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La Repubblica Rassegna Stampa
06.03.2023 Israele: la protesta contro la riforma della giustizia dilaga tra i militari
Commento di Rossella Tercatin

Testata: La Repubblica
Data: 06 marzo 2023
Pagina: 16
Autore: Rossella Tercatin
Titolo: «Anche i riservisti contro Netanyahu. E i piloti si rifiutano di portarlo a Roma»

Riprendiamo dalla REPUBBLICA di oggi, 06/03/2023, a pag. 16, con il titolo "Anche i riservisti contro Netanyahu. E i piloti si rifiutano di portarlo a Roma" la cronaca di Rossella Tercatin.

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Rossella Tercatin

Largest protests yet': Masses around country rally against curbing of  judiciary | The Times of Israel
Una manifestazione a Tel Aviv ripresa dall'alto

GERUSALEMME — Non si fermano in Israele le proteste contro la riforma della giustizia che da 9 settimane infiammano le piazze del Paese e questa volta raggiungono quello che è uno dei suoi cuori pulsanti: l’esercito e le unità di élite. Succede infatti che 37 dei 40 piloti riservisti della squadriglia 69, una delle più importanti dell’aviazione israeliana, responsabile di azioni cruciali come l’eliminazione del rettore nucleare in Siria nel 2007 annunciano in una lettera che non parteciperanno alla prima giornata del periodo di addestramento a cui sono stati richiamati. «Mercoledì dedicheremo il nostro tempo alla democrazia e all’unità del popolo e non ci presenteremo » il messaggio dei veterani. «Gli altri giorni ci saremo come da programma». In Israele, dove la leva è universale (con alcune importanti eccezioni per la popolazione araba e quella ultraortodossa), tutti gli uomini sono tenuti a prestare servizio alcuni giorni all’anno come riservisti fino a 40 anni, e molti continuano a farlo come volontari anche oltre. Da settimane si discuteva della possibilità che l’obiezione di coscienza potesse diventare un nuovo strumento di protesta contro una riforma che secondo i critici sferrerà un colpo micidiale al carattere democratico di Israele, limitando drasticamente il potere della Corte Suprema e conferendo al governo la facoltà di nominare i giudici di ogni livello. Così l’annuncio dei piloti della 69 — per quanto di portata operativa limitata — crea un terremoto nell’opinione pubblica. Il Capo di Stato Maggiore Herzi Halevi avverte il Primo Ministro Benjamin Netanyahu che la protesta potrebbe allargarsi e il Canale 12 riporta come anche diversi ufficiali della mitica unità tecnologica 8200 avrebbero intenzione di non presentarsi all’addestramento il mese prossimo. Il Ministro della Difesa Yoav Gallant se da una parte rivolge un appello a soldati e ufficiali a tenere la politica fuori dall’esercito, dall’altro sottolinea la necessità del dialogo con l’opposizione. Che però per sedersi al tavolo vuole che il governo sospenda l’iter legislativo della riforma, il quale invece procede spedito e che la maggioranza vuole completare nel giro di poche settimane. Per ora l’esecutivo si rifiuta di fermare le votazioni «anche solo per un’ora» come ripete il Ministro della Giustizia Yair Levin. E tuttavia nel Likud dietro le quinte si moltiplicano le voci in favore della sospensione. Intanto per Netanyahu arrivano altri grattacapi dal cielo: nel pomeriggio emerge che nessun pilota della compagnia di bandiera El Al avrebbe risposto positivamente alla richiesta del vettore di guidare il volo del premier per la sua visita a Roma in programma questa settimana, costringendo l’Ufficio del Primo Ministro a cercare soluzioni alternative. In serata poi l’annuncio di El Al che verrà trovata una soluzione. Ricucire con i piloti della 69 però rischia di essere assai essere più complicato.

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