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La Repubblica Rassegna Stampa
07.02.2024 L'imbroglio di Hamas sul calcolo dei morti
Intervista di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 07 febbraio 2024
Pagina: 12
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Il calcolo dei morti: pochi uomini, troppe donne e bambini»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 07/02/2024, a pag. 12, con il titolo "Il calcolo dei morti: pochi uomini, troppe donne e bambini" l'intervista di Paolo Mastrolilli a Gabriel Epstein.
 
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Paolo Mastrolilli
 
La bufala dei 500 morti all'ospedale Al-Ahli (nella foto) per cui  è stato incolpato Israele. Salvo poi scoprire che era stato un razzo della jihad Islamica. Ma i 500 morti non sono mai stati sottratti al conteggio dei morti.
La bufala dei 500 morti all'ospedale Al-Ahli (nella foto) per cui  è stato incolpato Israele. Salvo poi scoprire che era stato un razzo della jihad Islamica. Ma i 500 morti non sono mai stati sottratti al conteggio delle vittime che Hamas attribuisce a Israele.
NEW YORK — I conti non tornano, nei numeri delle vittime della guerra a Gaza: «Secondo le informazioni fornite da Hamas, gli uomini che hanno perso la vita sono molto meno delle donne e i bambini. Ciò non riduce la vera ed enorme sofferenza patita dagli abitanti della Striscia, ma ha una valenza politica che non può essere trascurata». A dirlo è Gabriel Epstein, ricercatore del Washington Institute for Near East Policy, che ha pubblicato lo studio intitolato “How Hamas Manipulates Gaza Fatality Numbers: Examining the Male Undercount and Other Problems”.

Perché lei dice che a manipolare i numeri è Hamas? «Le informazioni sulle vittimevengono fornite dal Ministero della Salute di Gaza e dal Government Media Office (Gmo), entrambi controllati da Hamas». Non ci sono verifiche indipendenti? «No. Solo l’ong Airwars cerca di distinguere tra militari e civili, ma le difficoltà sono enormi. L’agenzia dell’Onu Unrwa non ha la capacità di contare i morti, perché è già troppo impegnata a evitare che la situazione umanitaria precipiti nell’abisso, e lo stesso Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari ha smesso di citare i dati forniti da Hamas».
Perché sostiene che i conti non tornano? «Secondo i dati forniti il 3 febbraiodal GMO, i morti a Gaza sono stati finora 27.238, di cui 12.000 bambini, 8.190 donne e 7.048 uomini. Se confronti questi numeri con quelli del Ministero della Salute, secondo cui fino al 10 novembre in tutta la Striscia erano morti 6.814 uomini, vuol dire che dal 10 novembre al 3 febbraiohanno perso la vita solo 234 adulti di sesso maschile. Con i combattimenti in corso è ovvio che non sia un numero credibile».

Sono manipolazioni dei dati o errori? «Non c’è dubbio che esiste una grande difficoltà pratica. Al momento dei 36 ospedali di Gaza solo 13 sono in funzione, 6 al nord e 7 al sud. Quindi il sistema che conta le vittime in base ai dati dei ricoveri è saltato. Molti militanti poi muoiono nei tunnel distrutti, o in zone non accessibili per i combattimenti. Però il GMO indica come fonte dei suoi dati informazioni raccolte attraverso i media, senza spiegare di cosa si tratta e quale metodo venga usato».
Perché lei sostiene che c’è una motivazione politica? «Per due ragioni. La prima è che diminuendo il numero degli uomini morti rispetto ai bambini e le donne si crea un’opportunità di pubbliche relazioni, per suscitare simpatia verso i civili da usare come leva. Ciò non riduce la vera ed enorme sofferenza degli abitanti di Gaza, ma ha una convenienza politica. La seconda è che Hamas vuole proiettare un’immagine vincente nel conflitto, e sottostimando il numero delle vittime tra gli uomini adulti dimostra che non sta subendo gravi perdite militari».

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