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La Repubblica Rassegna Stampa
12.05.2023 Zelensky a Roma
Cronaca di Iacopo Scaramuzzi

Testata: La Repubblica
Data: 12 maggio 2023
Pagina: 10
Autore: Iacopo Scaramuzzi
Titolo: «Zelensky atteso domani a Roma vedrà il Papa, Mattarella e Meloni»
Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 12/05/2023, a pag. 10, con il titolo "Zelensky atteso domani a Roma vedrà il Papa, Mattarella e Meloni" la cronaca di Iacopo Scaramuzzi.

Pandora Papers, Volodymyr Zelensky presidente dell'Ucraina. Società anonime  per la compravendita di film e show tv - L'Espresso
Volodymyr Zelensky

CITTà DEL VATICANO — Volodymyr Zelensky da Papa Francesco e Giorgia Meloni domani. E forse anche al Quirinale da Sergio Mattarella. Se per motivi di sicurezza la notizia non viene confermata ufficialmente dalle fonti diplomatiche ucraine, la prospettiva di un viaggio-lampo del presidente ucraino è ben più di una semplice ipotesi. L’incontro è “possibile”, si limitano a confermare in Vaticano. «È probabile che il presidente ucraino inviti il Papa a visitare l’Ucraina», chiosa una fonte di Oltretevere. Sarebbe il primo viaggio a Roma di Zelensky dall’inizio della guerra, il 24 febbraio 2022, e il primo incontro con Bergoglio da allora. Francesco lo aveva ricevuto a inizio febbraio 2020, da quando è iniziata la guerra ha avuto due colloqui telefonici con il presidente ucraino. Pur condannando la “aggressione” di Mosca, il Papa ha sempre mantenuto una linea di “equivicinanza” al “martoriato” popolo ucraino e al popolo russo. E ha escluso, sinora, un viaggio nella sola Kiev, senza andare contestualmente a Mosca per chiedere a Vladimir Putin di fermare l’invasione. Proprio ieri il Papa ha congedato dopo dieci anni l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Aleksandr Avdeev, che è stato in questi mesi un suo interlocutore. La pace, per il pontefice è un obiettivo supremo. A questo fine ha tenuto da mesi una porta aperta con la Russia per cercare di coinvincere Mosca a una trattativa. Ha tentato di raggiungere il Cremlino tramite il patriarcato ortodosso, ha offerto la disponibilità della sua rete diplomatica per una mediazione, guarda con attenzione ai tentativi della comunità internazionale, e in particolare di Brasile, India e Cina, a sbloccare la situazione, è andato a Budapest da Viktor Orbán, il più filorusso dei leader europei pur molto distante dal Papa su questioni cruciali come l’immigrazione. E ha tentato un’ultima, non meglio definita “missione”, per spingere in direzione di un cessate il fuoco. Un posizionamento che non sempre è stato apprezzato dalle autorità ucraine. Tanto più quando si è tradotto in iniziative, come la compresenza di una donna russa e una donna ucraina sotto la croce della Via crucis, apparse a Kiev come una stonatura. Nel corso dei mesi, però, Bergoglio ha mostrato maggiore attenzione verso le ragioni di Kiev. Durante un’udienza generale ha esposto la bandiera di Bucha, la cittadina martire, e non passa mercoledì senza che non chieda ai fedeli di pregare per la “martoriata” Ucraina. Domani, se tutto fila liscio, sarà l’occasione di parlare di persona di questi temi con Zelensky. Esprimergli solidarietà, verificare i margini per un congelamento del conflitto. Sull’altra sponda del Tevere, Zelensky, nel corso del suo breve viaggio a Roma, incontrerà anche Giorgia Meloni. Se gli altri membri dell’alleanza di governo sono stati più ambigui, la premier, che ha fatto visita a Kiev il 21 febbraio, ha assicurato il pieno sostegno dell’esecutivo alla causa ucraina. Da Oslo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che «bisogna contrastare la politica di aggressività della Russia ma ciò non ci deve dis togliere dalla ricerca di un approdo di pace».

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