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La Repubblica Rassegna Stampa
10.03.2002 11/3/02 PARALLELISMI SCORRETTI
la decisione americana di impegnarsi maggiormente nella questione mediorientale

Testata: La Repubblica
Data: 10 marzo 2002
Pagina: 1
Autore: Sandro Viola
Titolo: «Arriva in ritardo la mossa di Bush»
"Arriva in ritardo la mossa di Bush", Sandro Viola commenta su La Repubblica la decisione americana di impegnarsi maggiormente nella questione mediorientale e non perde occasione, neanche di fronte alle decine di morti israeliani vittime del terrorismo, di ribadire le più abusate astuzie dell’informazione scorretta.
Analizzando l’articolo pubblicato sabato 9 marzo (quindi prima degli ultimi terribili attentati di Gerusalemme e Naharia) ecco la solita accusa all’esercito israeliano di agire con "risposte devastanti". Ma ciò è falso in quanto le risposte israeliane sono sempre state mirate e per quanto possibile contenute (Viola non fa caso al fatto che i missili israeliani non fanno vittime, pensa forse che si tratti di errori di mira?).
Poi Viola accusa Sharon, appoggiato da Bush, di volere trattare solo in assenza di violenze. E scrive: "ma una simile scelta può essere imposta, senza alcuna offerta di trattative, ad un popolo in rivolta?" Ma cosa c’è di strano per un Paese democratico nel volere la cessazione delle violenze prima di discutere del proprio futuro proprio con chi ne desidera la distruzione? Non contento Viola tira in ballo i russi di cui, dice, il Dipartimento di Stato Usa ha condannato la repressione in Cecenia operata con gravi violazioni dei diritti umani. Il parallelismo è inaccettabile: innanzitutto perché realmente nel caso della Cecenia i russi hanno operato senza rispettare i diritti umani, a differenza di Israele in cui l’esercito opera sotto la continua sorveglianza dell’opinione pubblica e della giustizia. E poi perché in Cecenia di vera occupazione si tratta e non come nel Medioriente di una contesa secolare in cui una delle parti rifiuta all’altra il diritto all’esistenza (mi riferisco ovviamente al mondo arabo che non accetta la presenza ebraica )
Con una classica inversione causa effetto (altra formidabile arma dell’informazione scorretta) Viola asserisce che i palestinesi rispondono con la violenza alle umiliazioni e alla violenza degli israeliani. Ma chi ha cominciato la recente intifada dopo le generose offerte del Governo di Ehud Barak?
Sempre secondo Viola per "indurre i palestinesi a smettere di uccidere gli israeliani dovevano dire chiaramente quello che intendevano concedere in cambio della pace". Qui siamo al delirio. Quando mai una parte che desidera trattare con un’altra si mette ad uccidere i civili indiscriminatamente allo scopo di conoscere in anticipo cosa otterrà con la trattativa. E in ogni caso bastava rivedersi i protocolli di Camp David e si sarebbe potuto sapere cosa potevano concedere gli israeliani.
Ed ecco che l’articolo ci propone un po’ di antisemitismo quando attribuisce alla vicinanza con le elezioni di mezzo termine negli Usa l’impasse dell’amministrazione Bush condizionata "molto probabilmente" dal voto ebraico.
Ormai scatenato, Viola non percepisce più il senso del tragicomico, quando afferma che per gli americani "fingere di non vedere le dimensioni e la violenza delle rappresaglie israeliane non era più possibile". Naturalmente di razzi, mortai e kamikaze palestinesi nemmeno una citazione.
La chiusura dell’articolo merita un commento speciale: "il suo immobilismo (dell’America ndr) ha già causato una quantità di morti in Palestina". A tanto arriva la voglia di assoluzione della parte palestinese, che Viola attribuisce all’America i morti anziché denunciare, come vorrebbe l’informazione corretta, le responsabilità del mondo arabo e della dirigenza palestinese che, per mantenere i propri privilegi, non hanno esitato a sacrificare il benessere e la vita dei propri fratelli palestinesi e tantomeno quelli degli israeliani.



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