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Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


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Il Manifesto Rassegna Stampa
20.06.2012 Hamas lancia 50 razzi contro Israele. Silenzio stampa sulla notizia
solo Rocca Cannuccia la riporta, ma, come sempre, totalmente sbilanciata pro Hamas

Testata: Il Manifesto
Data: 20 giugno 2012
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Allerta missili tra Gaza e Israele»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 20/06/2012, a pag. 8, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo "Allerta missili tra Gaza e Israele".


Michele Giorgio

Michele Giorgio non perde occasione per disinformare su Israele.
Pur essendo l'unico quotidiano di questa mattina a descrivere i razzi lanciati dalla Striscia contro Israele, Il Manifesto non perde colpi e descrive la situazione al contrario. Come al solito sarebbe Israele a colpire per primo, le vittime israeliane non vengono nemmeno menzionate. Silenzio sugli scudi umani di Hamas. Il numero dei razzi che fornisce Giorgio (29) è sbagliato. Si informi meglio, i razzi lanciati da Hamas sono oltre 50 (
http://www.jpost.com/Defense/Article.aspx?id=274527).
Il commento di IC al riguardo è contenuto nella Cartolina da Eurabia di Ugo Volli di questa mattina (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=&sez=280&id=44961).
Ecco il pezzo di Giorgio:

La tensione corre veloce lungo le linee tra Gaza e Israele ma la responsabile per il controllo di passaporti e documenti al valico di Erez non si mostra preoccupata. «Potrebbero scattare le sirene, siamo in allerta-missili, segua le nostre disposizioni», ci dice meccanicamente, esaminando più volte il nostro permesso per entrare a Gaza. Eppure, a meno di duecentro metri dal terminal, si vive di nuovo in stato di guerra. Il silenzio che di solito accompagna chi percorre il lungo tunnel che da Erez porta fino al primo posto di blocco palestinese (quello controllato dall’Anp di Abu Mazen, il solo autorizzato a comunicare con l’esercito israeliano), è rotto dal ronzio incessante dei droni, esecutori implacabili delle sentenze di morte contro imilitanti palestinesi, veri e presunti.
La vita continua, nella paura, persino nel nord di Gaza preso di mira più volte nelle ultime ore dai raid aerei israeliani. I taxisti, incuranti del passaggio in quota dei velivoli senza pilota, fanno la spola tra il posto di blocco dell’Anp e quello del governo di Hamas, dove sono minuziosamente controllati tutti coloro che entrano a Gaza. Nello spazio di un paio di chilometri occorre sottoporsi ai controlli di tre diverse autorità prima di poter partire per Gaza city. Un eccesso di controlli e di affermazione di autorità che ieri stonava più del solito mentre gli aerei colpivano nuovamente il territorio palestinese uccidendo, nei pressi di Deir al Balah, due ragazzi di 17 anni: Yusef al Talbani e Mohammed Abu Mealiq. I loro corpi sono stati recuperati solo dopo diverse ore da una ambulanza che si è spinta fin nel punto più caldo della frontiera, quello dove si rischia la vita in ogni momento.
Con i due morti di ieri, il totale di palestinesi uccisi è salito a sei nel giro di appena 36 ore. La maggior parte delle vittime faceva parte del Jihad islami, organizzazione che da un anno è sistematicamente presa di mira dalle Forze armate israeliane, con attacchi a Gaza e con campagne di arresti in Cisgiordania. Tuttavia la fotoreporter italiana Rosa Schiano, che da alcuni mesi vive e lavora a Gaza, è stata a casa di uno dei palestinesi uccisi due giorni fa, Mohammed al Zanin, 25 anni, e ha smentito l’appartenenza di questa vittima ad un gruppo armato.
Si sono vissute ieri ore di tensione anche dall’altra parte del confine. Migliaia di israeliani residenti nel Neghev e nel sud del paese, sono stati esortati dalle autorità a tenersi pronti a scendere nei rifugi di fronte ai lanci di razzi dalla Striscia di Gaza – 29, secondo fonti israeliane – che almeno fino a ieri sera non avevano provocato danni alle persone. Per la prima volta in più di un anno l’ala armata di Hamas ha sparato razzi verso il territorio israeliano, assieme ad altre fazioni militanti palestinesi. Il movimento islamico ha dato ampio risalto alla ripresa delle sue azioni armate. Le Brigate Ezzedin, sul loro sito, hanno rivendicato il lancio di 10 razzi Grad (una versione più avanzata di katiusha). «Questa è la nostra risposta ai crimini sionisti. E proseguirà sino a quando andranno avanti gli attacchi (israeliani) contro Gaza», ha avvertito Ezzedin al Qassam. È la prima volta dall’aprile del 2011 che Hamas spara razzi a lunga gittata e questo sviluppo è visto da molti come un ammonimento lanciato al governo Netanyahu che, secondo le autorità di Gaza, ha sfogato la sua rabbia per l’agguato di due giorni fa sul confine tra Israele e l’Egitto (sono rimasti uccisi un operaio arabo israeliano e due membri del commando), lanciando attacchi aerei contro la Striscia.
Versione che Israele nega. Il portavoce militare sostiene che non esiste alcun collegamento tra l’agguato nel Sinai e i raid contro Gaza. «Noi colpiamo chi si prepara a colpirci» ha commentato laconico il portavoce. Dieci mesi fa però fu proprio Gaza a pagare il tributo più alto di sangue, con 26morti in otto giorni di attacchi aerei scattati dopo un attentato compiuto nel Neghev da un commando entrato dal Sinai egiziano (otto israeliani uccisi). A Gaza si teme che l’escalation di raid aerei e lanci di razzi, porti ad una nuova massiccia offensiva israeliana, simile a quella dello scorso marzo, cominciata con l’«assassinio mirato» di un leader dei Comitati di resistenza popolare da parte di un drone. I morti in appena 4 giorni, furono 26 tra i quali diversi civili.

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