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La Repubblica Rassegna Stampa
10.07.2023 Che cosa può fare la Nato per l'Ucraina
Cronaca di Paolo Mastrolilli

Testata: La Repubblica
Data: 10 luglio 2023
Pagina: 16
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: «Pronte le garanzie Nato per la sicurezza di Kiev. Ma a Vilnius gli Usa frenano sull’adesione»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 10/07/2023, a pag. 16, con il titolo "Pronte le garanzie Nato per la sicurezza di Kiev. Ma a Vilnius gli Usa frenano sull’adesione" la cronaca di Paolo Mastrolilli.

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Paolo Mastrolilli

Stoltenberg:
Jens Stoltenberg con Volodymyr Zelensky

LONDRA — L’accordo definitivo sul testo ancora non c’è, dovranno raggiungerlo i leader durante il vertice di domani e mercoledì a Vilnius. L’impianto per l’accesso dell’Ucraina alla Nato però prevede un accordo multilaterale che consenta ai singoli membri di garantire su base bilaterale la protezione di cui ha bisogno Kiev, fino a quando Putin non rinuncerà alla sua invasione. Quanto all’ingresso della Svezia, il presidente Biden ieri ha parlato col collega turco Erdogan mentre volava verso l’Europa, e si sono accordati per avere un faccia a faccia in Lituania, perché Ankara ha confermato il veto. Sulle bombe a grappolo il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan ha detto che «servono come ponte fino a quando potremo produrre più munizioni calibro 155mm, ma non ci sarà una spaccatura con gli alleati». Il capo della Casa Bianca è partito ieri mattina, e oggi vedrà a Londra il premier britannico Sunak, e a Windsor Carlo. Lo scopo è omaggiare il nuovo re, non essendo venuto all’incoronazione, e parlare di clima. Sunak però farà pressioni affinché Biden ammorbidisca l’opposizione ad accogliere subito Zelensky nella Nato, indicando il cammino che le aprirà la porta. Su questo punto, i diplomatici non sono riusciti a trovare l’accordo definitivo per il linguaggio da usare. Un segno delle divergenze, con Usa e Germania che frenano, mentre Gran Bretagna, paesi baltici e orientali premono. Parlando con la Cnn , Biden ha detto che «l’Ucraina non è pronta», perché servono altre riforme. «Tenere la Nato unita è cruciale. Non c’è unanimità per farla entrare ora, nel mezzo della guerra. Possiamo indicare il percorso, ma un voto adesso sarebbe prematuro, perché ci sono qualifiche da soddisfare, inclusa la democratizzazione e altri temi». Questo è vero, ma il motivo autentico è un altro, ossia il timore di essere costretti ad entrare in guerra contro la Russia, perché l’applicazione dell’Articolo V obbligherebbe tutti gli alleati a combattere in difesa di un membro aggredito. Peraltro indicare un data precisa per l’ingresso di Kiev potrebbe incentivare Putin ad attaccare, proprio per impedirlo. La soluzione a cui si guarda è un accordo multilaterale, che favorisca gli aiuti militari da parte dei singoli membri. Così non ci sarebbero gli obblighi dell’Articolo V, ma l’Ucraina riceverebbe le garanzie di sicurezza di cui ha bisogno, fino a quando la guerra nonfinirà e si potrà discutere il suo ingresso. A questo scopo non dovrà seguire la prassi abituale del Membership Action Plan, ma seguire alcuni passi per rispettare gli standard anti corruzione, l’interoperabilità delle forze armate, e la protezione dell’intelligence condivisa. La Commissione Nato-Ucraina diventerà un Consiglio, così potrà richiedere riunioni d’emergenza, mentre comincerà l’addestramento dei piloti per i caccia F-16. A novembre ci sarà una revisione dell’accordo, per garantire che proceda o sia accelerato. Verranno approvati anche i nuovi piani per la difesa del fianco Est. Ora nei paesi di confine sono schierati 8 battaglioni con 10.232 soldati. Vilnius approverà un piano per avere una brigata con 5.000 soldati in ciascuna nazione, e 300.000 militari da schierare ovunque entro 30 giorni.

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