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Il Manifesto Rassegna Stampa
18.05.2012 Abu Mazen vara un nuovo governo a Ramallah. Giorgio si indigna
non per le mancate elezioni, ma perchè non sono inclusi i terroristi di Hamas

Testata: Il Manifesto
Data: 18 maggio 2012
Pagina: 9
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Abu Mazen vara nuovo governo, più spazio a esponenti di Fatah»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 18/05/2012, a pag. 9, l'articolo di Michele Giorgio dal titolo "Abu Mazen vara nuovo governo, più spazio a esponenti di Fatah".


Michele Giorgio, Abu Mazen

Michele Giorgio trova disdicevole il fatto che, due giorni fa, Abu Mazen abbia annunciato un nuovo governo, sempre guidato da Salam Fayyad.
Un governo imposto alla popolazione, non votato. Giorgio si indigna per questo? No, ovviamente : "
È evidente che la formazione di un nuovo esecutivo in Cisgiordania riduce le possibilità di arrivare a quella «riconciliazione nazionale » che nelle strade dei Territori occupati invocano sin dai primi giorni successivi alla battaglia di Gaza tra la milizia di Hamas e gli agenti delle forze di sicurezza dell’Anp". Il problema è che non sono stati inclusi anche i terroristi di Hamas. Questo, secondo Giorgio, perchè : "E’ evidente che la dipendenza quasi totale dell’Anp dai finanziamenti dei paesi donatori occidentali e il sostegno politico e diplomatico che Abu Mazen riceve da Stati uniti e Unione europea, limitano fortemente le possibilità di movimento del presidente palestinese.". Giorgio, insomma, si rammarica perchè nel nuovo esecutivo non ci sono i terroristi di Hamas. Quella che è una buona notizia,  secondo Rocca Cannuccia è un disastro. Non c'è da stupirsi, per altro, visti i toni con cui Giorgio scrive di Medio Oriente.
Giorgio continua ad essere tenero coi terroristi della Striscia, chissà per quale motivo. Non gli viene da chiedersi per quale motivo abbiano permesso l'assassinio di Vittorio Arrigoni un anno fa e che ora tentino in insabbiare il processo ? Giorgio, poi, continua a non rispondere alle domande di IC (http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=41&sez=120&id=44141). Che cosa significa che la difesa degli assassini cerca di gettare fango su Arrigoni definendo i suoi costumi troppo 'occidentali e liberal'? Che cosa significa essere 'infangati'? E' per questi costumi che Arrigoni è stato assassinato ?
Giorgio dovrebbe essere più specifico. Invece glissa, un silenzio ipocrita.
Ecco il suo articolo:

«L’anniversario della Nakba e la lotta dei nostri detenuti nelle carceri israeliane avevano posto le basi per una strategia nazionalema (i partiti Fatah eHamas) non hanno colto questa importante opportunità». E’ amareggiato Kayed al Ghol, del Comitato centrale del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp), dopo il giuramento dei nuovi ministri del governo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) annunciato a sorpresa due giorni fa e guidato ancora da Salam Fayyad. Nessun palestinese può dargli torto. È evidente che la formazione di un nuovo esecutivo in Cisgiordania riduce le possibilità di arrivare a quella «riconciliazione nazionale » che nelle strade dei Territori occupati invocano sin dai primi giorni successivi alla battaglia di Gaza tra la milizia di Hamas e gli agenti delle forze di sicurezza dell’Anp (quindi di Fatah), che a giugno 2007 vide la Striscia finire sotto il controllo delmovimento islamico. Un anno fa le due parti avevano raggiunto al Cairo uno «storico» accordo per la formazione di un governo «tecnico» di unità nazionale, di cui hanno ribadito l’importanza qualche mese fa con l’intesa raggiunta a Doha tra il presidente dell’Anp Abu Mazen e il leader (uscente) di Hamas, Khaled Mashaal. Questo esecutivo però non si èmaterializzato e Fatah e Hamas rimangono distanti e con obiettivimolto diversi. E’ evidente che la dipendenza quasi totale dell’Anp dai finanziamenti dei paesi donatori occidentali e il sostegno politico e diplomatico che Abu Mazen riceve da Stati uniti e Unione europea, limitano fortemente le possibilità di movimento del presidente palestinese. Per Washington e diversi paesi europei, il ruolo dell’Anp dopo il 2007 è quello di dare la caccia e non si riconciliarsi con Hamas. Allo stesso tempo anche all’interno del movimento islamico sono forti le spinte contro la riconciliazione con Fatah e l’Anp. L’ala militare e diversi esponenti di primo piano di Hamas non condividono la linea morbida, del dialogo, di Khaled Meshaal e si oppongono alla «restituzione» a forze di sicurezza nazionali del territorio di Gaza che ritengono «liberato» non solo da Israele ma dal controllo di Fatah. Più che un nuovo governo, mercoledì si è materializzato un rimpasto e un allargamento che hanno fatto salire il numero deiministri a 24, includendo diversi esponenti di Fatah. Il movimento guidato da Abu Mazen da tempo chiedeva la fine del «governo degli indipendenti» (ma fino ad un certo punto) messo in piedi di Fayyad (che non è di Fatah). A scatenare la rabbia di Hamas è stata proprio la riconferma del premier. L’accordo raggiunto al Cairo e ribadito a Doha, esclude il primo ministro dell’Anp da qualsiasi incarico nel futuro esecutivo di unità nazionale. Il movimento islamico ritiene Fayyad troppo legato agli Usa (fatto incontestabile) e responsabile di campagne di arresti condotte in Cisgiordania dalla polizia dell’Anp nei confronti degli attivisti islamici. Ai dirigenti di Hamas non piace neanche il programma del nuovo governo che ha per priorità l’organizzazione del voto amministrativo in Cisgiordania, mentre gli islamisti vogliono elezioni – legislative, presidenziali e locali - solo dopo la riconciliazione. «Questo nuovo governo Fayyad approfondisce le divisioni e allontana ogni prospettiva di ricucitura», ha protestato Fawzi Barhum, un portavoce di Hamas. L’ingresso più significativo nel governo dell’Anp è quello di Nabil Qassis, ex rettore dell'Università di Bir Zeit, a cui va il dicastero delle finanze detenuto sino ad oggi proprio da Fayyad che ha dovuto cederlo per le pressioni di Fatah. Gli altri neoministri sono nomi noti nei Territori occupati ma che non dicono molto all’estero. Saldi in sella rimangono Ryad al-Malki (esteri) e il ministro dei prigionieri, Issa Qaraqe. Il nuovo governo dovrà affrontare subito il deficit di bilancio previsto per il 2012. L’Anp ha presentato un bugdet da 1,3 miliardi di dollari che sarà coperto solo in parte dalle entrate tributarie e dai fondi promessi dai Paesi donatori. Secondo le istituzioni finanziarie internazionali a Fayyad mancano 500 milioni di dollari per avere il pareggio di bilancio.

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