domenica 19 maggio 2024
CHI SIAMO SUGGERIMENTI IMMAGINI RASSEGNA STAMPA RUBRICHE STORIA
I numeri telefonici delle redazioni
dei principali telegiornali italiani.
Stampa articolo
Ingrandisci articolo
Clicca su e-mail per inviare a chi vuoi la pagina che hai appena letto
Caro/a abbonato/a,
CLICCA QUI per vedere
la HOME PAGE

vai alla pagina twitter
CLICCA QUI per vedere il VIDEO

Non dimenticheremo mail gli orrori del 7 ottobre (a cura di Giorgio Pavoncello) 15/01/2024


Clicca qui






Il Manifesto Rassegna Stampa
24.06.2010 Se si manifesta per Gilad Shalit bisogna farlo anche per i criminali palestinesi
Un'assurdità che poteva trovare spazio solo sulle pagine del quotidiano comunista

Testata: Il Manifesto
Data: 24 giugno 2010
Pagina: 9
Autore: La redazione del Manifesto
Titolo: «A Shalit il Colosseo, a 11mila ostaggi il nulla»

Riportiamo dal MANIFESTO di oggi, 24/06/2010, a pag. 9, l'articolo dal titolo "A Shalit il Colosseo, a 11mila ostaggi il nulla".

La redazione del quotidiano comunista prende le distanze dalla manifestazione per Gilad Shalit di questa sera a Roma, davanti al Colosseo per due motivi: il primo è che le adesioni sono " un po’ sospette: il sindaco Alemanno, il governatore Polverini, il ministro Ronchi (tutti ex-post-fascisti), ", il secondo è " Perché spegnere le luci solo per un israeliano e tenerle accese (ossia tacere) per i più di 11 mila palestinesi chiusi da anni nelle carceri israeliane?  ".
La redazione del Manifesto non potrebbe mai mischiarsi a politici e giornalisti di destra, nemmeno se stanno manifestando per una giusta causa. Guai mischiarsi col nemico.
Ma questo è solo un pretesto. Il Manifesto non vede differenza fra Gilad Shalit, soldato rapito in territorio israeliano da Hamas quattro anni fa e i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Il primo è un ostaggio di terroristi islamici i quali non permettono nemmeno che riceva le visite della Croce Rossa Internazionale, gli altri sono criminali palestinesi detenuti dopo essere stati regolarmente processati. Fra loro ci sono persone come Marwan Barghouti, considerato l'architetto della seconda intifada, un terrorista assassino di civili israeliani. Ai detenuti palestinesi è permesso parlare con la stampa, ricevere visite e cure. Non si può scrivere altrettanto per Gilad Shalit.
Non si può mettere sullo stesso piano dei criminali con un soldato rapito nè un'associazione terroristica che governa grazie a un colpo di Stato la Striscia di Gaza con il governo di uno Stato democratico.
La frase finale è un concentrato di antisemitismo e razzismo della peggior specie : "
Sarà che un esponente del «popolo eletto» e cittadino dello «stato eletto» pesa di più di 11 mila dannati della terra? ". Una chiusura in perfetto stile Manifesto
Ecco la breve:

 

Leggiamo che questa sera alle 11 si spegneranno le luci del Colosseo per ricordare il caporale israeliano Gilad Shalit da 4 anni prigioniero di Hamas. Un’iniziativa promossa dall’Unione dei giovani ebrei d’Italia e l’associazione Benè Berith giovani. Adesioni a pioggia (alcune un po’ sospette): il sindaco Alemanno, il governatore Polverini, il ministro Ronchi (tutti ex-post-fascisti), il Foglio e via a scendere. Benissimo. Noi speriamo che Shalit sia presto libero e restituito ai suoi genitori e al suo esercito. Solo una nota a margine. Perché spegnere le luci solo per un israeliano e tenerle accese (ossia tacere) per i più di 11 mila palestinesi chiusi da anni nelle carceri israeliane in detenzione amministrativa (cioè senza accuse specifiche), fra cui donne e bambini? Non sono anche loro «sequestrati»? Sarà che un esponente del «popolo eletto» e cittadino dello «stato eletto» pesa di più di 11 mila dannati della terra?

Per inviare la propria opinione al Manifesto, cliccare sull'e-mail sottostante


redazione@ilmanifesto.it

Condividi sui social network:



Se ritieni questa pagina importante, mandala a tutti i tuoi amici cliccando qui

www.jerusalemonline.com
SCRIVI A IC RISPONDE DEBORAH FAIT