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La Repubblica Rassegna Stampa
21.03.2023 La rivolta di Israele
Commento di Rossella Tercatin

Testata: La Repubblica
Data: 21 marzo 2023
Pagina: 16
Autore: Rossella Tercatin
Titolo: «La scienziata che guida la rivolta di Israele: 'Difendo la democrazia'»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 21/03/2023, a pag. 16, con il titolo "La scienziata che guida la rivolta di Israele: 'Difendo la democrazia' " la cronaca di Rossella Tercatin.

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Rossella Tercatin

Shikma Bressler - Wikipedia
Shikma Bressler

GERUSALEMME — Shikma Bressler, 42 anni, è un’esperta di fisica delle particelle presso il prestigioso Istituto Weizmann di Rehovot, guida il progetto israeliano legato all’acceleratore di particelle Large Hadron Collider presso il Cern di Ginevra, è sposata e ha cinque figlie tra i quattro e i 17 anni. Eppure, negli ultimi mesi è stata una delle figure chiave nell’organizzare le proteste che ogni sabato sera (e spesso anche in diversi giorni feriali) hanno portato in piazza decine, se non centinaia di migliaia di israeliani per manifestare contro il governo e la sua riforma della giustizia. Una riforma che secondo i suoi critici mette a repentaglio il carattere democratico dello Stato di Israele perché erode l’indipenden za del sistema giudiziario e ridime nsiona l’autorità della Corte Suprema. «Dal mio punto di vista è iniziato tutto tre anni fa, durante il Covid, quando il governo (anche allora guidato dall’attuale primo ministro Benjamin Netanyahu ndr )cercò di approfittare della pandemia per prendere controllo degli altri poteri dello Stato», Bressle r spiega a Repubblica . «Nel corso della stessa settimana infatti, il ministero della Giustizia decise di chiudere i tribunali solo un paio di giorni prima che iniziassero le udienze di Netanyahu e l’allora speaker della Knesset si rifiutò di tenere le elezioni per nominare il suo successore». È a quel punto che Shikma e i suoi tre fratelli Eyal, Yarden e Dekel – tutti professionisti del settore high-tech - decisero di organizzare un primo convoglio di auto che dalla Jezreel Valley nel nord di Israele si diresse verso Gerusalemme sventolando bandiere nere. Con loro grande stupore, ben presto migliaia di macchine cominciarono a unirsi ai cortei. Segnando la nascita del gruppo delle “Bandiere Nere”, uno dei più attivi nell’organizzazione di proteste in giro per il paese. «La bandiera nera è l’avvertimento usato sulle spiagge per segnalare il pericolo», dice Bressler. «Oggi noi vogliamo lanciare l’allarme sul pericolo che corre la democrazia israeliana». Per Bressler affiancare alle lunghe ore trascorse in laboratorio l’impegno per le strade è diventato parte della vita quotidiana, anche se esita a definirsi una leader delle manifestazioni («sono solo uno dei suoi volti più conosciuti», dice). Il movimento delle Bandiere Nere comunica soprattutto tramite social media, e in particolare la pagina Facebook e i gruppi WhatsApp. Sul palco a rivolgersi alla folla c’è spesso lei, Shikma, nata e cresciuta in una famiglia che si trova in Israele da generazioni, madre medico e padre ingegnere e pronta a denunciare ciò che lo Stato ebraico non deve diventare. «Dobbiamo dire chiaramente che avere la maggioranza in Parlamento non significa aver il diritto di cambiare le regole del sistema», dice. «Sappiamo tutti dove portano questo tipo di politiche, abbiamo visto che cosa è accaduto in paesi come la Polonia, l’Ungheria e la Turchia. Dobbiamo impedire che accada anche qui». Secondo Bressler, se il paese appare profondamente spaccato, in piazza si può ritrovare un’unità di intenti tra persone che la pensano in modo molto diverso, perché anche tra gli elettori dei partiti che sostengono l’esecutivo – a cominciare dal Likud di Netanyahu - molti non supportano la riforma. «I sondaggi dimostrano chiaramente che la maggioranza del popolo israeliano non è a favore di questa rivoluzione», dice, aggiungendo che alle manifestazioni incontra moltissimi sostenitori del Likud che le rivelano come, se avessero saputo quale sarebbe stato il piano del governo, avrebbero votato altro. Per questo, secondo Bressler oggi la vera frattura nella nazione non corre lungo la linea maggioranza- opposizione, ma piuttosto fra chi sostiene la democrazia nel senso di piena uguaglianza e libertà, e chi invece no. Per la ricercatrice, l’obiettivo delle manifestazioni è arrivare alla caduta dell’esecutivo. «È importante ricordare che in una democrazia il governo deriva la propria legittimità dal popolo e il popolo oggi sta affermando che ciò che stanno facendo non è legittimo. Negli ultimi trent’anni in Israele quasi nessun governo è arrivato alla scadenza proprio perché a un certo punto ha in qualche modo perso il proprio mandato popolare». Nonostante queste siano settimane difficili, Bressler si mantiene ottimista. «Penso che la grande maggioranza degli israeliani creda nei valori della democrazia. E poi, come diceva mia madre, ottimisti e pessimisti alla fine condividono lo stesso destino, ma gli ottimisti si godono di più la vita".

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