche Stratfor, a fornire una base navale strategica, nell'arcipelago di Dahlak, ai sottomarini di Israele che si alternano nella missione di tenere sotto tiro l'Iran e nel controllo delle navi di Tehran che entrano nel Mar Rosso. Allo stesso tempo l'Eritrea assicura un porto, ad Assab, anche alla Marina militare iraniana, ottenendo dai due Paesi avversari armi e aiuti finanziari.

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redazione@ilmanifesto.it

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