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Il Manifesto Rassegna Stampa
24.12.2004 Appello per un assassino: "liberare Barghouti"
la "buona azione natalizia" di Luisa Morgantini e del quotidiano comunista

Testata: Il Manifesto
Data: 24 dicembre 2004
Pagina: 9
Autore: Luisa Morgantini
Titolo: «Liberare Barghouti»
IL MANIFESTO di venerdì 24 dicembre 2004 l'eurodeputato Luisa Morgantini promuove un appello per la liberazione di Marwan Barghouti, condannato in Israele a cinque ergastoli per la sua responsabilità nell'organizzazione di stragi terroristiche. Barghouti è riconosciuto dalle Brigate dei Martiri di Al Aqsa, una delle più efferate oragnizzazioni terroristiche palestinesi, come loro leader. La stessa Morgantini ci informa che durante il processo a carico di Barghouti "la sua difesa è stato un atto d'accusa contro l'illegalità dell'occupazione militare", ovvero non ha potuto confutare l'impianto dell'accusa, concentrandosi su attacchi di natura politica.
Il "sequestro" di Barghouti è stato per la Morgantini un atto "illegale", come del resto (lo provano ampiamente gli altri suoi scritti) ogni forma di difesa da parte di Israele (dalle uccisioni mirate alla barriera difensiva).

Ecco il testo:

Marwan Barghouti è stato sequestrato nei Territori autonomi palestinesi il 15 aprile del 2002, nell'operazione «scudo difensivo» che ha stracciato gli accordi di Oslo con la rioccupazione israeliana dei territori autonomi palestinesi. Il sequestro e il trasferimento in Israele di Barghouti, eletto nel parlamento palestinese, è un'ulteriore illegalità del governo israeliano. Il 6 giugno scorso, anniversario dell'occupazione militare del `67, Marwan viene condannato a 5 ergastoli più 40 anni di carcere. Marwan, segretario di Al Fatah in Cisgiordania e dell'organizzazione (Tanzim) dopo aver trascorso molti anni nelle carceri israeliani nella prima intifada è stato deportato ed ha vissuto in Tunisia. Tornato in Palestina, dopo gli accordi di Oslo, non è mai stato considerato un «tunisino», un leader ritornato dall'esterno. Si è battuto con altri parlamentari per la trasparenza dell'autorità nazionale palestinese e contro la corruzione ed è stato in larga parte il dirigente che ha saputo spiegare e far accettare alla popolazione dei campi profughi l'accordo di Oslo. Lo ripeteva anche nei nostri diversi incontri a Ramallah, quando era già in clandestinità, dopo che il 23 settembre 2001 venne emesso il mandato di cattura contro di lui: «Non c'è altra strada di un negoziato che porti alla realizzazione di uno stato palestinese in coesistenza con lo stato israeliano... Israele deve cessare l'occupazione militare e applicare le risoluzioni Onu». Di questa seconda Intifada, che non si chiamava di Al Aqsa, ma dell'indipendenza e della pace, è stato il dirigente acclamato nelle strade a fianco degli shabab. Durante il suo processo, la sua difesa è stata un atto d'accusa contro l'illegalità dell'occupazione militare e pur rivendicando il diritto sancito dalla Convenzione di Ginevra, alla difesa anche armata del popolo palestinese contro il dominio coloniale e militare, ha condannato ogni attacco palestinese contro i civili israeliani e ribadito la sua volontà di pace. Nelle elezioni del 9 gennaio, che vedranno i palestinesi scegliere il loro presidente, Marwan ha rinunciato a candidarsi. Ancora una volta ha avuto a cuore l'unità del popolo palestinese e con dignità ha posto convinzioni per la vita democratica di Al Fatah e dell'Anp, chiedendo anche che in ogni negoziato la liberazione dei prigionieri politici sia una priorità. Liberare Marwan, non lasciare che marcisca nella cella di due metri senza finestre dov'è rinchiuso in totale isolamento, con la luce accesa per 23 ore al giorno, fare sì che possa riprendere il suo posto nella costruzione di uno stato palestinese - come ha scritto Tommaso Di Francesco -, deve essere un impegno di individui, movimenti, partiti, governi che abbiano diritto e giustizia a loro fondamento. Forse è un sogno, visto l'irriducibilità di Sharon e l'acquiescenza della comunità internazionale. Ma anche per Mandela ci sembrava un sogno! Per questo Action for Peace accoglie l'appello della campagna palestinese www.freebarghouti.org, e aderisce alla campagna internazionale per la liberazione di Marwan e di tutti i prigionieri politici. Ognuno potrà fare qualcosa, firmare l'appello, scrivere a Marwan nel carcere del Negev, raccogliere fondi per la famiglia e le spese processuali dei prigionieri politici. La liberazione di Marwan segnerà un passo decisivo per la fine dell'occupazione israeliana e una pace giusta in Palestina e Israele. (info: lmorgantini@europarl.eu.int tel. 06 69950217 fax 06 69950200).
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad esprimere la propria condanna per la richiesta di liberare un terrorista responsabile della morte di molte persone innocenti, scrivendo alla redazione del Manifesto e a Luisa Morgantini. cliccando sui link sottostanti si apriranno le e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

redazione@ilmanifesto.it
lmorgantini@europarl.eu.int

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