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La Repubblica Rassegna Stampa
10.04.2024 Zelensky a Meloni: ci servono altri missili
Cronaca di Gianluca Di Feo

Testata: La Repubblica
Data: 10 aprile 2024
Pagina: 15
Autore: Gianluca Di Feo
Titolo: «Gli ucraini a Meloni: ci servono altri missili Patriot e Samp-T per fermare gli attacchi sulle città»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/04/2024, a pag. 15, con il titolo "Gli ucraini a Meloni: ci servono altri missili Patriot e Samp-T per fermare gli attacchi sulle città" la cronaca di Gianluca Di Feo.

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Gianluca Di Feo

Volodymyr Zelensky e Giorgia Meloni. Gli ucraini stanno finendo i missili anti-aerei, che noi forniamo. E non riescono più a difendere le loro città dai continui bombardamenti russi. Se vogliamo veramente dimostrare vicinanza alla causa dell'Ucraina, oltre alle parole, dovremmo mandare nuovi missili.

Dal punto di vista ucraino, il ragionamento è semplice e drammatico: i varchi nelle difese contraeree stanno permettendo ai russi di distruggere le centrali elettriche e radere al suolo con le micidiali bombe plananti intere cittadine sulla linea del fronte. Decine di civili vengono uccisi ogni giorno mentre negli arsenali europei ci sono centinaia di missili terra-aria tenuti di scorta: armi che potrebbero salvare molte vite e fermare l’escalation di Mosca. Per questo hanno domandato a Giorgia Meloni, come presidente del G7, di farsi portavoce di una richiesta urgentissima: donare subito gli strumenti per proteggere la popolazione dai raid aerei.

Le istanze di Kiev sono state presentate ieri a Palazzo Chigi, in un incontro con i collaboratori della premier, da una delegazione di Ong tra cui il Center for Ukrainian Victory e il New Europe Center, due dei think tank più autorevoli e più rappresentativi. Due giorni fa hanno formulato lo stesso appello a Parigi, parlandone con lo staff di Macron, e oggi saranno alla cancelleria di Berlino:un tour che somiglia a un pellegrinaggio, per cercare di sostenere la resistenza ucraina in un momento particolarmente difficile della guerra.

Al primo posto nella lista delle necessità impellenti ci sono i missili per i sistemi Patriot, a corto di munizioni dopo la sospensione degli aiuti statunitensi. «L’Occidente dispone di cento batterie di Patriot – ha sottolineato ieri l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell - , sarebbe inconcepibile se non riuscisse a darne sette a Kiev: sono un numero limitato ma ne hanno un bisogno disperato».

I rappresentanti delle Ong hannofatto anche una richiesta mirata a Meloni e Macron: ottenere una seconda batteria di missili Samp-T, ritenuti più moderni dei Patriot. Italia e Francia ne hanno già donata una, mettendo insieme radar e lanciatori mobili prelevati dai reparti di entrambi gli eserciti: è attiva da un anno, con risultati considerati ottimi. Adesso è stato prospettato ai francesi il trasferimento di quella schierata in Romania a protezione del confine orientale della Nato. Anche in questo caso il ragionamento ucraino è lapidario: «È in Ucraina che si decide il futuro della sicurezza, se Putin vince tutta l’Alleanza atlantica sarà minacciata direttamente».

Governi e stati maggiori occidentali però frenano sull’ipotesi di cedere altri sistemi contraerei. Per un duplice motivo. Anzitutto ne hanno pochissimi, visto che nessuno negli scorsi anni temeva attacchi dal cielo, e per ottenerne di nuovi dalle industrie ci vogliono da tre a cinque anni. Inoltre i costi sono astronomici: oggi acquistare un singolo missile per i Patriot viene oltre cinque milioni di euro e per il Samp-T i prezzi sono simili. Una batteria completa di radar supera i trecento milioni.

Al momento quindi nelle capitali della Ue c’è solo la disponibilità a fornire missili molto datati, destinati alla rottamazione e di affidabilità limitata. L’esecutivo Meloni, che sostiene l’Ucraina solo con armi difensive, continua a fargli avere gli Aspide mandati in pensione da Esercito e Aeronautica. Gli spagnoli oltre agli Aspide donano pure gli altrettanto datati Hawk. Ne vengono consegnati pochi e vecchi: nulla che possa impensierire gli stormi di Putin, diventati dopo due anni protagonisti della battaglia più feroce.

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