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Il Manifesto Rassegna Stampa
24.06.2015 Israele: un capro espiatorio per tutte le circostanze
Se lotta contro i terroristi è criminale, se cura i jihadisti feriti è criminale lo stesso perché collabora con loro: benvenuti sul 'Manifesto'

Testata: Il Manifesto
Data: 24 giugno 2015
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «I drusi del Golan contro Netanyahu»

Riprendiamo dal MANIFESTO di oggi, 24/06/2015, a pag. 8, con il titolo "I drusi del Golan contro Netanyahu", il commento di Michele Giorgio.

Prosegue anche oggi instancabile la disinformazione di Michele Giorgio sul Manifesto.
1) Per Giorgio Israele è il capro espiatorio adatto per tutte le circostanze. Scrive infatti che "il governo Netanyahu tifa per il fronte anti-Assad" e addirittura che quella di Israele è una "cooperazione mascherata con i ribelli siriani". In altre parole, Giorgio accusa lo Stato ebraico di collaborazione con i terroristi islamisti. Ridicolo.
2) I drusi israeliani sono cittadini a pieno titolo. Molti di loro occupano posizioni di rilievo nelle strutture dello Stato e dell'esercito. La percentuale di drusi che si arruolano volontari nei reparti scelti dell'esercito israeliano è superiore a quella degli ebrei. Ma Giorgio, a riguardo, scrive di problemi di "integrazione".
3) "L'esercito israeliano ormai soccorre in modo sistematico i feriti siriani, civili ma anche tanti miliziani anti Assad, inclusi i qaedisti al Nusra", scrive Giorgio. Detto altrimenti, il giornalista incolpa Israele di curare chiunque - civile o militare, terrorista o vittima perseguitata - esca dall'inferno siriano. Siamo certi che, se Israele non intervenisse a curare i feriti siriani, Giorgio lo attaccherebbe per questo motivo. Ma Israele lo fa, deve essere dunque attaccato proprio per la sua azione umanitaria.
4) Non c'è dubbio che i drusi siriani vengano perseguitati e uccisi dai fondamentalisti islamici di Al Nusra. Darne parte della responsabilità a Israele, però, è intellettualmente e moralmente abominevole.
5) Ultima considerazione, la confusione che Giorgio propina ai lettori quando cita i drusi: mai che specifichi in modo chiaro le differenze fra i drusi siriani e quelli israeliani, mai che scriva che i drusi che vivono sul Golan israeliano sono israeliani a pieno titolo, quandi cita i drusi siriani, la cui condizione preoccupa i drusi israeliani, evita accuratamente di scrivere che ad uccidere il miliziano siriano sono stati i drusi siriani.
Sopraffatto dal bisogno di incolpare sempre Israele, Giorgio disonora la professione del giornalista, non ci sono solo i fatti mischiati alle opinioni, ci sono le menzogne che sostituiscono la verità.

Ecco l'articolo:


Michele Giorgio


Ghassan Alian, comandante druso della prestigiosa brigata Golani. Apartheid???

I drusi, o almeno quelli del Golan occupato, non si sono lasciati intimorire dagli avvertimenti lanciati ieri da Benyamin Netanyahu. «Troveremo gli autori del linciaggio e li assicureremo alla giustizia», ha detto il premier israeliano riferendosi a quanto accaduto nella cittadina di Majdal Shams dove circa 200 drusi hanno attaccato un'ambulanza e linciato un ribelle siriano ferito, forse un qaedista del Fronte al Nusra. Per la gente di Majdal Shams e dei villaggi drusi del Golan occupato, e anche per una porzione consistente di drusi israeliani in Galilea, deve cessare la politica di cooperazione mascherata con i ribelli siriani che Israele porta avanti da almeno due anni.

«Non è stato giusto linciare quell'uomo ma non possiamo accettare che Israele aiuti chi uccide la nostra gente o si prepara a farlo», ci spiegava ieri al telefono Salman Masri, nome fittizio usato dal nostro interlocutore druso per nascondere la sua identità. «E a dire basta sono anche tanti drusi della Galilea», ha aggiunto per farci capire che la posizione dei drusi del Golan, che si definiscono cittadini siriani sotto occupazione militare (dal 1967, ndr), è condivisa anche da quelli «integrati» in Israele.

Siamo davanti a un altro capitolo insaguinato della guerra civile siriana. Crescono la paura e la voglia di resistenza di drusi, anche in armi, ai miliziani qaedisti di al Nusra — stretti alleati dell'opposizione «moderata» siriana finanziata e armata da Paesi arabi e occidentali — e dell'Isis, che li minacciano sempre più frontalmente. Per il salafismo più radicale, l'ideologia alla base di al Nusra e dell'Isis, i drusi, gli sciiti, gli alawiti, gli yazidi e le altre minoranze islamiche sono semplicemente «pericolosi infedeli», un «cancro» da estirpare con stragi e la pulizia etnica e religiosa o, nel migliore dei casi, da risolvere con la schiavitù.

All'inizio del mese 20 drusi, tra i quali diversi anziani e un bambino, sono stati massacrati dai miliziani di al Nusra nel villaggio di Qalb Loze, nel nord ovest della Siria. Un eccidio che ha accresciuto i timori dei drusi del Golan e in Israele per i loro fratelli in Siria. Il pericolo più immediato riguarda gli abitanti del villaggio di Rider, dall'altra parte delle linee di armistizio sul Golan, minacciato dall'Isis. I drusi in Israele accusano il governo di inazione e chiedono che siano lasciati entrare i correligionari siriani minacciati dai jihadisti.

Pur proclamandosi neutrale nella guerra civile siriana, in realtà il governo Netanyahu tifa per il fronte anti-Assad. Per gran parte dell'establishment israeliano politico e militare, Damasco deve cadere poiché la Siria, oggi molto più di qualche anno fa, è sotto l'influenza dell'Iran e dipendente dall'aiuto militare del movimento sciita libanese Hezbollah. L'esercito israeliano ormai soccorre in modo sistematico i feriti siriani, civili ma anche tanti miliziani anti Assad, inclusi i qaedisti al Nusra che da circa un anno controllano il versante siriano del Golan.

Vice News ha documentato la presenza di jihadisti tra gli oltre mille feriti soccorsi e curati nell'ospedale Zvi di Safed, dove sono stati ricoverati gran parte dei siriani fatti entrare nel Paese. Il governo Netanyahu replica che si tratta soltanto di un aiuto umanitario senza alcuna finalità politica. Un caso recente ha puntato i riflettori sui controversi rapporti che Israele avrebbe con al Nusra. Sidqi Maqt, un druso di Majdal Shams, è stato arrestato alla fine di febbraio per «spionaggio», in realtà per aver documentato e pubblicato sulla sua pagina Facebook i contatti segreti in corso lungo la frontiera. In un suo filmato si vedono due autobus bianchi con i combattenti di al-Nusra che entrano in una base dell'esercito israeliano. Maqt ha confermato ciò che le Nazioni Unite avevano reso pubblico qualche mese fa con un rapporto presentato al Consiglio di Sicurezza dalla Undof, la missione dell'Onu che supervisiona il confine tra Israele e Siria. Nel rapporto si riferiscono le frequenti interazioni tra esercito israeliano e combattenti armati siriani, tra cui il trattamento dei feriti, discussioni tra soldati e miliziani attraverso la recinzione e il passaggio dei camion dalla parte siriana alla parte israeliana della linea del cessate il fuoco.

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redazione@ilmanifesto.it

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