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La Repubblica Rassegna Stampa
19.07.2023 Usa: assalto al Congresso, Trump indagato
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 19 luglio 2023
Pagina: 16
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Assalto al Congresso, Trump indagato. Deve presentarsi davanti al Grand Jury»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 19/07/2023, a pag. 16, con il titolo "Assalto al Congresso, Trump indagato. Deve presentarsi davanti al Grand Jury" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

Donald Trump says he's a target of special counsel's criminal probe into  2020 election aftermath | CNN Politics
Donald Trump

WASHINGTON — Donald Trump è sotto inchiesta anche per l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021, e presto potrebbe ricevere un’altra incriminazione anche per quel drammatico attacco al cuore della democrazia americana. Lo ha rivelato lui stesso con un messaggio sul social Truth: «Lo squilibrato Jack Smith, pubblico ministero con il Dipartimento alla Giustizia di Joe Biden, mi ha inviato una lettera (era domenica sera!) affermando che sono un obiettivo dell’indagine del Grand Jury del 6 gennaio, e dandomi appena 4 giorni per riferire davanti al Grand Jury, cosa che quasi sempre significa arresto e incriminazione». La target letter spedita all’ex presidente è una specie di avviso di garanzia, con cui il procuratore informa una persona che è oggetto di un’inchiesta penale, però non è ancora un’incriminazione formale. Lo scopo è garantire il rispetto dei diritti dell’indagato e dargli la possibilità di difendersi. La richiesta di apparire davanti al Grand Jury non è un mandato di comparizione e nemmeno l’ordine di costituirsi, ma semplicemente una possibilità offerta per difendersi e possibilmente scagionarsi. Trump non sembra intenzionato a sfruttarla, anche perché rischierebbe di peggiorare la sua situazione, se mentisse sotto giuramento. È molto probabile quindi che nei prossimi giorni riceverà l’incriminazione. L’indagine condotta dal procuratore speciale Smith riguarda il tentativo di impedire la certificazione della vittoria di Biden nellepresidenziali del 2020, attraverso una manifestazione sfociata nell’assalto al Congresso, in cui avevano perso la vita almeno sette persone, tra quelle morte durante l’attacco e dopo. È separata dall’indagine che lo stesso Smith sta guidando sui documenti segreti trafugati a Mar a Lago, per la quale Trump è stato già incriminato in Florida. I dettagli delle prove raccolte non sono noti, ma le ipotesi vanno dal coinvolgimento diretto di Trump nell’organizzazione dell’aggressione, all’accusa di non aver fatto quanto doveva per fermarla. Altri imputati sono già stati processati e condannati per quell’assalto, ma per reati diversi. Finora le due incriminazioni e la condanna civile ricevute, per il pagamento della pornostar Stormy Daniels, le carte segrete, e gli abusi sessuali contro Jean Carroll, hanno aiutato Donald sul piano politico, facendolo salire nei sondaggi. Al momento è il chiaro favorito per ottenere la nomination del Partito repubblicano. La Costituzione non vieta a condannati e incriminati di candidarsi alla presidenza, e se il prossimo anno vincesse potrebbe auto perdonarsi da ogni eventuale condanna. Lui conta di usare anche questa inchiesta per presentarsi come vittima di una persecuzione giudiziaria a scopi politici, e quindi rafforzare la sua posizione nella base, costringendo l’intero Gop a difenderlo. Infatti il governatore della Florida Ron DeSantis, in teoria il suo avversario più temibile, lo sta già aiutando: «Trump avrebbe dovuto agire con più forza per fermare i rivoltosi, ma c’è una differenza tra fare ciò e essere incriminato». Il problema di Smith è proprio questo: l’accusa di aver cercato di sovvertire l’ordine democratico è molto grave, ma è difficile da provare. I democratici però puntano sul fatto che gli elettori indipendenti, quelli di cui Donald ha assoluto bisogno negli stati chiave per ribaltare la sconfitta del 2020, saranno spinti a voltargli le spalle dai suoi guai giudiziari.

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