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Il Manifesto Rassegna Stampa
12.04.2008 Leggere ogni tanto Michele Giorgio è utile
ci fa capire cosa potrebbe succedere se la ideologia che gli guida la mano prevalesse

Testata: Il Manifesto
Data: 12 aprile 2008
Pagina: 8
Autore: Michele Giorgio
Titolo: «Sette palestinesi uccisi ieri: è la risposta di Israele»

Sul MANIFESTO di oggi, 12/04/2008, a pag.8, dal titolo " Sette palestinesi uccisi ieri: è la risposta di Israele ", una corrispondenza da Gerusalemme di Michele Giorgio, nulla di nuovo, ma utile per ripassare ogni tanto come vengono esposti i ragionamenti di chi, invece che informazione, diffonde ideologia. Gli articoli di Giorgio ne sono pieni, ma, come dicevamo, leggerli ogni tanto fa bene, ci fa capire cosa potrebbe essere l'informazione in paese dove prevalessero quelli che la pensano come lui. In questo pezzo, da segnalare l'uso delle virgolette.

«La risposta ad Hamas sarà tale che non sarà più in grado di continuare a colpire i civili israeliani come fa oggi», aveva annunciato giovedì sera il premier israeliano Olmert incontrando i vertici del suo partito, Kadima. E invece a pagare con la vita le ultime incursioni aeree e di terra israeliane sono stati in maggioranza i civili, frequenti «danni collaterali» della «lotta al terrorismo » che Israele afferma di condurre contro il movimento islamico. Ieri sono stati uccisi almeno sette palestinesi, tra cui quattro ragazzi, uno dei quali aveva appena 12 anni. La rappresaglia scattata dopo il raid compiuto mercoledì da tre gruppi armati palestinesi al valico di Karni – in cui sono rimasti uccisi due civili israeliani e un militante del Jihad – ha provocato almeno 13 morti, tra cui bambini e adolescenti. Main questi giorni l’establishment politico- militare israeliano pensa anche al «regalo di compleanno» da chiedere all’amministrazione Bush per i 60 anni dello Stato di Israele. Alex Fishman, firma autorevole di Yediot Ahronot, ha scritto ieri che governo e comandi militari stanno valutando cosa chiedere al presidente uscente, l’alleato più stretto che Israele abbia mai avuto a Washington. «E’ il primo leader statunitensestatunitense che continua ad amarci anche se noi continuiamo ad ingannarlo», ha sottolineato il giornalista. Il «regalo» potrebbe essere l’avvio di una piena cooperazione nucleare con gli Usa, sulmodello di quella tra Stati uniti e India, paese che, come Israele, non hamai firmato il Trattato di non-proliferazione nucleare. Oppure l’accesso permanente al sistema globale di difesa satellitare con cuiWashington è in grado di individuare il lancio di un missile in qualsiasi momento in ogni parte del mondo. In attesa di nuovi «regali» americani, le forze armate israeliane prendono di mira Gaza. La giornata ieri è cominciata con l’uccisione di due militanti di Hamas, vicinovicino alla «linea verde». Poco dopo soldati, mezzi corazzati e bulldozer della Brigata Ghivati hanno fatto irruzione a Gaza dove sono entrati in contatto con combattenti palestinesi. Nello scontro a fuoco un bambino di dodicidodici anni, Riad Awasi, è stato colpito allo stomaco ed è morto in ospedale. Altri sei palestinesi sono rimasti feriti. La Ghivati si è spinta fino all’ingresso del campo profughi di Bureji dove ha aperto il fuoco contro un gruppo di palestinesi armati vicino a un’azienda agricola, ferendo però civili, fra cui bambini. Uomini di Hamas, Jihad islamica e dei Comitati di resistenza popolare hanno sparato colpi di mortaio ai quali hanno risposto i carri armati prendendo di mira alcuni edifici. Nel tardo pomeriggio si è appreso che complessivamente ad el-Bureij sono rimasti uccisi cinque palestinesi, tutti civili. Le altre vittime sono state identificate inJihad Abu Zebed (19), Shihab Abu Zebed (17) e Yussuf al-Maghari (17). L’ultima, rimasta mutilata, ieri sera non aveva ancora un nome. In serata un razzo Qassam palestinese ha colpito la città israeliana di Sderot e colpi di mortaio sono caduti sul kibbutz di Nahal Oz, senza fare vittime. L’invasione completa di Gaza si fa ogni giorno più vicina anche se la prossima festività ebraica della Pessah e le celebrazioni per l’anniversario della fondazione di Israele potrebbero spingere i comandi militari e il governo a rinviarla ancora. Allo stesso tempo i mezzi d’informazione israeliani e i servizi di sicurezza continuano a preparare l’opinione pubblica internazionale all’operazione diffondendo, ormai quasi quotidianamente, «rivelazioni » sulle capacità belliche di Hamas. Secondo un rapporto dell’intelligence militare di Israele, il movimento islamico palestinese avrebbe organizzato nella sua roccaforte Gaza - con l’aiuto di Iran e Siria - una forza di 20.000 uomini ai quali andrebbero aggiunti 6.000 poliziotti e 3-4mila combattenti di diverse forze. Il rapporto parla di «dedalo di tunnel, bunker e corridoi» a Gaza e di decine di razzi katiusha in possesso di Hamas che nei prossimi anni potrebbe mettere sotto tiro un milione di israeliani. Uno scenario che prepara il terreno alla «guerra preventiva» da scatenare contro Gaza.

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