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La Repubblica Rassegna Stampa
28.08.2023 Le spie di Putin in Italia
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 28 agosto 2023
Pagina: 13
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Le attività in Italia dell’agente russa che reclutava le spie»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 28/08/2023, a pag. 13, con il titolo "Le attività in Italia dell’agente russa che reclutava le spie" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

Immagine correlata
Paolo Mastrolilli

FBI Most Wanted on X:
Natalia Burlinova

NEW YORK — Natalia Burlinova è un’elegante signora quarantenne russa che frequenta il nostro Paese, partecipa a conferenze di alto livello sulla politica estera, e ospita a Mosca studiosi o giovani leader italiani interessati a coltivare il dialogo con la “Terza Roma”. Quello che forse finora ci era sfuggito, però, è che di mestiere lavora con il servizio di intelligence Federalnaya Sluzhba Bezopasnosti (Fsb), uno dei famigerati successori del Kgb, allo scopo di reclutare complici occidentali disposti a diffondere la propaganda del Cremlino e magari spiare. Ce lo ha ricordato il dipartimento alla Giustizia americano, che incriminando Natalia il 17 aprile scorso, ha alzato il velo su questa nuova operazione di larga scala organizzata dalla Russia per interferire con le nostre democrazie, Italia inclusa. Venerdì ilNew York Times ha pubblicato un articolo su un rapporto dell’intelligence americana che denuncia la nuova strategia dell’Fsb per influenzare l’opinione pubblica occidentale. Il servizio segreto di Mosca usa organizzazioni in apparenza indipendenti per contattare leader e studiosi occidentali, allo scopo di spingerli a diffondere la propaganda del Cremlino. E poi chissà, magari in futuro potrebbero diventare utili spie, se emergeranno nei rispettivi settori. Un personaggio al centro dell’offensiva è Natalia Burlinova, fondatrice e presidentessa di Public Initiative Creative Diplomacy, organizzazione non governativa dedita alla «promozione degli interessi nazionali russi». “Picreadi” organizza “Meeting Russia”, programma annuale per portare a Mosca giovani leader e intellettuali occidentali; pubblica una rivista con lostesso nome; e partecipa a seminari internazionali. Dice di finanziarsi attraverso i sussidi del Presidential Fund del Cremlino. Il problema è che il 17 aprile scorso Burlinova è stata incriminata dal dipartimento alla Giustizia, in seguito ad un’inchiesta condotta dall’ufficio di Detroit dell’Fbi. Il manifesto “Wanted” che la ritrae per l’arresto spiega così la ragione: «È ricercata con l’accusa di aver agito come agente illegale di un governo straniero, la Russia, negli Usa. Avrebbe cospirato con un ufficiale dell’Fsb per reclutare cittadini statunitensi che si recheranno a Mosca per un programma chiamato Meeting Russia, gestito dall’organizzazione da lei guidata, “Picreadi”. L’ufficiale dell’Fsb avrebbe fornito a Burlinova finanziamenti e altro sostegno per i suoisforzi di reclutamento. In cambio, Burlinova ha fornito all’Fsb informazioni sui cittadini statunitensi reclutati, compresi i curriculum e il passaporto, fotografie e analisi delle loro opinioni sulla Russia». Lei ha smentito, ma il dipartimento alla Giustizia ha ribadito che viene pagata dal governo russo. Lo stesso giorno è stato incriminato Aleksandr Viktorovich Ionov, fondatore e presidente dell’Anti-Globalization Movement of Russia, perché sotto la supervisione degli agenti dell’Fsb Aleksey Borisovich Sukhodolov e Yegor Sergeyevich Popov aveva reclutato i cittadini americani Omali Yeshitela, Penny Joanne Hess, Jesse Nevel e Augustus C. Romain Jr., anche noto come Gazi Kodzo. Ma cosa c’entra l’Italia? Per capirlo basta visitare il sito di “Picreadi”, dove si apprende che nel 2017 Burlinova aveva ospitato attraverso “Meeeting Russia” la giornalista Maria Michela D’Alessandro, presentata come studentessa italiana all’Università di San Pietroburgo, nel 2019 Karolina Muti, ricercatrice dell’Istituto Affari Internazionali, e nel 2021 Eleonora Tafuro dell’Ispi. Il 13 maggio del 2019, poi, aveva organizzato un seminario a Milano con l’Ispi, intitolato “Russian Foreign Policy: Facing International Turbulence”. Naturalmente partecipare ad una conferenza non è una colpa, e non significa che le persone o le istituzioni coinvolte siano poi state reclutate dall’Fsb per diffondere propaganda russa in Italia. La spiegazione più plausibile è che non sapessero neppur e quale fosse il vero mestiere di Burlinova, e quindi gli obiettivi reali, condivisi con gli ex datori di lavoro di Putin. Del resto queste operazioni si conducono così, mistificando e mentendo, e spesso gli individui presi di mira non sono consapevoli di esserlo. La notizia rilevante però sta nell’attenzione che Mosca ha riservato al nostro Paese nel corso degli anni, e la penetrazione capillare dei suoi agenti, capaci di infiltrare alcuni dei più autorevoli centri di ricerca sulla politica estera. Ai nostri servizi di controspionaggio spetta il compito, che sicuramente avranno svolto almeno dal momento dell’incriminazione di Burlinova da parte dei colleghi americani, di capire quanto fosse ampia la sua rete da noi e quali risultati concreti potrebbe aver ottenuto. Anche perché questo ci aiuterebbe a capire come si forma il consenso filo russo che abbiamo spesso visto all’opera in Italia, in particolare dall’invasione dell’Ucraina in poi.

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